Calolzio, l'addio a Rocco Lamanna: ''Abbiamo pregato per il miracolo ma non è servito, hai vissuto la malattia da uomo''
Nessuno è riuscito a trattenere le lacrime: il dolore è esploso all'interno della chiesa parrocchiale di Rossino dove quest'oggi sono stati celebrati i funerali di Rocco Lamanna, scomparso per una leucemia fulminante a soli 15 anni.
Fino all'ultimo i parenti, i genitori, i fratellini e gli amici di scuola gli sono stati vicini, accompagnandolo durante la malattia che non gli ha lasciato scampo. Fino all'ultimo Rocco ha lottato, ripetendo che andava tutto bene. Fino all'ultimo tutta la comunità di Rossino ha pregato per lui, "chiedendo un miracolo che non è arrivato" come ha sottolineato Don Luciano Tengattini durante l'omelia.
E sono stati proprio i compagni di scuola dell'istituto Lorenzo Rota (dove il ragazzo frequentava la classe prima) ad aprire il corteo funebre che dalla chiesina di San Lorenzo ha accompagnato Rocco fino alla parrocchiale. Ciascuno di loro con una rosa, bianca come la bara e come i palloncini che sono stati "liberati" alla fine della funzione: una carezza che da Rossino è salita fino in cielo.
L'intera comunità ha voluto abbracciare Rocco, quel ragazzo sorridente che si incontrava fuori da scuola o al catechismo e che ora riposa nel cimitero della frazione.
Rocco ha lasciato un vuoto nei genitori che lo hanno visto spegnersi in pochi mesi: solo a gennaio la malattia era stata diagnostica.
"Per i nonni sei stato il primo nipote ad arrivare e anche ad andarsene" è stato il commovente ricordo della cugina Giusy. "Chi lo avrebbe mai detto che tutto sarebbe cambiato da un giorno all'altro? Abbiamo lottato con te, abbiamo pregato, non abbiamo mollato. Ma a volte le cose non vanno come uno spera: la malattia ha bussato alla porta e ti ha portato via".
"Il giorno che sei volato in cielo nulla aveva più importanza. Avrebbero potuto smontare il sole, svuotare il mare, impacchettare la luna, perché tanto non c'erano più i tuoi occhi a guardarli. Ma ho capito che è vero che non ci sei. Ora sei il nostro angelo custode: ovunque sei non ti dimenticheremo, non ci sarà mai un addio. Noi ti abbiamo perso, ma tu sei sempre dietro l'angolo, nella casa di Dio." ha continuato la cuginetta. "Signore non ce la prendiamo perché ce lo hai tolto, ti ringraziamo per avercelo dato".
Anche don Luciano non è riuscito a nascondere l'emozione di fronte alla bara bianca, alla chiesa gremita, al silenzio surreale interrotto solo dai singhiozzi dei famigliari, di mamma Nadia, papà Leo e i fratellini Mattia e Alessia, lo zio Fabrizio, i nonni Rocco, Carmela ed Aurelia.
In piedi davanti all'altare anche gli amici di sempre e i nuovi compagni di scuola conosciuti solo da pochi mesi, stretti l'un l'altro: "Abbiamo passato insieme poco tempo, ma non dimenticheremo i momenti belli passati con te, i tuoi sorrisi...".
Rocco ora riposa nel cimitero di Rossino.
Fino all'ultimo i parenti, i genitori, i fratellini e gli amici di scuola gli sono stati vicini, accompagnandolo durante la malattia che non gli ha lasciato scampo. Fino all'ultimo Rocco ha lottato, ripetendo che andava tutto bene. Fino all'ultimo tutta la comunità di Rossino ha pregato per lui, "chiedendo un miracolo che non è arrivato" come ha sottolineato Don Luciano Tengattini durante l'omelia.
Rocco Lamanna
E sono stati proprio i compagni di scuola dell'istituto Lorenzo Rota (dove il ragazzo frequentava la classe prima) ad aprire il corteo funebre che dalla chiesina di San Lorenzo ha accompagnato Rocco fino alla parrocchiale. Ciascuno di loro con una rosa, bianca come la bara e come i palloncini che sono stati "liberati" alla fine della funzione: una carezza che da Rossino è salita fino in cielo.
L'intera comunità ha voluto abbracciare Rocco, quel ragazzo sorridente che si incontrava fuori da scuola o al catechismo e che ora riposa nel cimitero della frazione.
Rocco ha lasciato un vuoto nei genitori che lo hanno visto spegnersi in pochi mesi: solo a gennaio la malattia era stata diagnostica.
"Per i nonni sei stato il primo nipote ad arrivare e anche ad andarsene" è stato il commovente ricordo della cugina Giusy. "Chi lo avrebbe mai detto che tutto sarebbe cambiato da un giorno all'altro? Abbiamo lottato con te, abbiamo pregato, non abbiamo mollato. Ma a volte le cose non vanno come uno spera: la malattia ha bussato alla porta e ti ha portato via".
"Il giorno che sei volato in cielo nulla aveva più importanza. Avrebbero potuto smontare il sole, svuotare il mare, impacchettare la luna, perché tanto non c'erano più i tuoi occhi a guardarli. Ma ho capito che è vero che non ci sei. Ora sei il nostro angelo custode: ovunque sei non ti dimenticheremo, non ci sarà mai un addio. Noi ti abbiamo perso, ma tu sei sempre dietro l'angolo, nella casa di Dio." ha continuato la cuginetta. "Signore non ce la prendiamo perché ce lo hai tolto, ti ringraziamo per avercelo dato".
Anche don Luciano non è riuscito a nascondere l'emozione di fronte alla bara bianca, alla chiesa gremita, al silenzio surreale interrotto solo dai singhiozzi dei famigliari, di mamma Nadia, papà Leo e i fratellini Mattia e Alessia, lo zio Fabrizio, i nonni Rocco, Carmela ed Aurelia.
In piedi davanti all'altare anche gli amici di sempre e i nuovi compagni di scuola conosciuti solo da pochi mesi, stretti l'un l'altro: "Abbiamo passato insieme poco tempo, ma non dimenticheremo i momenti belli passati con te, i tuoi sorrisi...".
Rocco ora riposa nel cimitero di Rossino.
P.V.