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Scritto Martedì 23 giugno 2015 alle 12:18

Poste, Nava: 'in Lombardia salvi 15 uffici, nel lecchese quelli di Maresso e Verderio'

Quindici dei 61 uffici lombardi (cioè 1 su 4), di cui era prevista la chiusura in base al piano di tagli e razionalizzazioni presentato da Poste Italiane lo scorso mese di febbraio, rimarranno aperti e attivi.
Ne dà notizia il sottosegretario alle Riforme istituzionali, Enti locali, Sedi territoriali e Programmazione negoziata della Regione Lombardia Daniele Nava che, insieme al presidente di Anci Lombardia Roberto Scanagatti e ai rappresentanti di Upl, ha condotto la trattativa con l’azienda, ottenendo una parziale revisione del piano.

Si tratta degli Uffici postali dei Comuni di:

- Sant’Omobono Terme (Bg), Ufficio postale Valsecca
- Gardone Val Trompia (Bs), Ufficio postale Magno
- Tremezzina (Co), Ufficio postale Tremezzo
- Casalmaggiore (Cr), Ufficio postale Vicomoscano
- Soncino (Cr), Ufficio postale Gallignano
- Verderio (Lc), Ufficio postale Verderio Superiore
- Missaglia (Lc), Ufficio postale Maresso

- Casalpusterlengo (Lo), Ufficio postale Zorlesco
- Marcaria (Mn), Ufficio postale Cesole
- Pegognaga (Mn), Ufficio postale Polesine
- San Benedetto Po (Mn), Ufficio postale Portiolo
- Besana Brianza (Mb), Ufficio postale Zoccorino
- Vimercate (Mb), Ufficio postale Vimercate 2 Frazione Ruginello
- Zinasco (Pv), Ufficio postale Zinasco Nuovo
- Gavirate (Va), Ufficio postale Oltrona al Lago.


Il sottosegretario
regionale, Daniele Nava
Il piano di Poste italiane prevedeva, oltre alla chiusura di 61 sedi, anche l’apertura a giorni alterni di altri 121 uffici. Pure in questo caso, la delegazione regionale lombarda ha ottenuto la modifica del piano per 15 sedi.
“Si tratta di un buon risultato – commenta Nava - Grazie alla serietà del nostro lavoro, siamo riusciti a ottenere da Poste Italiane la rinuncia a chiudere 15 uffici, cioè 1 su 4 rispetto al piano iniziale. Ricordo che la Lombardia è stata la prima Regione a ottenere la sospensione del piano facendo da apripista alle altre Regioni. Grazie al lavoro svolto dal Tavolo regionale che ha raccolto in maniera precisa e puntuale una grande quantità di dati, basati su criteri fondati e oggettivi, ci siamo presentati preparati e uniti alle trattative con Poste Italiane, evitando campanilismi e guerre tra poveri che speriamo non si scatenino ora”.
“Abbiamo limitato in maniera significativa i danni – prosegue Nava - riuscendo almeno in parte a far valere la specificità della Lombardia. Va sottolineato che ci siamo dovuti confrontare con l’applicazione di un Decreto ministeriale del 2008, aggiornato da una recente delibera dell'Agcom (2014), per cui i margini di trattativa erano molto stretti. A questo proposito voglio ringraziare i dirigenti di Poste Italiane per la disponibilità che hanno dimostrato ad ascoltare e accettare le nostre proposte. Per il futuro chiediamo comunque a tutti i parlamentari, e a quelli lombardi in particolare, una maggiore attenzione e vigilanza su questo fronte”.
“In ogni caso – sottolinea il sottosegretario – guardiamo con favore alla disponibilità di Poste Italiane a impegnarsi con noi su progetti sperimentali, anche a valenza sociale, da concretizzare nei prossimi mesi. Di questa collaborazione hanno già cominciato a discutere il presidente Roberto Maroni e l’amministratore delegato di Poste Italiane Francesco Caio in un recente incontro”.
Il confronto con Poste italiane è stato condotto sulla scorta di una risoluzione approvata dal Consiglio regionale il 3 marzo scorso, che ha istituito un Tavolo – presieduto dal sottosegretario Nava - cui hanno partecipato i rappresentanti di Comuni e Province e delle loro associazioni Anci e Upl, oltre che l'assessore al Commercio, Turismo e Terziario della Regione Lombardia Mauro Parolini (in qualità di presidente del Comitato regionale Consumatori e Utenti), i presidenti della Commissione I e Commissione IV del Consiglio regionale, Alessandro Colucci e Angelo Ciocca, e il consigliere Marco Tizzoni, relatore della risoluzione.
I criteri adottati dal Tavolo regionale per elaborare la proposta di modifica al piano sono stati questi. Per le chiusure: Comuni recentemente oggetto di fusione (Sant’Omobono Terme, Tremezzina e Verderio), presenza o assenza di sportelli bancari nello stesso Comune; distanza rispetto a un altro ufficio postale; presenza o assenza e frequenza delle linee di trasporto pubblico locale.
Per quanto riguarda le razionalizzazioni (ossia le aperture a giorni alterni): situazioni particolari come giornate di mercato; concomitanza o meno delle chiusure nei Comuni limitrofi; elenco dei Comuni turistici.
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