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Scritto Martedì 14 aprile 2015 alle 14:41

Provincia: Renzi non alza le tasse ma taglia i fondi ai comuni costretti a aumentare la fiscalità locale o a ridurre i servizi. Nel 2015 ben 9 milioni in meno. Ecco tutti i dati del lecchese

Anche per il 2015 la scure dei tagli si abbatterà pesantemente su tutti i comuni della Provincia di Lecco.
Quest'anno i trasferimenti da parte dello Stato nel cosiddetto "Fondo di solidarietà comunale" subiranno infatti una forte riduzione, e a farne le spese saranno tutte le amministrazioni lecchesi, nessuna esclusa. Da Colico a Cassago, dal capoluogo Lecco al minuscolo Morterone.
Tutti i sindaci dovranno fare i conti con una cinghia che si fa sempre più stretta e che, a furia di tirare, rischia di rompersi: ai primi cittadini non resta che cercare di correre ai ripari, trovando il modo di riuscire a far quadrare i conti dei bilanci di previsione che si stanno approvando proprio in queste settimane.
Certo la notizia degli ulteriori tagli al Fondo di Solidarietà imposti dalla legge di stabilità non è un fulmine a ciel sereno e già gli uffici comunali avevano predisposto le loro proiezioni per cercare di prevedere a quanto sarebbe ammontata la sforbiciata, ma ora Matteo Renzi e Pier Carlo Padoan hanno indicato ad ogni comune l'esatto ammontare delle riduzioni nei trasferimenti.

                                                                 Le tabelle mostrano i tagli al fondo di solidarietà dei comuni lecchesi in ordine alfabetico

A presentare i dati ai sindaci lecchesi è stato anche l'onorevole Gian Mario Fragomeli (PD), che venerdì sera ha organizzato un incontro a Villa Locatelli con gli amministratori nel territorio nel quale sono stati diffusi i tagli - al centesimo - con cui quest'anno si dovrà fare i conti.
Tecnicamente la riduzione dei trasferimenti nel fondo di solidarietà è legata a tre maggiorazioni delle decurtazioni già previste: taglio aggiuntivo di 100 milioni della spending review (articolo 16, comma 6, del Dl 95/2012, che si somma ai 2.500 milioni già ridotti dal 2014); taglio aggiuntivo di 187,8 milioni introdotto dall'articolo 47, comma 9, del Dl 66/2014, che si unisce ai 375,6 milioni ridotti nel 2014 (taglio complessivo di 5,63,4 milioni); taglio di 1.200 milioni previsto dal comma 435 dell'articolo 1 della legge 190/2014 (stabilità 2015). Le prime due decurtazioni erano già note dallo scorso anno. Numeri alla mano, le notizie sono davvero sconfortanti.

Guardando ai comuni più popolosi: Lecco subirà una decurtazione di un 1,4 milioni di euro; Merate -395 euro; Calolziocorte -290mila; Colico -220mila; Oggiono -211mila; Casatenovo -252mila; Mandello -241mila; Valmadrera -263mila euro. E non fa affatto meglio nemmeno per i comuni più piccoli, che dovranno affrontare tagli di decine - se non centinaia - di migliaia di euro ciascuno. Solo per citare qualche dato: Galbiate vedrà una riduzione di 179mila euro; Barzago -78mila; Barzanò -116mila; Brivio -141mila; Dolzago -81mila euro; Olginate -197mila; Cernusco -104mila e potremmo continuare per tutti gli altri 80 comuni lecchesi.
Non va meglio nemmeno per le due nuove amministrazioni nate dalle recenti fusioni: Verderio rispetto all'anno scorso ricevere 137mila euro in meno, mentre La Valletta Brianza vedrà il suo portafoglio svuotarsi di 116mila euro.

Dai numeri merge come i tagli non siano legati solo al numero di abitanti: solo per fare un esempio Cortenova, che ha 1240 abitanti, subirà una decurtazione (pari a 56mila euro) maggiore rispetto a Colle Brianza, che ha 510 cittadini in più e che vedrà un calo di 49mila euro.
Questo perché sono stati colpiti più duramente quei comuni che ricevono - proporzionalmente - un fondo di solidarietà più cospicuo.
Per l'ennesima volta la mannaia dei tagli si è dunque abbattuta sugli enti locali. Ora i Sindaci dovranno riuscire a trovare la quadra nella redazione del bilancio di previsione. E sono tanti i primi cittadini che hanno già fatto sapere di trovarsi di fronte a un bivio che non riescono più ad evitare: scegliere se aumentare la tassazione per coprire gli ammanchi nei trasferimenti o, al contrario, se diminuire la spesa, e quindi in ultima analisi i servizi per i cittadini contribuenti.

Paolo Valsecchi
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