Lecco: ragazzi in piazza per la ''Giornata degli studenti'' della la consulta provinciale. Consegnata la Costituzione ai 18enni
Una giornata tutta dedicata agli studenti quella che si è tenuta oggi, sabato 28 maggio, in piazza Garibaldi a Lecco. Come ha spiegato il presidente della Consulta provinciale Pietro Regazzoni, "quest'anno abbiamo deciso di unire la consegna della Costituzione da parte del sindaco di Lecco ai giovani diciottenni alla Giornata degli Studenti organizzata dalla Consulta provinciale alla fine di ogni anno scolastico, per avvicinarci ulteriormente agli studenti e alla cittadinanza. La collaborazione con il Comune si è rivelata molto funzionale, tanto che abbiamo appena partecipato attivamente alle iniziative organizzate per la settimana del bene comune impegnandoci per portare all'attenzione delle istituzioni i nostri punti di vista sui temi di edilizia scolastica, trasporti e diritto allo studio".
Alle ore 18.30 è stata il vicesindaco Francesca Bonacina a dare inizio al momento istituzionale della consegna della Costituzione rivolgendosi ai diciottenni presenti in piazza: "compiere diciotto anni è importante non solo perché si diventa maggiorenni ma anche perché si partecipa in modo pieno e consapevole alla vita della cittadinanza. È importante che le istituzioni si facciano presenti in questo passaggio e non potendo dirlo in modo migliore voglio portarvi il messaggio del comune di Lecco attraverso le parole di Pietro Calamandrei, in un discorso che tenne agli studenti nel lontano 1955":
La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica. È un po' una malattia dei giovani l'indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n'importa della politica?».Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l'oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l'altro stava sul ponte e si accorgeva che c'era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz'ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn'è mica mio!». Questo è l'indifferentismo alla politica. È così bello, è così comodo! È vero? È così comodo! La libertà c'è, si vive in regime di libertà. C'è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l'aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica...Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell'Italia e del mondo.
La festa in piazza è proseguita poi fino alle 22.30 con l'esibizione di due gruppi di studenti, i Midnight Train e i Chimera.
I ragazzi di Liberisogni
Istituto Bachelet
Nel primo pomeriggio il palco è stato occupato da spettacoli di giocoleria, seguiti più tardi dall'apprezzatissimo Raymond alla guida del coro orchestra Elikya, che ha coinvolto tutta la piazza al ritmo del progetto di integrazione portato avanti in collaborazione con l'Istituto Bertacchi.Alle ore 18.30 è stata il vicesindaco Francesca Bonacina a dare inizio al momento istituzionale della consegna della Costituzione rivolgendosi ai diciottenni presenti in piazza: "compiere diciotto anni è importante non solo perché si diventa maggiorenni ma anche perché si partecipa in modo pieno e consapevole alla vita della cittadinanza. È importante che le istituzioni si facciano presenti in questo passaggio e non potendo dirlo in modo migliore voglio portarvi il messaggio del comune di Lecco attraverso le parole di Pietro Calamandrei, in un discorso che tenne agli studenti nel lontano 1955":
La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l'impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese che si fanno alla Costituzione è l'indifferenza alla politica. È un po' una malattia dei giovani l'indifferentismo. «La politica è una brutta cosa. Che me n'importa della politica?».Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l'oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l'altro stava sul ponte e si accorgeva che c'era una gran burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz'ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella stiva a svegliare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice: «Che me ne importa? Unn'è mica mio!». Questo è l'indifferentismo alla politica. È così bello, è così comodo! È vero? È così comodo! La libertà c'è, si vive in regime di libertà. C'è altre cose da fare che interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l'aria. Ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione hanno sentito per vent'anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai. E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni perché questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare, vigilare dando il proprio contributo alla vita politica...Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra; metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei limiti dell'Italia e del mondo.
Istituto Fiocchi
Istituto Bertacchi
La festa in piazza è proseguita poi fino alle 22.30 con l'esibizione di due gruppi di studenti, i Midnight Train e i Chimera.
Elena Toni