Lecco: 72 anni fa il deragliamento del tram a Cavalesine, una targa ricorda le 14 vittime

Settantadue anni sono passati da quel sabato 11 dicembre 1943, quando il tram della morte deragliò, in località Cavalesine, in quartiere San Giovanni, sulla linea Malavedo-Maggianico di Lecco, provocando 14 vittime. La memoria di quella tragedia è tuttora viva nei residenti più anziani della vallata del Gerenzone, in particolare del quartiere Laorca, che lamentò sette morti e diversi feriti.

Il tram delle 8.05 di sabato 11 dicembre 1943

Era un terribile inverno di guerra, tra miseria e bombardamenti, notizie tragiche di militari lecchesi caduti in combattimento, dispersi o fatti prigionieri. L’occupazione nazista era già in corso e la guerra era arrivata anche sulle porte di casa, come avvenuto due mesi prima, con i rastrellamenti nazisti contro le nascenti formazioni partigiane del Pizzo Erna e di altre vallate lecchesi.
Il tram partiva alle 8.05 da Malavedo, dalla fermata capolinea sulla strada della Valsassina, prima del Ponte sul Gerenzone. Alle 8.20 la discesa verso Lecco era tragicamente finita nel vasto prato sottostante alla fermata di Cavalesine, dove oggi si trova l’azienda florovivaista Orio Garden e di fronte alla villa già Sangregorio, poi divenuta sede della Nostra Famiglia.
I soccorsi furono immediati e generosi, con vigili del fuoco, vigili urbani, carabinieri, croce rossa, numerosi volontari, fra i quali il parroco di San Giovanni, don Luigi Monza. Risentirono del clima di guerra, dove tutto scarseggiava, dalla benzina agli automezzi, al materiale sanitario. Diversi feriti raggiunsero l’ospedale, allora in via Ghislanzoni, su carri agricoli; lo stesso avvenne per le salme composte nel vicino cimitero di San Giovanni, poi dismesso e dove ora sono da anni fermi i lavori del nuovo Ostello della Gioventù.

Una vettura tramviaria della linea Malavedo-Maggianico

La lapide che ricorda la tragedia dell’11 dicembre 1943

Sul posto della tragedia si recò il commissario del Comune di Lecco, Alberto Jermi, con il comandante dei vigili urbani, Pietro Bonacina. Visitò i feriti in ospedale e distribuì, per quanto possibile, sussidi in denaro alle famiglie colpite. Era un sabato mattina, giorno di mercato. Il tram era stracarico di circa 100 persone pigiate ovunque, strette a grappoli anche sui predellini esterni.
Diversi scampati all’incidente furono concordi nel ricordare che, dopo la fermata alla curva presso Varigione, il tram prese una corsa superiore alla normale velocità di viaggio. I tentativi di frenata del conducente furono vani e, forse, la mancanza di erogazione dell’energia elettrica sulla linea dei fili portò la vettura tramviaria ad uscire dalle rotaie alla curva di Cavalesine e finire fracassata nel prato sottostante.

L'assessore Stefano Parolari porta l’adesione del Comune di Lecco alla cerimonia del 2008

Superstiti del tram presenti alla cerimonia

I fili della linea aerea tramviaria subirono, infatti, un forte strappo, notato sino a Malavedo, da gente che si trovava nella zona del capolinea. Venne avvertito un colpo di frusta sui fili e subito si pensò ad un incidente grave.
Cinquant’anni dopo, nel 1993, per iniziativa dell’allora parroco di Laorca, don Angelo Galbusera, venne ricordato il mezzo secolo della tragedia, con una Messa celebrata nella chiesa di Malavedo, vicino al capolinea del tram. Celebrò don Antonio Barone, nativo di Laorca che, ragazzino di 12 anni, si trovava sul tram diretto a Lecco per la scuola; uscì praticamente solo contuso, dopo essere stato impigliato fra i sedili fracassati. Il quadro era desolante e drammatico, tra grida di dolore e di aiuto.
L’11 dicembre 2008, con il sindaco Antonella Faggi, l’Amministrazione comunale di Lecco deliberò di collocare una lapide, a ricordo della tragedia. L’iniziativa era partita dal Consiglio di Zona, con il presidente Alfredo Rusconi.

Il pubblico presente nel cortile della Nostra Famiglia, di San Giovanni, antistante la zona della tragedia

Il momento in cui è stata scoperta la lapide con il drappo civico di Lecco

La cerimonia avvenne nel cortile della Nostra Famiglia e l’Amministrazione comunale di Lecco era rappresentata nella dall’assessore Stefano Parolari e dal presidente del Consiglio Comunale, Emanuele Mauri. Tra i presenti c’era l’ex sindaco Lorenzo Bodega, parlamentare della Repubblica. Aloisio Bonfanti ricordò brevemente la storia della tragedia, la più grave di tutto il Novecento lecchese, superiore alla frana del Monte San Martino del febbraio 1969 e del bombardamento aereo della Fiocchi Munizioni di Belledo, nella primavera 1945. Erano presenti diversi superstiti del tram, nonché parenti delle vittime. Il parroco di San Giovanni, don Emilio Colombo, recitò una preghiera con la benedizione della lapide, che venne scoperta da una superstite.
Lo scorso anno, nella mattinata dell’11 dicembre, una delegazione di Appello per Lecco, guidata da Corrado Valsecchi, ora assessore comunale, depose un omaggio floreale alla lapide, con un momento di commosso raccoglimento, nel ricordo delle vittime.
A.B.
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