Lecco: Silea e consiglieri a confronto sul Teleriscaldamento. ''Funzionerà anche senza rifiuti, se non si fa il forno chiude''

Se i soci di Silea (alias i Comuni) decidessero di non dare seguito al Teleriscaldamento, la società risulterebbe inottemperante rispetto alle prescrizioni di Regione Lombardia e l’impianto di termovalorizzazione di Valmadrera sarebbe destinato alla chiusura. Il progetto – che promette di portare acqua calda a 200 utenze e un bacino di 20.000 persone a Lecco, Malgrate e Valmadrera – non deve essere idealmente “legato” alla combustione dei rifiuti (che in ogni caso non andrà ad aumentare), bensì potrà essere alimentato con altre tecnologie (cippato, biomassa o pompa di calore). Il disegno “definitivo” (privo dei dati economici) è stato già presentato in Regione, che costituisce il “committente” effettivo, e solo oggi tutti gli amministratori sono chiamati ad  approfondirne i dettagli.

Immagine di progetto dell'impianto ricavato presso quello esistente

Questi i punti fermi emersi durante il primo dei sei incontri “informativi” in programma sul territorio, svoltosi presso la sede di Confindustria Lecco e che ha visto alcuni degli amministratori locali presenti (provenienti da Ballabio, Colle Brianza, Valmadrera - presente il consiglio praticamente al completo - , Lecco, Malgrate, Galbiate, Oliveto Lario) confrontarsi con il presidente del Comitato ristretto Virginio Brivio e i referenti di Silea.
Sono stati loro, unitamente ad alcuni tecnici coinvolti nella progettazione, a offrire un quadro dettagliato del Teleriscaldamento che, nella nostra Provincia, se verrà realizzato entrerà in attività non prima dell’autunno 2020.

Il presidente di Silea Mauro Colombo ha illustrato i benefici che derivano da una simile tecnologia, che consente di trasportare a distanza il calore per il riscaldamento urbano e l’acqua calda sanitaria garantendone un utilizzo efficiente e centralizzato. Il progetto lecchese prometterà di “risparmiare” 8 milioni di metri cubi di metano, pari a 16.000 tonnellate di Co2 che non andranno a finire nell’atmosfera, a tutto vantaggio del “portafogli” di chi sarà raggiunto dalla rete.

“Già nel 2009 Silea, con il Politecnico di Lecco, aveva avviato uno studio di fattibilità su un progetto di questo tipo. Che apporterà benefici non solo ai paesi interessati, ma a tutti soci in termini di utili che saranno redistribuiti”, ha spiegato Colombo, che ha poi ripercorso le tappe che hanno portato l’assemblea dei soci, il 30 ottobre 2014, ad approvare l’investimento relativo al Teleriscaldamento finalizzato agli adempimenti autorizzativi del quadro prescrittivo AIA (autorizzazione integrata ambientale), fino all’approvazione (il 7 luglio 2016) dell’atto di indirizzo in cui si invita Silea ad illustrare i risultati della progettazione definitiva inviata in Regione, prima di sottoporla all’assemblea dei soci.

Marco Peverelli, Mauro Colombo, il sindaco virginio Brivio, presidente del Comitato ristretto

“La produzione di acqua calda non deve essere necessariamente legata alla combustione di rifiuti. In una prima fase di attivazione saranno necessarie caldaie a metano di integrazione, ma queste funzioneranno per un massimo di 6 giorni all’anno. In futuro il Teleriscaldamento potrà essere alimentato a biomassa, oppure attraverso una pompa di calore che sfrutti l’acqua del lago. Per quest’ultimo aspetto è stato avviato un apposito studio di fattibilità” ha spiegato Colombo.

Paride Rovera (TBF Partne), Massimo Sgarzi e Andrea Eboli (Silea)

L’importo dei lavori, suddivisi in tre lotti comprendenti turbogruppo, centrale di backup e rete comprensiva di scambiatori presso l’utenza, è stimato in 35,5 milioni di euro, con tempi di ritorno degli investimenti di 7 anni per la centrale e 10 per la rete. Il turbogruppo sarà terminato entro fine giugno 2019, la centrale e la rete entro fine settembre 2020, quando potrà iniziare la cessione di calore alle utenze collegate (condomini, scuole, l’ospedale di Lecco). “Ma la tempistica potenzialmente proseguirà, perché la rete potrà essere implementata” ha concluso Colombo.
Proprio questo crono programma, è stato sottolineato da alcuni amministratori presenti, va a “cozzare” con quello dello studio epidemiologico avviato da 7 comuni del territorio, i cui risultati definitivi non saranno pronti prima del 2018, quando ormai i lavori saranno in stadio avanzato.

Consiglieri di Valmadrera e Malgrate

“Abbiamo scelto questo tipo di procedura, più lunga rispetto all’altra prospettata (ma non in contraddizione con essa) perché più completa. Essa ci permetterà di avere un quadro sulle ricadute, in termini di condizioni di salute, della popolazione del circondario negli ultimi 15 anni, andando a valutare anche gli affetti su gravidanze e nascite” ha detto il sindaco di Valmadrera Donatella Crippa, rispondendo a chi ha sollevato la problematica della “tempistica”. “Già nel 2017 avremo i primi dati preliminari, ma in ogni caso questo studio va in una direzione che è diversa da quella del Teleriscaldamento. Se diremo di sì a questo progetto il nostro orientamento sarà comunque rivolto ad un incremento delle raccolta differenziata, e questo impianto dovrà essere sempre meno legato ai rifiuti. Su questo non ci sono dubbi” ha spiegato il sindaco del paese che ospita l’impianto di termovalorizzazione.

Primo e secondo da sinistra Alberto Anghileri e Massimo Riva

È stato l’ingegner Paride Rovera della TBF Partner (società svizzera incaricata di redigere il progetto definitivo) a spiegarne le caratteristiche. “La turbina esistente sarà sostituita, permettendo l’ottimizzazione della spillatura del vapore per una maggiore resa. Verrà installato un nuovo scambiatore di calore, e costruita una centrale di Teleriscaldamento, dismessa una linea attualmente esistente e realizzato un sistema di accumulazione del calore. I costi sono previsti in 26.099.896,82 €". L’ingegnere Francesco Pezzagno, responsabile unico del procedimento, ha evidenziato la funzionalità di un sistema modulare che può essere implementato a seconda delle esigenze, un impianto che avrò rilevanza a livello regionale.

“Come si concilia un progetto di questo tipo con l’obiettivo inserito nell’atto di indirizzo a firma dei Comuni di raggiungere entro il 2020 una percentuale di raccolta differenziata pari al 75% sul territorio? Come verrà colmato il “gap” di rifiuti indifferenziati da bruciare che verranno a mancare?” è stata la domanda del consigliere lecchese Massimo Riva, che ha chiesto ai responsabili Silea di spiegare cosa ne sarà del “forno” di Valmadrera se i Comuni si opporranno al Teleriscaldamento. Alberto Anghileri ha evidenziato la necessità di “guardare avanti”, verso altre fonti di energia.

“Il nostro impianto può essere alimentato a cippato senza stravolgimenti particolari, e tra le prospettive future vi è l’utilizzo di biomassa o pompa di calore. Se i soci diranno no al Teleriscaldamento, che costituisce una compensazione ambientale legata all’autorizzazione regionale, l’impianto sarà con ogni probabilità chiuso” ha riposto Colombo.
Paolo Dell’Oro, consigliere di Ballabio, ha chiesto quanti rifiuti dovrà bruciare il termovalorizzatore per alimentare la rete così come è stata presentata. “La quantità non cambierà rispetto al massimo carico termico, raggiunto nel 2015 con 97.000 tonnellate. Quello tra Teleriscaldamento e rifiuti non è un binomio effettivo, ci sono altre possibilità per alimentare la centrale” ha ribadito il presidente Silea. Un concetto sottolineato dal direttore Marco Peverelli, che ha spiegato come la società operi in un “regime autorizzativo” e debba rispettare un preciso cronoprogramma per non rischiare di non ottemperare alle prescrizioni regionali. “Entro il 1° luglio di quest’anno abbiamo dovuto presentare il progetto definitivo, privo del dettaglio economico” ha spiegato. È stato il consigliere di Colle Brianza Aldo Dal Lago ad evidenziare l’apparente incongruenza di portare all’attenzione dei consiglieri un progetto che è già stato presentato in Regione, senza che fosse condiviso nei Comuni.

Paride Rovera, Francesco Pezzagno (Rup) e Mauro Colombo (Silea)

“I soci non sono succubi della società, si decide insieme come operare” è stata la risposta di Virginio Brivio. “Ma i soggetti non siamo solo noi e Silea, bensì anche il committente del progetto, la Regione, che ha “scavalcato” le amministrazioni proprio per questi motivi tecnici. Ora dobbiamo riprendere in mano questa partita, a cominciare da questi incontri estesi a tutti consiglieri. Sarà compito dei sindaci quello di diffondere l’informativa nelle rispettive assise”.

I consiglieri di Colle Brianza Aldo Dal Lago e di Ballabio Paolo Dell’Oro, e il sindaco di Valmadrea Donatella Crippa

Al primo incontro è seguito quello di questa sera a Barzio. Martedì 13 dicembre alle 17.00 la sala civica di Sirone ospiterà il terzo appuntamento, alle 21.00 sarà la volta del circondario casatese nella biblioteca di Monticello Brianza, mentre sarà necessario attendere martedì 10 gennaio per l’incontro di Calolziocorte (rivolto ai Comuni della val San Martino) alle 17.00, e ultimi saranno i paesi del meratese alle 21.00, nella sala consiliare di Merate.
Tutti consiglieri comunali della Provincia potranno partecipare indistintamente ad uno degli incontri, a seconda della propria disponibilità, e fare domande su un progetto che continua a far discutere gli amministratori locali.
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