Lecco: ricordi del cortile di via Ghislanzoni, 'animato' domenica
Il maltempo dello scorso fine settimana ha imposto il rinvio al pomeriggio di domenica prossima, 10 ottobre, con inizio alle ore 16, della festa del cortile delle botti e dei sassi di via Ghislanzoni, a Lecco. Sarà la festa del cortile nuovo, ma anche di quello vecchio, con un programma denso di appuntamenti, che prevedono musica, danze, sfilate di moda ed altro ancora, con particolari addobbi floreali.
L’iniziativa si deve ai nuovi residenti, che sono entrati nel cortile ampiamente ristrutturato e rinnovato, pur conservando le strutture caratteristiche del tempo trascorso.
Quanti anni e quante vicende sono passate nell’arco di un cammino ultrasecolare. Quando il complesso venne costruito, con le estese cantine volute dai Figini, commercianti di vini, c’era già l’antistante scuola di via Ghislanzoni, risalente al 1885. Un palazzo che ha specchiato nel cortile tanti avvenimenti di vita locale: l’ospedale di retrovia nella Grande Guerra 1915/1918, la prima Quinquennale del 1922, la palestra della Ginnastica Ghislanzoni e della Pugilistica Lecchese, le tante generazioni di ragazzi lecchesi passati nelle scuole. Era nuovissimo l’ospedale di via Ghislanzoni e da poco era in funzione il vasto scalo ferroviario della Piccola Velocità in via Amendola con i binari ed i vasti depositi per i treni merci.
I visitatori potranno trovare tracce dell’antico complesso, come gli anelli nel muro per il fermo cavalli da tiro sotto il terrazzone centrale. Sarà possibile indicare la collocazione delle estese e solide cantine, oggi box, provvidenziali rifugi antiaerei nei primi mesi 1945, quando incursioni alleate cercavano di colpire a Lecco il Ponte Vecchio sull’Adda e la stazione ferroviaria, nodi obbligati di transito verso la Valtellina, indicata come l’ultima trincea della Repubblica di Salò.
Al calar del tramonto un nonno potrà ricordare ai nipotini “Ecco, nell’intervallo di mezzogiorno, nel cortile giocavamo al pallone con sfide tra noi ragazzi della zona ed i pittorelli di Valmadrera, giovanissimi che lavoravano dalla Vittorina Barzaghi, azienda di verniciatura. Qualcuno tifava dalle finestre del palazzo più alto, qualcun altro protestava per il baccano che disturbava il riposino dopo il pranzo. Erano sempre partite combattute ed accese; se cadevi si sbucciavano le ginocchia sui sassi. Non ricordo bene le partite vinte o perse, sono passati tanti anni, anzi troppi. Nella storia del cortile c’è anche questo”.
L’iniziativa si deve ai nuovi residenti, che sono entrati nel cortile ampiamente ristrutturato e rinnovato, pur conservando le strutture caratteristiche del tempo trascorso.
Il cortile
Il “cortile delle botti e dei sassi” risale, infatti, come data ufficiale, all’anno 1907, quando il 13 maggio, nell’appartamento dell’ala su via Appiani, nasceva Mario Figini, figlio di Felice e di Vittoria Noli, deceduto a 94 anni di età, nel dicembre 2001, a Calolziocorte, dove risiedeva dal 1959.Quanti anni e quante vicende sono passate nell’arco di un cammino ultrasecolare. Quando il complesso venne costruito, con le estese cantine volute dai Figini, commercianti di vini, c’era già l’antistante scuola di via Ghislanzoni, risalente al 1885. Un palazzo che ha specchiato nel cortile tanti avvenimenti di vita locale: l’ospedale di retrovia nella Grande Guerra 1915/1918, la prima Quinquennale del 1922, la palestra della Ginnastica Ghislanzoni e della Pugilistica Lecchese, le tante generazioni di ragazzi lecchesi passati nelle scuole. Era nuovissimo l’ospedale di via Ghislanzoni e da poco era in funzione il vasto scalo ferroviario della Piccola Velocità in via Amendola con i binari ed i vasti depositi per i treni merci.
I visitatori potranno trovare tracce dell’antico complesso, come gli anelli nel muro per il fermo cavalli da tiro sotto il terrazzone centrale. Sarà possibile indicare la collocazione delle estese e solide cantine, oggi box, provvidenziali rifugi antiaerei nei primi mesi 1945, quando incursioni alleate cercavano di colpire a Lecco il Ponte Vecchio sull’Adda e la stazione ferroviaria, nodi obbligati di transito verso la Valtellina, indicata come l’ultima trincea della Repubblica di Salò.
A destra il pittore Orlando Sora
La festa del centenario 1907/2007 ha visto la partecipazione anche dei residenti nei vecchi caratteristici cortili vicini come la Curt d’Africa, di via Pizzi, ed il palazzo con i portici di corso Martiri della Liberazione, entrambi nel frattempo totalmente rinnovati. La festa del centenario vide anche la storia del “cortile delle botti e dei sassi” rievocata da Aloisio Bonfanti; un saluto a tutti i convenuti venne portato dall’allora presidente del Consiglio di Zona 1, Giovanna Oddono, attuale preside del liceo al Collegio Volta.Al calar del tramonto un nonno potrà ricordare ai nipotini “Ecco, nell’intervallo di mezzogiorno, nel cortile giocavamo al pallone con sfide tra noi ragazzi della zona ed i pittorelli di Valmadrera, giovanissimi che lavoravano dalla Vittorina Barzaghi, azienda di verniciatura. Qualcuno tifava dalle finestre del palazzo più alto, qualcun altro protestava per il baccano che disturbava il riposino dopo il pranzo. Erano sempre partite combattute ed accese; se cadevi si sbucciavano le ginocchia sui sassi. Non ricordo bene le partite vinte o perse, sono passati tanti anni, anzi troppi. Nella storia del cortile c’è anche questo”.
