Ballabio: il valore del dialetto perpetuato nelle poesie 'del Bertu' di Alberto Scaioli

Una raccolta di poesie che è molto più di questo: è storia, è tradizione, è rievocazione dei tempi, degli usi, dei costumi di una piccola comunità e parallelamente è perpetuazione di queste. Nella serata di ieri, a Ballabio, una sala consiliare al gran completo ha ospitato la presentazione del libro 'I puesij del Bertu', una raccolta di versi e testi popolari in dialetto ballabiese conosciute anche come 'i pastrugn', come li chiama e come li ha sempre chiamati lo stesso autore, Alberto Scaioli, sin da quando iniziò a mettere nero su bianco i suoi 'giochi' di parole.
"Trattiamo questa sera di un argomento importante, che tocca il nostro animo, il nostro modo di esprimerci, il nostro modo di pensare. Nelle tradizioni c'è l'Io, il modo di esprimersi che riguarda ogni comunità. Così come una lingua nazionale, il dialetto non ha nulla di statico ma di dinamico perché arriva ai tempi nostri da tempi lontani", ha esordito il consigliere Domenico Scala, introducendo di fatto l'evento e inquadrando l'opera alla luce dell'importante significato di cui è portatrice.

Il consigliere Domenico Scala

Per ringraziare Alberto Scaioli dello "straordinario contributo offerto alla cultura popolare", è intervenuto successivamente anche il sindaco Alessandra Consonni, con un profondo discorso che ha attraversato l'evoluzione del dialetto nel tempo, rievocando le barriere e i pregiudizi che questo dovette affrontare, e dai quali  tutt'ora non può ancora dirsi completamente libero.  "Tra i luoghi comuni più banali vi è l'associazione tra dialetto e ignoranza. Credo che l'ignoranza sia alla radice di una simile equazione. Il nostro idioma locale, in quanto variante della lingua lombarda, non è una parlata da trogloditi, al contrario presenta una grammatica davvero complessa, fatta di declinazioni, complementi e di tante di quelle regole da riempire un voluminoso manuale".

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Le pagine di Alberto Scaioli, che "ci parlano con la voce dei nostri avi e ci legano alla nostra storia e a quella della nostra comunità", come ha detto il primo cittadino, mettendo nero su bianco pensieri e parole vanno quindi ad opporsi alla volontà di relegare il dialetto popolare nell'angolo delle sfuggevoli tradizioni orali: "si sconta forse ancor oggi l'antico retaggio lombardo per cui l'aristocrazia che sapeva scrivere usava il francese mentre il popolo il dialetto. Si capisce allora l'importanza di una testimonianza scritta della nostra lingua, specie di un dialetto circoscritto ad un piccolo gruppo, come è la variante ballabiese. Leggere i versi ricchi del fascino del tempo passato permetterà a tanti di migliorare la sensibilità e la conoscenza per le cose che più contano".

Don Giovanni Milani e Alberto Scaioli

Il sindaco Alessandra Consonni

Appassionate e appassionanti, le poesie declamate con il sottofondo musicale del maestro Alberto Minonzio, al pianoforte, hanno fatto divertire e emozionare i presenti: la forza delle parole che si legano alla terra, al popolo, al vissuto quotidiano della gente, e che proprio per questo si possono raccontare efficacemente solo attraverso la lingua della gente, hanno colpito al cuore di molti, ben oltre i pregiudizi, stracciando ogni retaggio di 'snobismo' intellettuale.  

Il presidente della Pro Loco di Ballabio e Alberto Consonni

Antonio Colombo

Pubblicata grazie all'interessamento della Pro Loco, e completata grazie alla collaborazione con Antonio Colombo, per quanto riguarda la parte fonetica e grafica, l'opera permetterà quindi di perpetuare nel tempo il sapore della tradizione attraverso le parole del Berto, "un concittadino che non tutti hanno l'onore di avere", ha concluso il presidente del sodalizio di promozione turistica.

Giulia Achler
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