'Metastasi', Lilliu e Redaelli interrogati dal Pm Bruna Albertini scagionano Rusconi: per il Pratone non gli è stato dato nulla

Gli avvocati lecchesi Vito Zotti e Marcello Perillo
Marco Rusconi non ha preso soldi. Parola di Saverio Lilliu e Antonello Redaelli. Sentiti quest’oggi dal sostituto procuratore Bruna Albertini, assistiti rispettivamente dall’avvocato Vito Zotti e dal collega Marcello Perillo, entrambi hanno infatti negato sia stata corrisposta una “mazzetta” all’ormai ex sindaco di Valmadrera nell’ambito “dell’affare Parè”. Ed entrambi, prevedibilmente, hanno anche ricusato l’accusa di essere parte della “locale” lecchese capeggiata – come indicato dal Gip Alfonsa Maria Ferraro nell’ordinanza dello scorso 2 aprile – da Mario Trovato, arrestato anch’egli , così come gli stessi Lilliu, Redaelli e Rusconi con altre 6 persone nel corso dell’ormai celeberrima “Inchiesta Metastasi”, prosecuzione – è stato detto – di “Oversize” (costatagli già l’incarcerazione)  e di “Wall Street” (con il fratello Franco Coco Trovato condannato all’ergastolo). “Non stiamo parlando di questo” ha confermato infatti l’avvocato Zotti in riferimento all’accusa di associazione per delinquere (di stampo mafioso) mossa nei confronti del suo assistito, classe 1963, nativo di Guasila (Ca) e residente a Lecco. “Saverio Lilliu ha risposto a tutte le domande che gli sono state poste, abbiamo fornito tutte le informazioni sulla sua posizione”. In due ore e mezza di colloquio con il pubblico ministero milanese, dunque, il cinquantunenne, socio fondatore della “Lido di Parè srl” avrebbe “chiarito tutto” raccontando di aver visto nel Pratone di Valmadrera un’opportunità per dare una svolta alla propria esistenza. La costituzione della società per aggiudicarsi il bando comunale è stata descritta infatti da Lilliu come “un tentativo di cambiare vita”, come riferito dal suo legale. Attivo infatti nell’edilizia, con una ditta individuale, il lecchese, vista anche la crisi che ha paralizzato il settore, avrebbe cercato così un’alternativa al proprio mestiere, giudicando interessante il progetto in cui si trova coinvolto l’amico Antonello Redaelli.
Marco Rusconi
Sulla stessa lunghezza d’onda, anche quest’ultimo, affidatosi al noto penalista Marcello Perillo che assiste anche Mario Trovato. Proprio in riferimento all’uomo cardine della presunta “locale” lariana, Redaelli avrebbe quest’oggi spiegato alla dottoressa Albertini  di essergli amico e di aver chiesto proprio a lui una consulenza circa fornitori di materiale per la ristorazione vista la sua esperienza nel campo, essendo addentro al mondo delle pizzerie e dei bar. Anche il 59enne di Valmadrera, avrebbe quindi allontanato da sé l’accusa di essere un affiliato e avrebbe anch’egli “scagionato” Marco Rusconi sostenendo di aver solo ricevuto consigli da quel sindaco volenteroso di dare all’area del lido di Parè un taglio più “famigliare”.
Al cospetto del sostituto procuratore, titolare dell’indagine congiuntamente al collega Claudio Gittardi e al procuratore aggiunto della Direzione distrettuale Antimafia Ilda Bocassini, Redaelli ha quindi “ripercorso integralmente il discorso del Pratone ammettendo anche le “leggerezze” compiute” ha spiegato l’avvocato Perillo facendo esplicito riferimento all’aver inserito, inizialmente, nella “Lido di Parè srl” Saverio Lilliu, dichiarandolo incensurato seppure non lo fosse. Spiegato ciò, il legale non si sbilancia però sui prossimi passi: “aspettiamo che sentano anche gli altri per vedere cosa fare” la sua chiosa. Il 25, per esempio, è già stata calendarizzata l’escussione dell’ex consigliere comunale Ernesto Palermo mentre Mario Trovato non ha ancora fatto sapere se vorrà rilasciare delle dichiarazioni ai pm. Classe 1949, nato a Marceduza (Cz)  egli è indicato testualmente come il  “promotore, con funzioni direttive dell’associazione a delinquere” che – stando sempre all’ordinanza emessa dal Gip Alfonsa Maria Ferraro – vedrebbe inseriti anche i già citati Palermo, classe 1968, di Galbiate, Redaelli, Lilliu e i lecchesi Alessandro Nania, classe 1959 originario di Petronà (Cz),  Antonino Romeo, classe 1959 tunisino di nascita e Claudio Bongarzone, classe 1968.
“Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio”, aggravata dalla sua posizione, l’ipotesi di reato formulata invece nei confronti di Marco Rusconi,  classe 1977, ex-sindaco di Valmadrera, indagato quindi per la fattispecie di reato prevista dagli articoli 81 cpv, 319, 319 bis con l’aggravante di cui all’art 7 del D.L. n.152/1991 in concorso con Claudio Crotta, classe 1965 residente a Pescate, indagato in qualità di corruttore (art. 81 cpv, 321 cp in relazione all’art. 319 cp).
Per l’ex primo cittadino, già sentito due volte dai pm, assistito dagli avvocati Sergio Colombo e Enrico Giarda  è già stata avanzata richiesta di scarcerazione.
A.M.
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