Civate: appello ai cittadini per salvare la chiesa. Servono 300 mila euro per messa in sicurezza e restauro

In seguito alla notizia dell'ingente spesa che la parrocchia di Civate si trova costretta ad affrontare per la salvaguardia della propria Chiesa dei Santi Vito e Modesto, il parroco don Gianni ha organizzato un'assemblea pubblica con l'architetto Francesco Amigoni e il restauratore Giacomo Luzzana all'interno della chiesa stessa per spiegare nei dettagli il progetto di recupero.  

Don Gianni (al microfono), Giacomo Luzzana e Francesco Amigoni

Fissato per domenica 19 febbraio, l'incontro ha visto la partecipazione di molte famiglie che si sono dimostrate da subito intenzionate a dare il loro contributo.   A introdurre l'argomento è stato don Gianni, il quale ha brevemente sintetizzato i passaggi che hanno portato alla valutazione dei danni e al seguente progetto di restaurazione: "Il primo lavoro è consistito nell'analisi e nel disegno strutturale della nostra chiesa. Abbiamo fatto un rilievo per capire quanto l'incidenza del tetto spingesse sulla struttura, dandoci così una prospettiva complessiva sul quadro del problema. Successivamente siamo tornati a ragionare con l'ing. Parolari, e da lì è partito il progetto di restauro" ha spiegato il parroco, sottolineando come il progetto abbia già ricevuto un parere favorevole dalla sovraintendenza.

Alcune immagini del sottotetto

"Chi ci ha fermato è stato il collegio dei consultori, ovvero una serie di persone all'interno della curia che valutano quali spese la parte amministrativa e la parte economica della diocesi e della singola parrocchia sono in grado di affrontare". Guardando i conti degli ultimi 10 anni risulterebbe infatti impossibile sostenere un progetto di 300 mila euro. Per questo si è reso necessario cercare dei finanziamenti, che ad oggi purtroppo ancora non si sono concretizzati. Dopo diversi rifiuti, compresi quello della Cariplo e di diverse banche di credito cooperativo del territorio, l'ufficio amministrativo diocesano ha accolto la richiesta per partecipare all'8x1000, ma il progetto non è stato inserito tra quelli prioritari che hanno diritto al finanziamento.  

Il tetto all'esterno   

Resta dunque una sola possibilità, ovvero sperare nel contributo dei cittadini stessi e delle aziende locali. "Cerchiamo 600 tra famiglie e aziende che offrano 500 €, in un'unica soluzione o in due anni, per arrivare a 300.000 €" è stato l'appello del parroco, il quale ha fissato al 15 giugno il termine entro cui ogni famiglia sarà invitata a dichiarare se è intenzionata a partecipare al finanziamento, con o senza deducibilità fiscale, e con quale cifra.     Prima di partecipare a una spesa di questa portata è però necessario capire bene in cosa consista il progetto. A questo scopo erano presenti l'architetto Francesco Amigoni e il restauratore Giacomo Luzzana, che hanno illustrato ai cittadini l'entità dei danni e dei lavori necessari, occupandosi rispettivamente della situazione della struttura esterna e di quella interna. 

Alcune delle infiltrazioni visibili all'interno della chiesa

"Il lavoro di ristrutturazione esterno prevede la completa ripassatura di tutto il manto di copertura. Prima di questo però ci sono due importanti interventi strutturali: alcune capriate sono collassate, mentre altre hanno subito una flessione" ha spiegato l'architetto. "Il primo intervento sarà quindi quello di legare le capriate a una struttura in ferro che verrà appoggiata sui muri laterali. A questi si aggiungono inoltre il lavoro di messa in sicurezza della scala che porta al campanile, la rimozione di parti in amianto e la sostituzione di lattonerie ammalorate". Solo questi interventi richiedono una spesa di circa 225 mila euro, a cui sono da sommare le spese per l'adeguamento dell'impianto elettrico (30 mila euro), il restauro conservativo e la bonifica degli intonaci ammalorati esterni ed interni (45 mila euro).  

Il cartellone all'ingresso con il conteggio dei fondi raccolti

I problemi del manto di copertura, oltre a comportare rischi per la sicurezza dell'intera struttura, sono fonte di infiltrazioni che a loro volta causano distaccamenti degli intonaci interni. Come spiegato dal restauratore Luzzana dunque, perchè si risolvano i problemi di intonaco all'interno è assolutamente necessario risolvere prima i danni al manto di copertura esterno: "non c'è restauro che tenga se non si fanno interventi su ciò che causa il danno. Il tetto deve essere riparato il prima possibile. Anche se la chiesa non dà segni di deterioramento sappiamo che il tetto si trova in condizioni gravi".   La pareti interne non interessate da infiltrazioni sono ancora ben conservate, ma quelle che ne sono state colpite in soli 3 anni hanno subìto un serio degrado. Tra queste la più malandata è la parete nord, esternamente molto scoperta e piena di fessure che consentono all'acqua di entrare ma non di uscire.  

La parete esterna

"Perchè la situazione non peggiori drasticamente è bene intervenire prima del prossimo inverno. Una volta terminati i lavori esterni bisognerà aspettare circa 8-10 mesi perchè si possa intervenire anche all'interno. Perciò, se si ipotizza l'inizio dei lavori esterni nel settembre 2017, la ristrutturazione potrebbe essere completa per il dicembre 2018" ha spiegato don Gianni, prima di concludere: "ora stiamo giocando sull'equilibrio per capire quanto possiamo andare avanti. Per iniziare a sbloccare la situazione dobbiamo arrivare a circa 130 mila euro. A giugno chiuderemo la raccolta, nel frattempo contatteremo le imprese locali."     Ad oggi, grazie alla generosità di tanti privati cittadini e associazioni che si sono mobilitati per sostenere la "causa" sono stati già raccolti circa 25 mila euro, come illustra anche un cartellone esposto all'ingresso della chiesa. La cifra da raggiungere è però ancora lontana. Vedremo se dopo l'appello del parroco la cittadinanza sarà disposta a contribuire ulteriormente al progetto. La scadenza rimane fissata al 15 giugno.
P.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.