Il 10 maggio a Laorca c’era la festa del beato Giobbe, protettore dei bachi da seta

Il maggio delle tradizioni, il giorno 10, sui sentieri campestri di un tempo, sulle tracce di un mondo rurale ormai scomparso, fa trovare il Santo Isidoro ed il Santo Giobbe. Il primo era invocato a protezione della campagna e dei lavori agricoli; il secondo alla produzione delle filande, in particolare al baco da seta. A sant’Isidoro è dedicata la minuscola chiesa al Sasso di Preguda, sopra Valmadrera; il sasso divenne famoso nel 1878 con gli studi dell’abate geologo Antonio Stoppani.

L’antica statua del beato Giobbe, protettore dei bachi da seta

    Il beato Giobbe era chiamato a proteggere il periodo di coltivazione dei bachi da seta e di raccolta dei bozzoli: da fine aprile a fine giugno. Ma la festa a Laorca, sopra Lecco, nella vallata del Gerenzone era il 10 maggio, quando sino agli anni ‘35/’37 molta gente arrivava. Erano i “forestieri” che salivano a prendere acqua alla grotta di San Giovanni e facevano benedire la stessa presso la statua del beato. La statua si conserva ancora oggi nella chiesa di San Giovanni ai morti, presso il cimitero di Laorca, contrassegnata dal caratteristico campaniletto a vela. Erano “forestieri” che giungevano soprattutto dalla Brianza e da altre zone vicine; non pochi arrivavano a Malavedo con il tram della vallata e dal capolinea, presso il ponte sul Gerenzone, facevano chilometri di ripido cammino verso le grotte dell’acqua benedetta sopra Laorca.

Il campaniletto a vela della chiesetta di San Giovanni ai morti

    Nel libro “A 109 passi dalla chiesa di Laorca”, uscito nel 1990, si può leggere: “Il Liber Cronicus della parrocchia di Laorca registra l’ultima nota in merito alla festa del beato Giobbe nell’anno 1937. Il parroco don Ranieri Broggi ha scritto: festa del beato Giobbe, Messa solenne ad ore 8.30 del 10 maggio per dare la possibilità di ascoltarla agli eventuali devoti del Santo che vengono da lontano”.
La festa era, però, già in calando come partecipazione popolare rispetto alle annate precedenti. La statua del Santo veniva esposta alla venerazione dei fedeli dalla fine di aprile sino alla fine di giugno; cioè durante il periodo di preparazione della coltivazione dei bachi da seta e di raccolta dei bozzoli. Il beato Giobbe era considerato come il taumaturgo ed infallibile patrono dei bachi da seta.

Il vecchio nucleo di Laorca visto dalle grotte

L’appuntamento del beato Giobbe il 10 maggio era molto atteso a Laorca perché portava animazione e gente. I pellegrini dell’acqua per i bachi da seta sostavano nelle trattorie e nelle locande per momenti di riposo e di ristoro, visto che la strada per arrivare a Laorca non era breve né tanto meno agevole, considerando in particolare la ripida salita verso le grotte.
C’era anche il commercio improvvisato dei fogli di carta per i bachi. Erano i giovanissimi, i ragazzi di Laorca che salivano alla grotta offrendo i fogli inzuppati di acqua, prima della benedizione in chiesa. Il libro già menzionato “A 109 passi dalla chiesa di Laorca”, nel 1990 raccolse le ultime testimonianze dei ragazzini impegnati cinquant’anni prima a raccogliere qualche soldo vendendo la carta dei bachi.

La colonna dei “crapuni” sul sagrato della parrocchiale e un angolo caratteristico del vecchio nucleo di Laorca

Cancellata la tradizione e tutte le relative usanze, la statua del beato Giobbe è rimasta nella chiesetta di San Giovanni ai morti. Ricercatori di antiche memorie e di tradizioni popolari giungono ancora, per la verità sempre più raramente, a Laorca per osservare la statua del beato Giobbe, ricordando l’acqua propizia per gli allevatori dei bachi da seta, particolarmente viva sino agli anni antecedenti la seconda guerra mondiale 1940/1945.
Ora sono molto più numerosi i visitatori che voglio conoscere il cimitero sotto le grotte, che ha avuto un riconoscimento a livello europeo, nella sua singolare articolazione tra fede, storia, arte e natura.
A.B.
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