Vercurago: a processo per atti osceni e per oltraggio ai CC, ''senza tetto'' viene assolto

Cinque anni fa aveva rimediato una denuncia per atti osceni in luogo pubblico e oltraggio a pubblico ufficiale. Questa mattina il giudice monocratico del tribunale di Lecco, Nora Lisa Passoni - accogliendo la richiesta del pubblico ministero - l'ha assolto da entrambi i capi di imputazione.
I fatti contestati all'uomo, un cinquantenne residente a Lecco, risalgono al 6 settembre 2011 quando, colto da un improvviso bisogno fisiologico, aveva urinato in strada, nei pressi di una palazzina residenziale di Vercurago. La presenza di alcuni minori all'interno della proprietà privata, che loro malgrado erano stati spettatori della scena, aveva fatto scattare l'intervento di una pattuglia dei carabinieri della Compagnia di Lecco. Alla loro richiesta di seguirli in caserma per espletare gli accertamenti di rito, l'imputato avrebbe reagito in malo modo, insultandoli. Una condotta che gli era costata una denuncia - oltre che per atti osceni in luogo pubblico - anche per oltraggio a pubblico ufficiale.
Stamani il lecchese è comparso in aula, assistito dal proprio legale d'ufficio, l'avvocato Silvana Scalise. Al giudice ha spiegato di ricordare solo a grandi linee quell'episodio, risalente ormai a cinque anni orsono. ''Stavo camminando a piedi, quando sono stato colto da dolori alla pancia. Non stavo per nulla bene e non riuscivo a trattenermi: così mi sono fermato nei pressi di una palazzina a fare pipì'' ha raccontato, aggiungendo che in quel periodo era costretto a dormire spesso in strada, non avendo nè una casa, nè un'occupazione. ''Non avevo visto nessuno, anzi mi ricordo che c'era una specie di telo che copriva la visuale sopra ad un muretto. Ad un certo punto ho sentito delle urla, poi mi sono sdraiato sotto un albero lì vicino perchè non stavo per nulla bene''.
Qualche minuto dopo una pattuglia dei carabinieri aveva raggiunto lo scenario dell'episodio. Lì i militari avrebbero chiesto all'uomo di seguirli, ottenendo - inizialmente - un netto rifiuto, tanto da rivolgersi con epiteti offensivi ai militari. ''Non ricordo niente di tutto questo: so solo che stavo male e mi sono alzato a stento'' ha concluso l'imputato.
Chiusa l'istruttoria, il vice procuratore onorario Alessandro Figini - in rappresentanza della pubblica accusa - ha chiesto l'assoluzione per quel che concerne gli atti osceni in luogo pubblico, tenendo conto della recente depenalizzazione del reato. Ritenendo irrilevante l'episodio per il quale veniva contestato l'oltraggio a pubblico ufficiale, ha chiesto di assolvere l'uomo anche dal secondo capo di imputazione.
Stessa posizione espressa dall'avvocato Scalise, che si è battuta nel sostenere la non colpevolezza del proprio assistito, precisando che gli insulti rivolti ai carabinieri non sarebbero stati uditi da altri testimoni, ritenendo pertanto lieve il danno cagionato.
Tenendo conto di quanto emerso dall'istruttoria dibattimentale, il giudice ha assolto il lecchese dall'accusa di atti osceni in luogo pubblico per la particolare tenuità del fatto, mentre dal capo d'imputazione attinente l'oltraggio a pubblico ufficiale perchè il fatto non sussiste.
G.C.
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