Val S. Martino: sui castagni sono tornati a spuntare i ricci, sconfitta la 'vespa cinese'

Eccola finalmente: la regina dell'autunno, la castagna, è ritornata in Val San Martino. Nei boschi le piante sono di nuovo ricoperte da tanti grossi ricci, per ora ancora verdi di un colore verde brillante ma che già lasciano presagire un autunno di buon raccolto dopo anni davvero da dimenticare.

Un ramo carico di ricci

Niccolò Mapelli della Comunità Montana

Dopo la vera e propria strage causata a partire dal 2011 dalla cosiddetta vespa cinese o, più correttamente Cinipede galligeno, e dopo un paio di stagioni climaticamente non favorevoli sembrerebbe proprio che il 2015 si candidi ad essere l'anno della rinascita dei castagni, anche nelle nostre zone.
A confermarcelo sono stati anche i "Castanicoltori del Lario Orientale", riunitisi in località Costa a Monte Mareno presso il "Parco penne nere" per un pomeriggio di approfondimento sul tema.

Mauro Gerosa, presidente dell’Ass. Castanicoltori

Angelo Ferri con uno speciale strumento per la raccolta

Come ci ha spiegato il presidente Mauro Gerosa sembra infatti aver funzionato la battaglia al cinipede condotta con la diffusione dell'insetto antagonista, che ha debellato la dannosa vespa asiatica.
"Possiamo dire che la lotta si è conclusa. L'esito era scontato perché sapevamo che l'insetto "buono" che abbiamo diffuso avrebbe sconfitto il parassita, ma non sapevamo quanto tempo ci avrebbe messo a farlo. All'inizio è stato piuttosto lento ma poi ha funzionato più velocemente e finalmente ce l'abbiamo fatta" ha spiegato Gerosa, che ci ha fatto alzare gli occhi al cielo per capire la differenza rispetto agli anni scorsi: "oggi noi siamo al di sotto della pianta e siamo all'ombra. Quando c'era il cinipide invece le piante non avevano fogliame e il sole filtrava tranquillamente tra i rami".

Il tree-climber Vasco Lanfranconi

Proprio in località Costa nel 2011 sono stati liberati gli insetti antagonisti che hanno pian piano sconfitto il cinipide, un piano realizzato all'interno del progetto di cooperazione interregionale Italia - Svizzera promosso dall'Unione Europea
Quest'anno una mano è arrivata anche dal meteo: "il 2014 è stato un anno troppo umido e freddo: molte piante nemmeno sono fiorite e infatti non c'erano nemmeno i ricci. Gli alberi però erano sani e si sono rinvigoriti" ha continuato il presidente dei castanicoltori.  "Quest'anno ci siamo un po' preoccupati tra luglio e agosto perché i castagni possono soffrire la siccità: ma poi sono arrivati i temporali che hanno portato l'acqua di cui avevano bisogno".

Alcuni dei presenti all'iniziativa

Le prime castagne iniziano già a essere mature a Monte Marenzo, qualcuno già inizia la raccolta dei frutti più precoci, anche se la maggior parte dei ricci ancora non è pronta.
Gerosa non si sbilancia: "aspettiamo la raccolta per vedere come sono e di che dimensione... Però sicuramente la fioritura è stata buona - tornerà ad esserci anche il miele di castagno - e ci sono anche tanti ricci".

Altri coltivatori invece sono più sicuri: "sembra proprio che quest'anno le castagne saranno forse non molto grosse ma certamente sane" ci ha spiegato Angelo Ferri, che possiede e cura con tanta passione un castagneto a Torre de' Busi. "Nelle passate stagioni, quando non c'erano castagne, hanno sofferto anche gli insetti che si nutrono delle stesse, come ad esempio il balanino, il verme che in dialetto viene chiamato cagnotto, e quindi quest'anno non hanno rovinato il prodotto".

Sono ben 170 i castanicoltori iscritti all'associazione, e molti di loro sabato pomeriggio si sono ritrovati a Monte Marenzo per scoprire qualche trucco in più per far crescere al meglio le loro piante. Ascoltando i consigli di Niccolò Mapelli della Comunità Montana o osservando come Vasco Lanfranconi, un giovane ragazzo di Abbadia con la passione per le piante ma anche per l' "arrampicata", svolge la sua professione di tree-climbing, scalando - si fa per dire - gli alberi per potarli al meglio.

"Bisogna infatti rendersi conto che il castagno è un vero e proprio albero da frutto, che richiede molto lavoro, molte attenzioni e molte cure" ha voluto sottolineare Ferri.
Per questo bisognerebbe evitare di raccogliere le castagne nelle selve private e curate con tanta fatica dei proprietari che potano le piante e puliscono con tanta pazienza il terreno, anche per poter rivendere il prodotto: "così come nessuno si sentirebbe mai autorizzato a entrare in un giardino privato a rubare le pesche da un albero...".

Si possono invece raccogliere liberamente nei tanti boschi di castagno sparsi sui monti di tutto il territorio, approfittando dell'occasione per una bella passeggiata tra i colori dei nostri busco in autunno.
Ancora qualche giorno di attesa e finalmente quest'anno potremo tornare dunque a gustare le caldarroste "made in Lecco".
Paolo Valsecchi
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