Domiciliari per Lovisari: il giudice si riserva. L'avvocato Pelizzari deposita una memoria

L'avvocato Stefano Pelizzari e il dg Mauro Lovisari
Come prevedibile, nemmeno oggi, il Tribunale del riesame si è pronunciato sull’appello presentato dalla pubblica accusa, in riferimento a 12 indagati nell’ambito dell’operazione “Ecatonchiri” incentrata su presunte irregolarità legate agli appalti  per EXPO 2015 - in particolar modo la "Città della Salute" inserita nel progetto di riqualificazione dell'area ex Falck di Sesto – ma arrivata a lambire, come ormai noto, anche il lecchese ed in particolare il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera dottor Mauro Lovisari.
Per il top manager, in quota Lega, i pm Claudio Gittardi e Antonio d’Alessio, coordinati dal procuratore aggiunto Ilda Bocassini, hanno riproposto l’applicazione della misura di prevenzione degli arresti domiciliari, rigettata, in prima battuta, dal Gip. Il giudice, questa mattina, al termine di un’udienza durata più a lungo del previsto, con una pausa a seguito della quale la pubblica accusa ha prodotto dell’ulteriore documentazione in riferimento a altri indagati, si è riservato. La sua decisione sarà dunque resa nota, indicativamente, tra martedì e mercoledì.
Assistito dall’avvocato Stefano Pelizzari del Foro di Lecco, il dottor Lovisari era l’unico dei 12 indagati presenti in Aula. “Turbata libertà degli incanti” (art.353 cp) il reato che gli viene contestato in riferimento alla gara per l’aggiudicazione del servizio di lavanderia dell’Ao, una commessa da 34 milioni di euro assegnata, nel maggio 2013, ad una società di Ferrara. Il difensore del Dg (nel frattempo sospeso dalla Giunta regionale dal proprio incarico) ha quest’oggi presentato una memoria difensiva nella quale viene valorizzata la produzione documentale attinente alla gara stessa, i cui atti sarebbero stati acquisiti dai Pm solo a seguito della perquisizione operata presso gli uffici della palazzina amministrativa dell’ospedale Manzoni all’inizio di maggio, quando Lovisari venne raggiunto da avviso di garanzia. Il direttore avrebbe infatti – stando al quadro accusatorio – ricevuto pressioni affinché alla “società prescelta” venisse assegnato un punteggio tecnico superiore di 12 punti rispetto alle concorrenti. Le carte, dimostrerebbero invece, che ciò non avvenne e che la ditta che si aggiudicò l’appalto lo fece grazie a una proposta economica nettamente vantaggiosa rispetto a quelle avanzate dalle controparti.
Ma ci sarebbe di più: documentalmente sembrerebbe essere piuttosto evidente come il contenuto delle intercettazioni delle conversazioni intercorse tra Mauro Lovisari e l'ex segretario regionale della Dc lombarda e parlamentare di Forza Italia Gianstefano Frigerio, ritenuto al centro del sistema, sia effettivamente diverso da quanto poi millantato dallo stesso Frigerio interloquendo con altri soggetti relativamente all’appalto lecchese.
Come dicevamo, la pronuncia, attesa anche dalla Giunta regionale per eventuali avvicendamenti alla testa dall’Azienda ospedaliera lecchese, è ora prevista nei prossimi giorni.


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A.M.
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