Lecco: la storia della statua di Alessandro Manzoni dal 1891 fino ad oggi

Subito dopo la morte di Alessandro Manzoni, avvenuta il 22 maggio 1873, il Consiglio comunale di Lecco, su proposta del sindaco Giuseppe Resinelli, si riunì d’urgenza (24 maggio) e deliberò di fare erigere un monumento al grande letterato che visse una parte della sua vita in città, dove aveva ambientato I Promessi Sposi, capolavoro del romanzo storico italiano. Furono stanziate 3.000 lire e si propose un comitato che rimase pressoché inattivo negli anni successivi.

 Lo stimolo ad una ripresa dell’iniziativa fu la rapida erezione a Lecco del Monumento a Garibaldi, deceduto il 2 giugno 1882. Un Comitato di garibaldini e mazziniani presieduto da Gianbattista Torri-Tarelli aveva commissionato allo scultore Francesco Confalonieri il monumento in marmo che il 16 novembre 1884 fu inaugurato nella piazza della Fiera, in netta concorrenza con il comitato cattolico promotore del monumento a Manzoni, in quella che è stata definita “la guerra delle statue”.
 Nel 1885, primo centenario dalla nascita di Manzoni, fu riproposto un Comitato presieduto da Antonio Stoppani che rilanciò il progetto per un monumento nazionale. Egli fu l’instancabile promotore del monumento all’amico letterato, così come lo fu per il monumento a Antonio Rosmini a Milano. L’appello nazionale, seguito da molteplici iniziative per la raccolta di fondi, lotterie, feste, spettacoli e conferenze, fruttò complessivamente 30.000 lire. Contribuirono i Sovrani d’Italia, il duca D’Aosta, Don Pedro d’ Alcantara, imperatore del Messico, molte città italiane e anche le colonie; Giuseppe Verdi fece una cospicua donazione, Ponchielli un concerto con la partecipazione di numerosi artisti.

 Stoppani pubblicò il Memorandum di cui vennero stampati 12.000 esemplari, diffusi con il manifesto per promuovere le sottoscrizioni. Il 31 marzo 1887 fu bandito il concorso ristretto a soli 15 artisti di chiara fama che avrebbero sottoposto i bozzetti del monumento alla giuria entro il 31 luglio dello stesso anno. Tredici artisti invitati risposero e i loro progetti furono esposti nel salone del Teatro della Società nel mese di agosto. Nessun artista raccolse i 5 voti richiesti e il concorso fu dichiarato nullo. Il presidente Stoppani presentò un ordine del giorno in cui proponeva di scegliere Francesco Confalonieri che aveva ottenuto 4 voti per ciascuno dei due bozzetti presentati, considerando anche l’ottima riuscita del Monumento a Garibaldi da lui eseguito a Lecco. La proposta fu approvata all’unanimità ma naturalmente suscitò una protesta degli altri concorrenti che si concluse con un ironico sonetto intitolato “Ai vincitori i vinti mandan salute”.
Lo scultore incaricato Francesco Confalonieri aveva preventivato 31.000 lire per la statua e il basamento. Poiché era desiderio dei cittadini lecchesi di corredare il monumento con quattro altorilievi, si trovarono altri modi per aumentare le raccolte di fondi, compresa la richiesta di un oggetto personale alla Regina Margherita, la quale donò due grandi vasi giapponesi che fruttarono 900 lire. Si superarono complessivamente le 40.000 lire, che permisero di pagare lo scultore Confalonieri, la statua (Officina F.lli Barzaghi, Milano), i quattro rilievi (officina F.lli Romani, Milano), il basamento (Giuseppe Fumagalli, Lecco), la cancellata (Antonio Badoni, Castello di Lecco), il capomastro (Giuseppe Todeschini, Lecco), il direttore dei lavori (ing. Enrico Gattinoni, Lecco), i fuochi d’artificio e il palchetto per l’inaugurazione. L’architetto Cerruti e il pittore Induno diressero l’operazione.

 L’opera fu realizzata e inaugurata l’11 ottobre 1891, quando l’abate Stoppani era già deceduto (il 1° gennaio 1891). La sua assenza fu rimarcata con grande dispiacere di tutti e, dopo il discorso del senatore Gaetano Negri, fu letto un testo che Stoppani aveva dettato un anno prima quando, al fallimento della prima fusione della statua, aveva temuto di non riuscire a vedere l’opera compiuta. All’inaugurazione era presente il poeta Giosuè Carducci.
Lo scultore ticinese Vincenzo Vela, visto il bozzetto sentenziò: “ Lecco potrà vantarsi di possedere un bel monumento”. Del resto era lui il riferimento di Confalonieri e di tanti scultori italiani.
Nel corso degli anni la posizione della statua ha subito alcune traslazioni, a causa delle diverse scelte viabilistiche cittadine e della copertura del Torrente Caldone.
Il monumento allo scrittore sorge al centro della piazza omonima in un’ampia aiuola spartitraffico, ma chissà se questa sarà la sua posizione definitiva: c’è chi ha proposto di creare una grande rotatoria tra Corso Martiri e viale Costituzione e posizionare al centro proprio la statua del letterato.
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