Lecco: i lavoratori della Pietro Carsana in presidio dinnanzi alla sede, si chiede una data certa per il piano concordatario per ottenere la cassa

Sono i lavoratori stessi della Pietro Carsana srl di Lecco - in presidio dalle 9 di questa mattina dinnanzi alla sede dell'azienda, a Rancio - a spiegare la situazione, distribuendo un chiaro volantino, sottoscritto da tutte le sigle sindacali, ad automobilisti e passanti.

"Dopo l'iniziativa del 28 novembre siamo tornati in strada per denunciare il nostro stato di difficoltà rispetto alle scelte intraprese unilateralmente dalla Direzione Aziendale" si legge. "Difatti il 5 ottobre di quest'anno l'Azienda ci ha comunicato tramite le Organizzazioni sindacali la propria intenzione di entrare in procedura concorsuale, portando i libri contabili in Tribunale. Il nostro futuro è appeso ad un filo, condizionati dalle decisioni di quando l'Azienda intende predisporre il Piano Concordatario. Se la Pietro Carsana non presenterà tale documentazione al Tribunale entro pochi giorni, non sarà possibile per noi lavoratori poter accedere alla Cassa Integrazione e ci troveremo tutti estromessi dal nostro posto di lavoro. E pensare che fino a qualche mese fa niente ci portava a pensare di trovarci in questa drammatica situazione. Lavoravamo - proseguono i dipendenti - per importanti appalti tra cui Expo e tutto ad un tratto la sospensione di tutti i lavori, dei pagamenti e la messa in Cassa Integrazione a zero ore dell'intera forza lavoro. Molti appalti che storicamente svolgevamo sono stati immediatamente sospesi. Allora ci chiediamo: "dove sono finiti i guadagni di tutti questi anni?". Abbiamo lavorato duramente con spirito di appartenenza, senso di responsabilità ed alta professionalità portando questa Azienda ad importanti livelli di competitività ed affidabilità. Oggi chiediamo maggiore chiarezza su quando potremo discutere delle nostra Cassa integrazione quale unica ancora di salvezza".

"Il 5 dicembre era la data ultima per la consegna della relazione concorsuale - aggiunge, per meglio dettagliare la situazione, Giuseppe Cantatore (Fillea Cgil) - ma l'Azienda ha chiesto una proroga, che per legge è di 60 giorni, e il Tribunale l'ha concessa. Se vengono sfruttati tutti è evidente che usciamo dal tempo della normativa sugli ammortizzatori sociali (col primo gennaio scatta infatti la riforma ndr). Chiediamo dunque una data certa e la condivisione - già questa mattina - di un verbale d'accordo".
In pratica riuniti in assemblea proprio in questo momento, i rappresentanti sindacali chiederanno alla Pietro Carsana - storica impresa costruttrice di Lecco - di impegnarsi a presentare il piano concordatario entro la fine di questa settimana, per permettere al Tribunale di visionarlo e far scattare così la cassa integrazione straordinaria entro il 31 dicembre.

"Dall'Azienda ci sentiamo ormai traditi: chiediamo almeno che non ci tolga la possibilità di godere almeno degli ammortizzatori" commentano i lavoratori, bandiera del sindacato sulle spalle e fischietto in bocca per "farsi sentire", seppur simbolicamente, sotto le finestre della sede di via Gorizia. "Abbiamo scritto anche ai nostri parlamentari: Fragomeli non si è nemmeno degnato di risponderci. Almeno la Tentori l'ha fatto".
Dei 138 dipendenti in pancia alla Carsana, in 8 hanno aperto la procedura di mobilità volontaria. Tra di loro anche un'impiegata, da 40 anni in Azienda. Ma, come i propri colleghi, si sarebbe aspettata questa fine.
"L'altro giorno ho ritirato la busta paga di novembre: 120 euro per due festività" ha spiegato un'altra lavoratrice. "Da agosto non prendiamo più uno stipendio intero e anche i soldi dalla cassa - se ci verrà riconosciuta - non arriveranno subito. Come possiamo andare avanti?".
"I dipendenti della Carsana sono 138 ma non ci si rende conto che se si sommano i famigliari e i fornitori dell'indotto si supera il migliaio di persone messe in difficoltà, con tutte le conseguenze anche sul piano sociale" puntualizza infine un altro rappresentante sindacale.

Nel pomeriggio l'esito dell'incontro odierno.
A.M.
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