'Vendemmia', la parola alle difese per il controesame di Nera. Su Luca Stucchi: 'non era il vaso di coccio tra i vasi di ferro'

Il sostituto commissario Nera
Si esaurirà solo il prossimo 20 gennaio -  quando l'operante passerà sotto "gli artigli" dell'avvocato Marcello Perillo, difensore della meratese Cristina Clementi - la lunga deposizione del sostituto commissario Domenico Nera, proseguita nella mattinata di ieri, martedì 17 novembre presso l'aula 10 al pianterreno del Palazzo di Giustizia di Milano. Il numero uno della Digos di Lecco è infatti comparso per la quinta volta al cospetto del collegio giudicante della decima sezione penale per sottoporsi - dopo aver tratteggiato nelle precedenti sedute l'intera inchiesta guidato dal sostituto procuratore Eugenio Fusco - al controesame a cura di parte dei legali dei dieci soggetti a processo nell'ambito di "Vendemmia", il procedimento incentrato sull'ormai noto "Progetto Tv-Sanità" avente per cardine l'Azienda Ospedaliera di Vimercate e sul filone mantovano legato invece alla gara per il servizio di consulenza e brokeraggio assicurativo del Carlo Poma. Proprio sul ruolo dell'allora direttore generale di quest'ultima struttura, il meratese Luca Stucchi, si è incardinata la prima parte dell'udienza, apertasi con la comunicazione della rinuncia al mandato del precedente difensore di Maurizio Amigoni (ai tempi dell'indagine alla testa dell'Ao di Desio e Vimercate) sostituito dall'avvocato Roberto Zingari che ha scelto di non porre domande al teste così come una buona fetta dei propri colleghi e il legale di parte civile in rappresentanza di Regione Lombardia.
A rompere il ghiaccio è stato dunque l'avvocato Carlo Tremolada che, con convinzione, in sfregio forse al lavoro compiuto da chi si è occupato dell'indagine, in un passaggio del proprio botta e risposta con il dottor Nera - mediato dal presidente del collegio - si è perfino detto dispiaciuto del fatto che non si sia trovato l'accordo per l'acquisizione agli atti dell'intera relazione conclusiva a firma del dirigente della Digos lariana perché la stessa "rappresenta la nostra difesa".
L'avvocato Carlo Tremolada
Sotto il dr. Luca Stucchi
(foto tratte dal web)

Domandando all'operante se sapesse quando il proprio assistito ha assunto la dirigenza dell'Ao di Mantova e se il rapporto che legava tale realtà ospedaliera con la società di brokeraggio Marsh fosse o meno pre-esistente all'arrivo di Stucchi al Carlo Poma il legale ha avviato il proprio controesame, finalizzato chiaramente a scardinare il quadro accusatorio a carico del top manager con casa a Sartirana, chiamato a rispondere di turbata libertà degli incanti in concorso con gli imputati Emanuele Cordero di Vonzo, Franco Paolo Candidi, Carlo Lucchina, Giulio Boscagli e Paolo Puccitelli Valentini nonché di Corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio ai sensi dell'art. 319 cp. "I costi del servizio di brokeraggio chi li sostiene?" ha incalzato l'avvocato Tremolada, facendo ammettere al poliziotto come la spesa sia a carico della compagnia assicurativa poi selezionata, chiamata a svolgere un'attività comunque "molto redditizia". Allo stesso modo Nera ha categoricamente smentito che le valutazioni assegnate - nel corso della prima gara esplorativa del 1° aprile 2009 - alle società partecipanti (che avrebbero assegnato il servizio alla Rasini e Viganò) fossero a suo avviso "appunti di massima, una griglia elaborata da un membro della commissione" come invece ipotizzato dal difensore del dottor Stucchi, disegnato anche in questa occasione - come già nell'udienza dedicata al "filone Mantova" - come colui il quale si sarebbe trovato tra due fuochi: da una parte il procacciatore d'affari Alberto Uva (già uscito di scena tramite patteggiamento) che avrebbe spinto - con Gennari - per l'affidamento dell'incarico a Marsh e dell'altra i propri riferimenti "politici" che invece - stando al quadro accusatorio - sostenevano la concorrente Gbs. "I tavoli sono due, un bravo giocatore riesce a vincere su entrambi" ha sostenuto il sostituto commissario parlando del meratese come di "una persona molta attenta, lucida, secondo me pragmatica, che usa un criterio matematico: ha ricevuto doni dagli uni e una "posizione" dagli altri. Non è un succube: non è don Abbondio, il vaso di coccio tra vasi di ferro".
Sembrerebbe però anche essere - almeno stando invece alle deduzioni del proprio avvocato - colui il quale non arriva mai a incassare i contanti che, secondo chi ha svolto le indagini, gli sarebbero stati promessi. "Ha mai sentito accenno di denaro tra Uva e Stucchi?" ha chiesto infatti Tremolada. "No. Ma nei fatti sì" la risposta del dirigente della Digos convinto dell'esistenza di "somme che sono arrivate nel 2009 e somme che sono state approntate nel 2010", specificando poi come le perquisizioni siano state effettuate prima dell'apertura delle buste e dunque prima che il progetto, per il quale al Dg erano stati promessi secondo il capo d'accusa 39.000 € e che, alla fine, prevedeva l'assegnazione al raggruppamento di imprese creato ad hoc da Marsh e Gb, fosse portato a compimento.
Giulio Boscagli
"Vi sono altri elementi per sostenere tale disegno?"
è stata invece l'unica domanda posta dal co-difensore, l'avvocato Francesco Arata che, sentendosi rispondere "no", ha poi passato il microfono ai colleghi per le posizioni Candidi (per il quale l'avvocato Ezio Monaco ha messo in dubbio la presenza del proprio assistito a determinati incontri), Cordero di Vonzo (il cui legale ha chiesto spiegazioni perfino sulla X cerchiata presente nelle agende del "conte" Uva, sottolineando come tra il proprio cliente e il missagliese stesso siano stati tracciati solo due contatti in due anni, tra l'altro inutilizzabili ai fini processuali) e Rasetti (con l'avvocato Monica Alberti che ha preannunciato la redazione di una memoria attraverso la quale mira a dimostrare come gli operanti abbiano confuso, almeno in alcune occasioni, il suo rappresentato con un altro soggetto, tale Rastelli).
Spazio infine all'avvocato lecchese Maria Daniela Sacchi, in sostituzione del collega Richard Martini, per l'ex primo cittadino lariano Giulio Boscagli. Pochissime ma secche le domande poste in riferimento all'allora assessore regionale alla Famiglia (e dunque ad una delle strutture che si occupavano di Sanità, ha sottolineato in apertura il legale), mai oggetto - nel corso delle indagini - di intercettazioni come ha riferito il sostituto commissario Nera che ha affermato anche che non esistono riscontri diretti a carico del politico con casa a Lecco se non nel riferito di Uva.
E proprio il faccendiere attorno al quale - nella ricostruzione operata dalla Digos - ruotano entrambi i filoni processuali sarà il protagonista, dopo il controesame per la posizione Clementi, della prossima udienza, alternandosi al banco dei testimoni con il titolare della Multimedia Hospital' Bruno Della Negra. Si torna in Aula il 20 gennaio.
A.M.
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