Valmadrera: a Villa Gavazzi rivive l’epoca del mecenatismo del XIX secolo, con Voces
Si è svolta, nel pomeriggio di sabato 3 ottobre presso la serra della storica Villa Gavazzi di Valmadrera un’articolata “tavola rotonda” incentrata sul tema del mecenatismo musicale nell’Italia del XIX secolo.
L’iniziativa si è inserita all’interno di “Voces”, il festival di musica tradizionale e antica giunto alla quarta edizione che ha avuto inizio il 20 giugno scorso, e ha proposto in tutto il territorio lecchese alcuni itinerari alla scoperta del grande patrimonio artistico e culturale della zona.
La conferenza, organizzata in collaborazione con la Fondazione Provincia di Lecco, la Confindustria di Lecco e Sondrio, la Banca della Valsassina, Agomir e ACEL Service e con il patrocinio del comune di Valmadrera e del FAI-delegazione di Lecco, si è occupata di illustrare il rapporto che sussisteva tra il mecenatismo culturale e l’imprenditoria nell’Italia del XIX secolo: la musica, in primis, rappresentava un settore in costante necessità di finanziamenti privati, dato che alla cultura era riservata una fetta esigua di finanziamenti pubblici.
La famiglia Gavazzi, conosciuta nell’ambito dell’imprenditoria serica, ha segnato una parte importante della storia industriale ed economica della Lombardia e del territorio lecchese, a partire dalla metà del XVIII secolo. Originaria di Canzo e di condizioni inizialmente modeste, con antenati che possono essere rintracciati fino alla fine del ‘400, ha iniziato progressivamente una lenta ascesa sociale, grazie anche ad un’accorta politica matrimoniale.
Già nel periodo napoleonico i Gavazzi potevano essere annoverati tra i maggiori produttori serici della Regione, e nel 1820 la filanda di Valmadrera di loro proprietà, definita dagli esperti “magnifica”, era in funzione per tre quarti dell’anno, utilizzando il sistema avanzato di trattura a vapore Gensoul-Bruni. Negli anni Settanta dell’Ottocento Pietro Gavazzi, oltre a dedicarsi alle attività bancarie (da segnalare la fondazione del Banco di Desio nel 1909, denominato poi “Banco di Desio e della Brianza” a seguito dell’annessione con la Banca della Brianza avvenuta nel 1967), fu consigliere di Milano, inaugurando quell’impegno in campo amministrativo e politico che divenne in breve una costante della tradizione di famiglia.
I Gavazzi, ben conosciuti per le loro attività imprenditoriali nell’Ottocento lombardo, hanno sostenuto molti artisti provenienti dalle zone vicine a Valmadrera, che in seguito hanno anche dedicato loro varie opere.
Il mecenatismo, del resto, nel panorama dell’Italia ottocentesca, rappresentava un sistema “universale”, particolarmente diffuso nell’Italia settentrionale.
A conclusione dell’iniziativa, punto di arrivo di una ricerca che ha fatto emergere notizie e materiali relativi all’attività dei Gavazzi, i numerosi presenti hanno potuto gustare una ricca “apericena” curata dall’Istituto professionale Aldo Moro di Valmadrera e svoltasi al centro Fatebenefratelli a causa del maltempo.
Da parte dei relatori presenti sono stati espressi i sentiti ringraziamenti al sindaco di Valmadrera Donatella Crippa, e ai membri della famiglia Gavazzi, che per l’occasione hanno gentilmente offerto la villa.
L’iniziativa si è inserita all’interno di “Voces”, il festival di musica tradizionale e antica giunto alla quarta edizione che ha avuto inizio il 20 giugno scorso, e ha proposto in tutto il territorio lecchese alcuni itinerari alla scoperta del grande patrimonio artistico e culturale della zona.
Angelo Rusconi
La conferenza, organizzata in collaborazione con la Fondazione Provincia di Lecco, la Confindustria di Lecco e Sondrio, la Banca della Valsassina, Agomir e ACEL Service e con il patrocinio del comune di Valmadrera e del FAI-delegazione di Lecco, si è occupata di illustrare il rapporto che sussisteva tra il mecenatismo culturale e l’imprenditoria nell’Italia del XIX secolo: la musica, in primis, rappresentava un settore in costante necessità di finanziamenti privati, dato che alla cultura era riservata una fetta esigua di finanziamenti pubblici.
La famiglia Gavazzi, conosciuta nell’ambito dell’imprenditoria serica, ha segnato una parte importante della storia industriale ed economica della Lombardia e del territorio lecchese, a partire dalla metà del XVIII secolo. Originaria di Canzo e di condizioni inizialmente modeste, con antenati che possono essere rintracciati fino alla fine del ‘400, ha iniziato progressivamente una lenta ascesa sociale, grazie anche ad un’accorta politica matrimoniale.
Già nel periodo napoleonico i Gavazzi potevano essere annoverati tra i maggiori produttori serici della Regione, e nel 1820 la filanda di Valmadrera di loro proprietà, definita dagli esperti “magnifica”, era in funzione per tre quarti dell’anno, utilizzando il sistema avanzato di trattura a vapore Gensoul-Bruni. Negli anni Settanta dell’Ottocento Pietro Gavazzi, oltre a dedicarsi alle attività bancarie (da segnalare la fondazione del Banco di Desio nel 1909, denominato poi “Banco di Desio e della Brianza” a seguito dell’annessione con la Banca della Brianza avvenuta nel 1967), fu consigliere di Milano, inaugurando quell’impegno in campo amministrativo e politico che divenne in breve una costante della tradizione di famiglia.
I Gavazzi, ben conosciuti per le loro attività imprenditoriali nell’Ottocento lombardo, hanno sostenuto molti artisti provenienti dalle zone vicine a Valmadrera, che in seguito hanno anche dedicato loro varie opere.
Il mecenatismo, del resto, nel panorama dell’Italia ottocentesca, rappresentava un sistema “universale”, particolarmente diffuso nell’Italia settentrionale.
A conclusione dell’iniziativa, punto di arrivo di una ricerca che ha fatto emergere notizie e materiali relativi all’attività dei Gavazzi, i numerosi presenti hanno potuto gustare una ricca “apericena” curata dall’Istituto professionale Aldo Moro di Valmadrera e svoltasi al centro Fatebenefratelli a causa del maltempo.
Da parte dei relatori presenti sono stati espressi i sentiti ringraziamenti al sindaco di Valmadrera Donatella Crippa, e ai membri della famiglia Gavazzi, che per l’occasione hanno gentilmente offerto la villa.
B.P.