Lo studio epidemiologico sull’inceneritore presentato a Lecco. Il sindaco di Valmadrera: ''forno riconvertito o spento nel 2030''
Durerà fino al 2018 lo studio epidemiologico affidato dai sindaci all'Ats che avrà il compito di dire se - e in che misura - le emissioni del termovalorizzatore di Silea hanno effetti sulla salute dei cittadini.
E mentre i medici si stanno preparando a raccogliere, elaborare e studiare i dati con l'incidenza delle malattie, già si inizia a discutere del "day-after": cosa succederà quando avremo i risultati? E soprattutto: cosa accadrà se le analisi evidenzieranno un impatto negativo delle emissioni su chi abita nelle zone di "ricaduta" dei fumi immessi in atmosfera?
E' presto per dirlo, ovviamente. Ma sindaci, amministratori di Silea e gli attivisti del Coordinamento rifiuti zero hanno già iniziato a pensarci.
I sindaci hanno innanzitutto garantito l'impegno per la riduzione dei rifiuti prodotti nella nostra Provincia. "Non nel breve, ma nel medio periodo possiamo immaginare uno scenario diverso da quello attuale. Però dobbiamo programmarlo in modo consapevole: non possiamo semplicemente dire: domani chiudiamo il forno a prescindere" è intervenuto Virginio Brivio. "Non ci spaventa la verità che uscirà dallo studio epidemiologico, qualunque essa sia. Ma se anche i risultati fossero confortanti, per il futuro siamo chiamati a pensare a formule alternative di smaltimento, come può essere quella del trattamento a freddo".
"Non abbiamo dubbi: quando scadrà l'Aia (l'autorizzazione integrata ambientale, valida fino al 2030) o si riconverte l'impianto o si chiude" ha commentato. "Vogliamo andare tutti nella stessa direzione: avere meno inquinanti, incentivando le buone pratiche".
"Ma allora - è stata la secca replica di Gianni Gerosa del Coordinamento - perché mai spendere decine di milioni di euro per un Teleriscaldamento che - secondo noi - non sarà pronto prima del 2028? Sono soldi buttati via".
In commissione sono state inoltre presnetate alcune puntualizzazioni tecniche in merito allo studio epidemiologico "di coorte" e storico che sarà effettuato.
"Uno degli aspetti più difficili sarà quello di stabilire una correlazione diretta tra eventuali patologie e i fumi. Possono infatti svilupparsi malattie che insorgono oggi ma che sono state causate decine di anni fa, e altri fattori come il traffico - ricordiamo che a Valmadrera passava la Valassina fino all'apertura del tunnel del Barro - costituiscono dei "confondenti" per gli studi".
In altre parole, se anche lo studio epidemiologico dovesse dimostrare una più alta concentrazione di patologie nella zona maggiormente sottoposta agli inquinanti del "camino", non è detto che si riesca necessariamente a tracciare una correlazione causa-effetto con gli stessi.
Il consigliere del Movimento 5 Stelle Massimo Riva ha chiesto inoltre che si verifichi la presenza di inquinanti nel suolo: "vogliamo capire se le emissioni del forno sono entrate nel terreno, con possibili conseguenze sui prodotti agricoli e dunque su quello che mangiamo". Oggi, venerdì 21 ottobre, gli amministratori lecchesi sono in visita ad un impianto di trattamento a freddo dei rifiuti, considerato dai movimenti ambientalisti l'alternativa possibile agli inceneritori.
E mentre i medici si stanno preparando a raccogliere, elaborare e studiare i dati con l'incidenza delle malattie, già si inizia a discutere del "day-after": cosa succederà quando avremo i risultati? E soprattutto: cosa accadrà se le analisi evidenzieranno un impatto negativo delle emissioni su chi abita nelle zone di "ricaduta" dei fumi immessi in atmosfera?
E' presto per dirlo, ovviamente. Ma sindaci, amministratori di Silea e gli attivisti del Coordinamento rifiuti zero hanno già iniziato a pensarci.
Luca Cavalieri d'Oro, responsabile servizio epidemiologia ATS Brianza e Emanuele Amodio, Epidemiologo ATS Brianza
Ieri sera in commissione ambiente del Comune di Lecco si sono riuniti i consiglieri del capoluogo, i primi cittadini di Lecco e Valmadrera e i medici dell'Ats che dovranno seguire gli studi: Emanuele Amodio, Epidemiologo ATS Brianza, e Luca Cavalieri d'Oro, responsabile servizio epidemiologia ATS Brianza.I sindaci hanno innanzitutto garantito l'impegno per la riduzione dei rifiuti prodotti nella nostra Provincia. "Non nel breve, ma nel medio periodo possiamo immaginare uno scenario diverso da quello attuale. Però dobbiamo programmarlo in modo consapevole: non possiamo semplicemente dire: domani chiudiamo il forno a prescindere" è intervenuto Virginio Brivio. "Non ci spaventa la verità che uscirà dallo studio epidemiologico, qualunque essa sia. Ma se anche i risultati fossero confortanti, per il futuro siamo chiamati a pensare a formule alternative di smaltimento, come può essere quella del trattamento a freddo".
Ezio Venturini, Virginio Brivio, Stefano Angelibusi, Luca Cavalieri d’Oro, Emanuele Amodio, Donatella Crippa
Anche il sindaco di Valmadrera Donatella Crippa ha detto chiaramente come - nel lungo periodo - l'attuale "forno" è destinato ad essere spento."Non abbiamo dubbi: quando scadrà l'Aia (l'autorizzazione integrata ambientale, valida fino al 2030) o si riconverte l'impianto o si chiude" ha commentato. "Vogliamo andare tutti nella stessa direzione: avere meno inquinanti, incentivando le buone pratiche".
"Ma allora - è stata la secca replica di Gianni Gerosa del Coordinamento - perché mai spendere decine di milioni di euro per un Teleriscaldamento che - secondo noi - non sarà pronto prima del 2028? Sono soldi buttati via".
In commissione sono state inoltre presnetate alcune puntualizzazioni tecniche in merito allo studio epidemiologico "di coorte" e storico che sarà effettuato.
Ezio Venturini, Virginio Brivio, Stefano Angelibusi
In commissione sono state inoltre presnetate alcune puntualizzazioni tecniche in merito allo studio epidemiologico "di coorte" e storico che sarà effettuato. "Porteremo indietro le lancette di 15 anni per vedere cosa è successo alla popolazione che è stata esposta agli effetti potenziali delle emissioni dell'inceneritore, verificando se ci siano differenze nella frequenza di determinate malattie rispetto a coloro che non li hanno respirati" ha spiegato Luca Cavalieri d'Oro. "Il territorio del circondario del forno sarà suddiviso in 3 fasce a seconda della ricaduta dei fumi. Inoltre osserveremo i dati anche dei bambini nati per capire se - ad esempio - ci sia una differenza di peso tra i figli di chi vive a ridosso del camino e gli altri".Alcuni esponenti del Coordinamento rifiuti zero. Secondo da destra Gianni Gerosa
I risultati completi saranno pronti nel 2018, anche se forse si potrà avere qualche anticipazione alcuni mesi prima."Uno degli aspetti più difficili sarà quello di stabilire una correlazione diretta tra eventuali patologie e i fumi. Possono infatti svilupparsi malattie che insorgono oggi ma che sono state causate decine di anni fa, e altri fattori come il traffico - ricordiamo che a Valmadrera passava la Valassina fino all'apertura del tunnel del Barro - costituiscono dei "confondenti" per gli studi".
In altre parole, se anche lo studio epidemiologico dovesse dimostrare una più alta concentrazione di patologie nella zona maggiormente sottoposta agli inquinanti del "camino", non è detto che si riesca necessariamente a tracciare una correlazione causa-effetto con gli stessi.
Il consigliere del Movimento 5 Stelle Massimo Riva ha chiesto inoltre che si verifichi la presenza di inquinanti nel suolo: "vogliamo capire se le emissioni del forno sono entrate nel terreno, con possibili conseguenze sui prodotti agricoli e dunque su quello che mangiamo". Oggi, venerdì 21 ottobre, gli amministratori lecchesi sono in visita ad un impianto di trattamento a freddo dei rifiuti, considerato dai movimenti ambientalisti l'alternativa possibile agli inceneritori.
P.V.