Valgreghentino: il suo cervo uccise Panariti, per Olinka Koster 8 mesi e provvisionale di 150.000 €. La donna risulta irreperibile

Il cervo che uccise Panariti
Nonostante le ricerche promosse a livello internazionale ad opera dell’Interpol a seguito di una segnalazione sulla presunta morte della donna in Africa (nazione dove è nata), non è stato al momento possibile rintracciare l’imputata che inizialmente aveva comunicato di risiedere in Olanda. Ella però, dai controlli effettuati tramite ambasciata, non risulterebbe però deceduta, particolare questo che alimenta sospetti sulla sua “sparizione”.
Ciò che è certo è che nel 2010 la donna gestiva un agriturismo a Valgreghentino, da cui sarebbe fuggito il cervo maschio che l’8 ottobre di quell’anno ha aggredito Panariti mentre stava correndo nei boschi. Una ferita al polpaccio inferta con le corna dall’animale non gli ha lasciato scampo, e ogni tentativo di raggiungere il centro abitato per chiedere aiuto (non aveva con sé alcun telefono) è risultato purtroppo vano. Nonostante le ricerche messe in campo da amici e volontari nelle ore notturne, solo il giorno successivo un cacciatore lo ha trovato, ormai senza vita.
Quella che in un primo momento era apparsa come una morte accidentale dovuta ad una caduta, si è poi rivelata essere il tragico epilogo di un attacco violento quanto non comune, poiché sul territorio lecchese non esistono cervi liberi in natura.
L’animale risultato colpevole dell’aggressione al signor Panariti – riportava infatti sulle corna tracce di Dna compatibili con quello dell’uomo – è stato catturato ad opera della Polizia provinciale a Galbiate, e in seguito abbattuto poiché giudicato pericoloso.
Come è emerso durante il processo, in quel periodo un esemplare maschio era fuggito dal recinto dell’agriturismo gestito dalla donna. Si trovava nella stagione degli amori e, questa la possibile spiegazione dell’attacco emersa in aula, ha visto nel corridore un possibile “rivale”.
L’avvocato difensore della donna, Paolo Giudici, aveva chiesto per lei l’assoluzione appellandosi all’incertezza sulla effettiva responsabilità nella gestione dell’attività ricettiva.
Il pubblico ministero Mattia Mascaro, unitamente all’avvocato di parte civile Elisa Magnani, aveva indicato l’olandese quale responsabile per la fuga del cervo che aveva provocato la morte dell’uomo all’età di 59 anni, chiedendo la reclusione di 1 anno e 8 mesi. La provvisionale indicata dall’avvocato era di 50.000 € per ognuna delle quattro parti civili, e il risarcimento pari a oltre 855.800 € (239.800 € per la moglie, 348.000 € per il figlio, 134.000 € per ognuno dei due fratelli). Oggi, a distanza di oltre 4 anni e 9 mesi dalla morte di Giovanni Panariti, Olinka Rebecca Koster è stata condannata per omicidio colposo, ad una pena che non prevede la reclusione e impone un anticipo del risarcimento alla famiglia di 150.000 €.
Una sentenza che, se da una parte offre alla famiglia un colpevole per la tragica morte del loro caro,
non diventerà esecutiva finchè la donna, irreperibile da mesi, non sarà ritrovata.