Trattamento 'a freddo' dei rifiuti, sindaci in visita a Este. Pronto lo studio di fattibilità

Una capacità di trattamento di 60.000 tonnellate annue di rifiuto urbano residuo (Rur), sviluppata su una superficie di 37.000 mq (di cui 13.000 destinati alla viabilità interna), e un costo complessivo di investimento stimato in 14.260.000 €. Queste le caratteristiche dell’impianto di trattamento meccanico-biologico (TMB) dei rifiuti che potrebbe essere realizzato in Provincia di Lecco, descritto della Scuola Agraria di Monza nello studio di fattibilità commissionato a novembre 2015 da Silea Spa.
Il documento è stato consegnato ai sindaci dei comuni soci in occasione della “visita” promossa presso lo stabilimento Sesa (Società estense servizi ambientali) Spa in Provincia di Padova, durante la quale è stato possibile vedere dal vivo in cosa consiste il “trattamento a freddo” dei rifiuti. Il complesso padovano è costituito da un impianto di selezione, uno di compostaggio (che alimenta una rete di Teleriscaldamento) e una discarica per la raccolta della parte di rifiuto residuo che non può essere recuperata.

Amministratori e tecnici Silea in visita all'impianto Sesa

“Il trattamento meccanico biologico consente di recuperare un 25% circa di materiali da indirizzare al riciclo, attraverso una selezione effettuata sia attraverso appositi macchinari, ad esempio dotati di lettori ottici, sia manualmente dagli addetti” ha spiegato Mauro Colombo, presidente del Cda Silea che ha partecipato con direttori e tecnici alla visita, unitamente ad una cinquantina di amministratori locali. “E’ stata la stessa Scuola agraria di Monza a cui abbiamo commissionato lo studio ad indicarci questo impianto, per poter vedere dal vivo in cosa consiste il trattamento a freddo dei rifiuti, indicata da più parti come l’alternativa futura alla termovalorizzazione. L’impianto di Valmadrera ha l’autorizzazione ad incenerire fino al 2030, proprio per non farci trovare impreparati stiamo valutando possibili alternative”.
Lo studio della scuola agraria monzese, partendo dall’analisi di alcuni dati relativi alla produzione della frazione residua (il sacco “grigio”) in Provincia di Lecco, ha indicato che il nostro territorio “presenta significativi margini di ottimizzazione delle raccolte differenziate e, di conseguenza, di contrazione della produzione unitaria di RUR”. Nel 2014 ne sono stati prodotti 60.592 tonnellate, pari a circa 455 Kg annuali per ogni abitante. La composizione media è costituita da una presenza di frazione organica (rifiuti di cucina, verde) pari al 16,4%, e le due frazioni maggiormente rappresentate sono carta/cartone e plastica, per un contenuto rispettivamente pari a 31,7% e 23,8%. Il restante 28,9% del campione è più o meno equamente suddiviso tra materiali ferrosi e non ferrosi, vetro, legno, tessili (comprensivi di pelli e cuoio), inerti e altri materiali.
Lo studio indica che c’è una presenza importante di materiali ancora potenzialmente recuperabili (carta, plastica, metalli) che costituiscono oltre il 60% del RUR lecchese, e che rappresentano le principali frazioni oggetto di interesse per un impianto di trattamento ispirato ai principi di massimizzazione del recupero di materia.
Il dimensionamento di base di un impianto a servizio dell’intera Provincia di Lecco, si legge nello studio, prevede una potenzialità di trattamento iniziale pari a circa 60.000 t/a di rifiuto residuo, con un costo complessivo di investimento stimato in 14.260.000 €. I “sacchi grigi” in questa prospettiva, invece di essere inviati all’incenerimento, verrebbero rotti per selezionare ulteriormente il loro contenuto, recuperando materia da inviare agli impianti di riciclo.
Da questi dati può prendere il via la riflessione, da parte dei sindaci del territorio lecchese e la stessa Silea, sul futuro della gestione dei rifiuti in Provincia di Lecco.
“Il problema ora è quello di capire se una scelta di questo tipo è economicamente competitiva rispetto all’incenerimento” ha spiegato il consigliere comunale di Calco Roberto Meregalli, andando al nocciolo della questione. “La visita all’impianto è stata positiva, e ci ha fornito informazioni utili per avviare una riflessione importante. Il trattamento a freddo rappresenta l’alternativa al sistema attuale, consentendo il recupero di un ulteriore 20-30% di rifiuti che oggi vengono bruciati. Ci sono diversi aspetti da valutare".
Positivo anche il giudizio del sindaco di Valmadrera Donatella Crippa, e il sindaco di Annone Brianza Patrizio Sidoti ha spiegato che una riflessione può essere fatta anche sul compostaggio, anche in vista della futura realizzazione del Teleriscaldamento.
Dobbiamo valutare se vale la pena di realizzare un impianto per il trattamento a freddo dei rifiuti, che comunque presuppone l’invio in discarica del materiale che non può essere differenziato, e consente di recuperare solo una certa percentuale” è stato il commento del vice sindaco malgratese Innocente Vassena.
Decisamente in negativo il commento del sindaco di Pescate Dante De Capitani. “A mio avviso il trattamento a freddo dei rifiuti, che ho avuto modo di vedere durante la visita promossa da Silea, non è una tecnologia da portare nel lecchese” ha spiegato. “Presuppone infatti la presenza di una discarica, di cui attualmente non disponiamo, si creano cattivi odori che si diffondono nel territorio circostante, e credo che le ricadute sulla popolazione non sarebbero inferiori di quelle del forno attuale”.  
La riflessione sul futuro della gestione dei rifiuti in Provincia di Lecco è aperta.
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