I lettori dei Promessi Sposi a Milano presso la casa del Manzoni

Il Gruppo dei Lettori manzoniani ha visitato la Casa del Manzoni in Via Morone, 2, a Milano recentemente restaurata. Hanno avuto il privilegio di essere stati guidati dalla direttrice dott.ssa Jone Riva, “musa domestica di casa Manzoni” come è stata definita da Matteo Collura . Il Gruppo di lettori è stato fondato ad aprile da Bruno Biagi con il prezioso aiuto di Gianluigi Daccò, Luigi Rosci, Gianfranco Scotti e Eugenio Milani.

Durante la visita il gruppo ha incontrato anche il prof. Angelo Stella, presidente della Fondazione Casa del Manzoni. La visita è durata di più un’ora, quindi il gruppo si è spostato nella vicina Chiesa San Fedele nell’omonima piazza.
    La visita milanese dei lettori del gruppo manzoniano ha avuto anche momenti di ricordo per due presidenti della fondazione, grandi amici della città di Lecco: Claudio Cesare Secchi e Giancarlo Vigorelli.
Il primo è scomparso nel 1981; riposa nel cimitero di Arcellasco in Erba, Comune di origine della famiglia. Letterato di fama, presidente del Centro di Studi Manzoniani, ha legato il suo nome a Lecco, in particolare per i convegni di studio sull’autore dei Promessi Sposi, iniziati nel settembre 1955, con il sindaco Luigi Colombo.

    Il secondo è l’autore della stupenda pubblicazione “La Villa del Caleotto in Lecco e Alessandro Manzoni”, edito a cura dell’Azienda Turismo di Lecco, nel 1975, con la presidenza di Nino Lupica. La pubblicazione è stata curata dalla Tipografia Maggioni, di Lecco, con fotolito di Cliches Arte Stefanoni di Lecco.
    Giancarlo Vigorelli ha espresso più volte i suoi sentimenti di carissimi ricordi lecchesi, come nella prefazione del volume “Lecco 1978” del noto fotoreporter Enzo Pifferi, di Como.La pubblicazione, con oltre 200 fotografie, ha il progetto grafico di Maria Cristina Frigerio. La stampa è avvenuta presso l’editrice Amilcare Pizzi di Cinisello Balsamo.

    Giancarlo Vigorelli ha scritto “Anch’io, adesso, vorrei scappare via dalla casa di mia nonna che, come ho detto, era poi la “casa di Lucia” e, da Olate, scendeva giù a Lecco, per strade delle quali conoscevo ogni sasso, la polvere, i rumori, e la gente, che andava e veniva, e tutti si salutavano, allora”.
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