Proroga del blocco dei licenziamenti, ammortizzatori sociali, PNRR e pensioni, ma anche sanità, occupazione femminile, fisco, scuola e sicurezza sul lavoro. Sono tanti i temi al centro della manifestazione nazionale unitaria di CGIL, CISL e UIL in programma sabato 26 giugno a Torino, Firenze e Bari. Solo da Lecco partiranno alla volta del capoluogo piemontese in 150 - "e non è stato difficile creare la comitiva" - con l'intento di porre l'attenzione sulla necessità di una lunga serie di riforme per contribuire alla ripresa dell'Italia e a uno sviluppo più sostenibile, insieme.

"Nei prossimi dieci anni avremo tante opportunità per costruire il futuro, ma è adesso che dobbiamo riconquistare certi diritti, cambiare passo" ha sostenuto il segretario generale della CGIL di Lecco Diego Riva. "Non sappiamo che cosa succederà dopo il 30 giugno, quando verrà meno il blocco dei licenziamenti: sul nostro territorio non ci aspettiamo una catastrofe, ma i numeri parlano chiaro, con 600.000 lavoratori a rischio. È necessario realizzare ora una riforma "universale" sugli ammortizzatori sociali, rivisitare il modello delle politiche attive e affrontare il tema della previdenza, rafforzando quella complementare. E la questione non riguarda solo Quota 100 e la Legge Fornero, a cui si deve mettere mano, ma anche il fatto che nessuno pensa ai giovani precari che non hanno la possibilità di accumulare contributi, così come dall'altro lato agli attuali pensionati che hanno perso il loro potere d'acquisto".
Diego Riva
Al centro della manifestazione di sabato, come spiegato dai rappresentanti sindacali lecchesi, anche la necessità di una riforma fiscale "per equilibrare la modalità di applicazione delle tasse e combattere l'evasione", nonchè le "missioni" del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. "Siamo anche d'accordo con i suoi contenuti - pur riconoscendo i limiti di molti progetti - ma rivendichiamo un confronto preventivo, propedeutico all'approdo in Parlamento" ha proseguito Diego Riva. "In generale, le questioni che ci chiamano in causa sono tante. È tempo di parlare di sicurezza sul lavoro e di scuola - come si riaprirà a settembre? Che cosa ne sarà dei precari? - ma anche di semplificazione, di occupazione femminile e giovanile, di sanità, di una legge a tutela della non autosufficienza. Per assistere a un cambiamento vero dovrà esserci una transizione anche dal punto di vista sociale. Quello di sabato è un punto di partenza, ma c'è molto da fare".
Mirco Scaccabarozzi
In Piazza Castello a Torino - così come a Firenze e Bari - sarà dunque tempo di manifestare. Manifestare non contro, ma per molte cose, con i sindacati desiderosi di dire la propria "e di farlo ora, non a giochi fatti", inserendo tra le priorità la proroga del blocco dei licenziamenti almeno al prossimo 31 ottobre. "Il rischio è che si venga a innescare una crisi sociale, dopo quella sanitaria ed economica, oltre che emerga un problema di natura previdenziale" ha dichiarato Mirco Scaccabarozzi, segretario generale della CISL di Lecco. "Noi vogliamo manifestare anche per la sanità territoriale, per la mancata coincidenza tra domanda e offerta di lavoro, ben visibile anche sul nostro mercato locale. Porteremo dunque le "nostre" istanze, ma con la visione ampia di chi si sente parte di un Sistema Paese, in cui tutti sono legati a tutti".
Salvatore Monteduro
Concetti, questi, ripresi anche da
Salvatore Monteduro, che è tornato sull'importanza di far slittare il blocco dei licenziamenti
"per poter sfruttare il periodo luglio-ottobre per comprendere la reale evoluzione della pandemia, analizzare lo stato della ripresa e fare riforme immediate". "Soltanto ad aprile, sul nostro territorio, sono state interessate dalla cassa integrazione 2.500 persone, con il rischio concreto che da luglio le più "fragili" possano essere estromesse dal mondo del lavoro" ha commentato il segretario della UIL Lario. "L'effetto di questa situazione può essere dirompente. È fondamentale rivedere gli ammortizzatori sociali e le politiche attive, ma anche il sistema delle pensioni: non possiamo pensare di tornare alla Legge Fornero, con il pericolo di avere un numero incalcolato di esodati non ricollocabili. E poi c'è il tema della sanità, un'emergenza che resta anche dopo il Covid se si considerano i continui rinvii delle cure e l'allungamento delle liste d'attesa negli ospedali".
"Da qui al 31 ottobre - ha concluso Monteduro, riprendendo quanto già affermato dai colleghi - dobbiamo contribuire a ridisegnare il Paese, lottando contro le disuguaglianze per un lavoro di qualità, una minore pressione fiscale e uno sviluppo complessivamente più sostenibile. Dobbiamo farlo insieme, ascoltandoci e confrontandoci, già a partire da sabato".
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