Lecco: dal terreno che si 'allaga' agli alloggi, passando per le pizzerie. La mappa dei beni confiscati alla mafia nel lecchese

Il dr. Simeone
Con la sottoscrizione, nel pomeriggio di ieri, del protocollo d’intesa per la ristrutturazione dell’ex Pizzeria Wall Street, di via Belfiore 1 a Lecco, alla presenza del prefetto Antonia Bellomo, del sindaco Virginio Brivio, del commissario straordinario dell’Aler di Lecco, Bergamo e Sondrio Luigi Mendolicchio, del presidente di Regione Lombardia  Roberto Maroni e del presidente nazionale dell’associazione Libera Enrico Fontana, sono tornati ad accendersi i riflettori sul patrimonio confiscato alla criminalità. Il governatore lombardo, dati alla mano, ha infatti parlato di 59 beni – tra immobili e aziende – sequestrati nella nostra Provincia, inseriti in un panorama più ampio che vede la Lombadia tra le regioni maggiormente interessate dal fenomeno. 963 infatti gli immobili oggetto di questo tipo di provvedimento su un totale di 11237 in tutta Italia, con la Sicilia che guida la classifica con una fetta davvero sostanziosa (il 43,53% del totale), seguita da Campagna, Calabria, Puglia e – appunto – la Lombardia. 223, invece, le aziende su 1707 “casi” lungo tutto lo Stivale, concentrati anche in questo caso in Sicilia e Campagna con la Lombardia “medaglia di bronzo” e ancora una volta, prima regione del Nord.
Stando dunque ai numeri riportati sulla pagina dell’”Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, istituita proprio su spinta di Maroni, allora Ministro dell’Interno del Governo Berlusconi,  aggiornata purtroppo solo al gennaio dello scorso anno – come fatto notare dal presidente con rammarico – a Lecco sarebbero 40 gli immobili e 19 le aziende sottratti alla mala, con quest’ultima categoria, che segue un percorso diverso rispetto a quello degli stabili, riconducibile prevalentemente alla famiglia Coco Trovato e alla primissima inchiesta sulla mafia nella nostra Provincia, l’ormai “storica” Operazione Wall Street.
Venendo invece alle strutture, il numero si “sgonfia” – senza però perdere il suo importante carico di significato – se si considera che i beni sono catalogati secondo i principi dell’accatastamento e dunque le pertinenze diventano unità singole seppur connesse al corpo centrale. Per semplificare: ad Airuno, il portale dell’Agenzia indica conta quattro diverse strutture, tutte riconducibili però all’ex Pizzeria Il Portico, sulla statale, già sede anche di un distaccamento della Guardia di Finanza, poi “riaccorpato”, a seguito della riorganizzazione sul territorio delle Fiamme Gialle, nel Comando di Lecco. “Si tratta dell’immobile più grande confiscato sul territorio provinciale” ci ha spiegato il Capo di Gabinetto della Prefettura, dottor Stefano Simeone, dall’alto della sua lunga esperienza a Lecco, con i primi passi mossi nel 1996. Il funzionario, a memoria, ci ha infatti tracciato l’intera mappa con la dislocazione di tutti i beni, comune per comune.

“Tutti sono stati assegnati – ha precisato fin da subito – ma per alcuni è più difficile arrivare a una destinazione effettiva”. Il riferimento è ovviamente a quelle realtà come l’ex Wall Street o l’ex Giglio, giusto per rimanere nel capoluogo, che legano la loro rinascita ad una sostanziosa iniezione di risorse (“se non fosse intervenuta la Regione con 400.000 euro dei 700.000 necessari, difficilmente si sarebbe arrivati alla svolta” ha argomentato in riferimento all’edificio di via Belfiore, “celebrato” nella giornata di ieri). Ma il pensiero corre anche a quegli edifici come l’ex Portico o come una delle due Ville di Galbiate, destinate in prima battuta alla Guardia di Finanza e alla Polizia di Stato, poi lasciati liberi a seguito di disposizioni governative e ora difficilmente recuperabili anche per effetto della Spending Review e dei vincoli di bilancio a cui sono assoggettati gli enti pubblici. l pieno utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata continua comunque ad essere un obiettivo prioritario della Prefettura, come ribadito anche nel suo intervento di ieri dalla dottoressa Antonia Bellomo. Ciò per due ordini di ragioni. In primo luogo, in quanto l'aggressione ai patrimoni mafiosi si è dimostrata come uno degli strumenti più efficaci per la disarticolazione delle aggregazioni criminali. In secondo luogo, in quanto giustamente riveste crescente attenzione dell'opinione pubblica il valore simbolico della restituzione alla collettività dei beni illecitamente sottratti.
Ecco dunque l’elenco di beni lecchesi:

AIRUNO

Non più utilizzato dalla Guardia di Finanza, l’ex Pizzeria Il Portico, di grandi dimensioni con box e giardino di pertinenza, affacciata sulla statale, è al centro dell’attenzione del comune. Nei mesi scorsi, quando si era posto il problema di dove spostare la Cra (comunità riabilitativa a alta intensità per utenti afferenti al dipartimento di salute mentale dell’Azienda Ospedaliera della Provincia di Lecco) da Villa Mira di Garbagnate Rota, non più utilizzabile, ad altra sede, si era paventata la possibilità di ristrutturare e adeguare a tale uso l’ex pizzeria, senza però dare poi corpo – anche per ragioni economiche – al progetto.
“Il recupero è reso difficile dalla grandezza e dalle difficoltà di portafoglio” ha sottolineato il dottor Simeone.

BALLABIO
“Si tratta di uno scantinato assegnato al comune – prosegue il funzionario – dato in uso ad un gruppo di volontari ormai da anni”

CESANA BRIANZA
Un caso, questo, davvero particolare: “stiamo parlando di una strisciettina di terra vicino al Lago, inondata per buona parte dell’anno dall’acqua. Viste anche le dimensioni ridotte e questa caratteristica, difficilmente si riuscirà a utilizzarla concretamente”

COLICO
Seppur indicati dal sito dell’Agenzia, come sei beni, si tratta in realtà di due appartamenti con box assegnati già da tempo dal comune per finalità sociali

COSTA MASNAGA

Anche in questo caso, la situazione,  è già balzata agli onori della cronaca per la sua peculiarità.
All’interno infatti del compendio di beni sequestrati sul quale l’amministrazione comunale vorrebbe da tempo realizzare una struttura per anziani, si trova anche un corpo ceduto ad inizi 2000 da un privato all’associazione culturale che gestisce il centro islamico (spesso indicato come la “moschea”). “Oltre a questo problema, a complicare il recupero del bene anche  il fatto che il complesso non è messo per nulla bene” puntualizza Simeone.


Sempre a Costa Masnaga, invece, il 3 settembre 2011, in località Brenno, un terreno confiscato è stato restituito alla collettività, “trasformato” in un campo da calcio con parco giochi. Simbolicamente la struttura è stata intitolata a ricordo di Giuseppe Letizia (di Palermo) e Federica Taglialatela (di Napoli).

GALBIATE

Hanno seguito due percorsi differenti le due ville confiscate in paese. La prima ospita ormai da anni, su spinta dell’amministrazione comunale e della Caritas, una struttura per anziani. La seconda, destinata inizialmente ad ospitare alloggi per la Polizia di Stato e passata poi al Corpo Forestale dello Stato con la penuria di fondi che non permette di “dare una svolta” al futuro dell’edificio.

LECCO
In città due immobili sono stati destinati ad ospitare alloggi per la Polizia di Stato mentre in via Adamello, nel marzo del 2012, è stato consegnato ad una famiglia bisognosa, l’appartamento intitolato a Angelo Vassallo, sindaco di Pollica assassinato il 5 dicembre 2010. Il progetto alla base di questo intervento è quello dell’hounsing sociale portato avanti dall’amministrazione cittadino, in questo caso con l’appoggio della Cooperativa l’Arcobaleno Onlus.

Più articolata la storia, più che nota, delle ex pizzerie Wall Street e Il Giglio, con quest’ultima, sita in via Ghislanzoni a Pescarenico, che dovrebbe diventare un centro diurno di aggregazione per anziani.

MOLTENO
“I due immobili sono ora “fuori gestione” in quanto dissequestrati”

OLGINATE
Anche in questo caso si tratta di due appartamenti, assegnati dal comune per finalità sociali

TORRE DE’ BUSI
L’intervento di recupero, elogiato dal prefetto Bellomo nel corso della “festa” per l’ex Wall Street, è stato condotto da Aler che ha così consegnato agli aventi diritto 4 appartamenti, ciascuno della dimensione di circa 46-48 mq, il 3 dicembre di due anni fa. La risistemazione, che ha visto anche la realizzazione al piano terra di 2 posti macchina e il rifacimento delle aree esterne con la creazione di verde e di altri 2 posti auto, ha visto la partecipazione economica di Regione Lombardia e ALER Lecco con 175 mila euro ciascuna, oltre che il contributo di 10 mila Euro da parte della Provincia di Lecco, per un totale di 360 mila euro complessivi.

VALMADRERA

“Si tratta di una striscia di terra, abbastanza ampia, affidata da tempo a un’associazione di volontariato”


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A.M.
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