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Scritto Venerdì 16 aprile 2021 alle 08:51

Con il PD il forum lecchese dei sindaci per una politica del territorio che parta da loro

Nasce il forum lecchese dei sindaci di centrosinistra su iniziativa del Partito democratico. Il debutto è stato – come d’obbligo di questi tempi – in internet con un primo incontro sulla pagina facebook dello stesso Pd provinciale con l’intervento della segretaria provinciale Marinella Maldini, dei sindaci Chiara Narciso (Oggiono) e Mauro Gattinoni (Lecco), dei consiglieri regionali Raffaele Straniero e Gigi Ponti, del deputato Gianmario Fragomeli e del sindaco pesarese Matteo Ricci che è anche vicepresidente dell’Associazione dei Comuni e coordinatore nazionale dei sindaci dem. A coordinare la serata, seguita da oltre un centinaio di persone, Michele Bianco, membro della segretaria provinciale.

I relatori della serata

L’idea – spiegata dalla stessa Maldini – è quello di organizzare un “tavolo” a disposizione di tutti gli amministratori del territorio iscritti al partito o che appartengono all’area del centrosinistra, un “tavolo” che vuole essere occasione costante di confronto per favorire lo scambio di vedute e anche gli sfoghi. Perché – e questo periodo di pandemia lo ha messo in luce - «spesso l’amministratore si sente solo – ha detto Maldini – e in questo periodo i sindaci si sono trovati davvero in trincea, trovandosi davanti a incapacità, disorganizzazione, superficialità». Più che esplicito il riferimento alla Regione «che non ha aiutato i sindaci» e ha portato avanti una politica sanitaria rivelatasi disastrosa. Critiche, su questo fronte, arrivate anche da Raffaele Straniero che ha ricordato come la riforma sanitaria regionale è ferma per una «maggioranza impantanata» che ancora non ha presentato una propria proposta.
«Ai sindaci – ha aggiunto Gigi Ponti – è stato chiesto di fare gli sceriffi sul territorio, ma la Regione non ha fornito gli strumenti. E anche sulle questioni sanitaria, i sindaci non possono fare da spettatori».
Per Matteo Ricci, «proprio i sindaci hanno dimostrato maggiore responsabilità delle Regioni. Questo regionalismo non funziona, va cambiato e in casi di emergenza occorre centralizzare le decisioni altrimenti ognuno va per proprio conto».
A proposito di sindaci in trincea, Chiara Narciso ha portato la propria esperienza di neoeletta con tutte le difficoltà che ne sono conseguite «ma voglio guardare agli aspetti positivi di questo periodo: in questo anno, il sindaco ha recuperato il suo ruolo di servizio nei confronti della comunità e i cittadini apprezzano. E’ importante “esserci stati”: mentre tutti gli uffici chiudevano, noi eravamo al nostro posto e i cittadini sapevano di poterci trovare». E in un momento in cui i cittadini erano travolti da un sovrappiù di informazioni spesso contraddittorie, «il sindaco diventava un punto di riferimento, che poteva dire cose chiare e precise, dando sicurezza» facendo inoltre «da ponte con le altre realtà, le aziende sociosanitarie, per esempio, aiutando i cittadini disperati perché non riuscivano ad avere informazioni, i numeri verdi non rispondevano, il medico di base nemmeno... E’ stata una prova umana ed emotiva molto forte. E proprio per tutto questo credo che sia importante creare una rete degli amministratori».
Da parte sua, Mauro Gattinoni insediatosi già in piena pandemia («Eletto il 6 ottobre, un martedì, già per il giovedì c’era la convocazione del presidente regionale con la seconda ondata di covid in arrivo») ha cominciato il suo intervento parlando di chi ce la sta facendo e di chi invece arranca: «il tessuto economico è molto forte, il manufatturiero ha retto bene e ha addirittura necessità di assumere, ma naturalmente ci sono grossi problemi nel terziario: il commercio, la ristorazione, la catena turistica e dei trasporti. E ci saranno inoltre ricadute sulle persone over 55 e 60 a basse competenze e abbiamo molti timori per un segmento giovanile».
Secondo Gattinoni, anche grazie ai fondi del “recovery”, la ripresa è possibile «ma ci sarà solo se passerà dai sindaci». Perché – parole di Ricci – la ripresa può esserci, ma i soldi devono essere messi subito in circolo, arrivare immediatamente sul territorio, saltare le Regioni ed essere distribuiti direttamente a Comuni e Province».
Senza dimenticare – ha aggiunto ancora Gattinoni - che occorrerà assumere nuove figure professionali nella pubblica amministrazione, figure qualificate a magari anche costose perché sono sempre più necessarie. Ma il nostro senso pratico deve arrivare nelle stanze dove le leggi vengono scritte». In quanto al forum, il primo cittadino lecchese ha rilevato come occorra «selezionare la classe dirigente tra chi ha avuto una vita amministrativa. Se sulla sanità si fossero ascoltati maggiormente i territori, certi errori non si sarebbero fatti. E’ importante mettere assieme le prassi per farle diventare buona politica».
I territori, dunque, spesso composti da piccoli e piccolissimi Comuni. Ormai la strada delle unioni e delle fusioni è segnata e si dovrà procedere, hanno concordato tutti. Da subito, però, occorre rafforzare la collaborazione – ha detto Ponti - per evitare quelle incresciose situazioni (e sono circa il 20% dei Comuni sotto i duemila abitanti) in cui alle elezioni si mette insieme una lista unica con dentro un po’ tutti pur di avere un consiglio comunale e un sindaco: «Non era mai successo. E’ necessario reinventare una volontà amministrativa».
Il Forum, dunque, per una politica del territorio che parta da chi lo amministra sul campo che potrà fare bene anche al Pd – ha concluso Ricci – perché la sua forza sono proprio gli amministratori. Ci saranno anche i migliori presidenti di circolo, ma senza gli amministratori il Pd non ce la fa, muore».
D.C.
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