Calolzio: la Cartiera difende la centrale a biomasse e ''apre'' al teleriscaldamento
"Nel bilancio complessivo delle emissioni, la nuova centrale a biomasse non causa alcun peggioramento dell'inquinamento": con queste parole l'ing. Vladimiro Bolis (Sime Energia) ha difeso l'impianto attivato alla Cartiera dell'Adda di Calolzio, in frazione Pascolo.
La nuova caldaia è stata pensata per la storica azienda ma la proprietà è della società Sime Energia, titolare di 10 dispositivi analoghi in varie zone d'Italia.
La centrale calolziese brucia legname per produrre calore che serve per il ciclo produttivo della carta ed energia elettrica che viene invece ceduta alla rete nazionale.
Grande attenzione è rivolta alle emissioni del nuovo impianto. Secondo quanto hanno spiegato Sime e Cartiera non ci sarebbe stato alcun peggioramento rispetto al passato: "Il bilancio tra l'accensione della nuova centrale e lo spegnimento della caldaia a metano che sostituisce è positivo per l'ambiente. Gli aspetti più critici riguardano le polveri sottili: c'è stato un aumento ma siamo ben al di sotto dei 3 mg/Nm3, il limite previsto dalla nostra autorizzazione, che è ben al di sotto dei 20 previsti dalla normativa. Altro inquinante è l'ossido di azoto NOX per il quale abbiamo un limite di 110 mg/Nm3: è molto stringente e attualmente sforiamo a 125, per questo entro giugno installeremo un ulteriore catalizzatore per diminuire il valore".
"I monitoraggi ci permettono di sapere se dobbiamo fare interventi migliorativi nei processi di abbattimento degli inquinanti e nei filtri" ha continuato Bolis. "La centrale brucia esclusivamente legname cippato, derivante dal taglio dei boschi o anche dalla cura delle piante nei centri abitati. Ci è assolutamente vietato usare legno trattato o quello non trattato ma derivante da mobilifici o simili".
In via Mazzini confluiscono ogni giorno almeno 4 rimorchi carichi di materiale per tenere accesa la maxi caldaia. Arrivano soprattutto dal San Genesio, dal triangolo lariano e dalla Valsassina.
In futuro si vorrebbe facilitare il conferimento anche da parte di agricoltori e proprietari terrieri del circondario ma finora questa strada è ancora poco battuta in particolare per la difficoltà dei "piccoli" di cippare gli scarti legnosi. L'autorizzazione all'impianto è stata subordinata anche ad alcuni importanti interventi di compensazione ambientale, come la futura costruzione di un nuovo ingresso alla cartiera da viale De Gasperi e non più da via Mazzini con un nuovo parcheggio.
"Non toccherebbe a noi realizzarlo ma ad un altro soggetto, magari pubblico. Ma certamente questa possibilità c'è: il teleriscaldamento è formato da un impianto di produzione e da una rete di distribuzione. In questo caso la prima parte già c'è: la centrale fornisce calore alla cartiera che comunque restituisce alla fine del ciclo acqua calda a quasi 100° e che potrebbe dunque essere convogliata tramite una rete verso abitazioni ed edifici pubblici, magari verso alcune zone densamente abitate di Calolzio" ha continuato l'esperto.
La possibilità è quantomeno aperta. Per la realizzazione bisognerebbe anzitutto trovare qualcuno interessato all'investimento. I permessi da ottenere sarebbero quelli più prettamente tecnici legati alla posa delle tubazioni visto che il via libera ambientale al funzionamento della caldaia e dunque alle emissioni ad essa legate già c'è. Cresce comunque l'attenzione sull'impianto. La Casa delle Sinistre ha già espresso forti critiche per le possibili conseguenze dell'inquinamento e in particolare per l'aumento delle polveri sottili liberate nell'aria, in una zona residenziale e a qualche centinaio di metri di distanza dalle scuole primaria e materna del Pascolo.
A breve potrebbe anche venire organizzato un incontro pubblico sul tema.
La nuova caldaia è stata pensata per la storica azienda ma la proprietà è della società Sime Energia, titolare di 10 dispositivi analoghi in varie zone d'Italia.
La centrale calolziese brucia legname per produrre calore che serve per il ciclo produttivo della carta ed energia elettrica che viene invece ceduta alla rete nazionale.
Giuseppe Cime (Cartiera dell’Adda) e Vladimiro Bolis (Sime Energia)
"Inizialmente avevamo pensato di creare un impianto che utilizzasse come combustibile i residui della carta da macero ma dopo alcuni approfondimenti quel progetto venne accantonato e decidemmo di virare sulla centrale a biomasse" ha spiegato Bolis durante un'apposita commissione consigliare andata in scena mercoledì sera in Municipio. "L'impianto è stato autorizzato dalla Provincia che è l'ente competente e l'iter ha visto il coinvolgimento di tutti i soggetti del territorio: comune, Arpa, Asl e Parco Adda".Grande attenzione è rivolta alle emissioni del nuovo impianto. Secondo quanto hanno spiegato Sime e Cartiera non ci sarebbe stato alcun peggioramento rispetto al passato: "Il bilancio tra l'accensione della nuova centrale e lo spegnimento della caldaia a metano che sostituisce è positivo per l'ambiente. Gli aspetti più critici riguardano le polveri sottili: c'è stato un aumento ma siamo ben al di sotto dei 3 mg/Nm3, il limite previsto dalla nostra autorizzazione, che è ben al di sotto dei 20 previsti dalla normativa. Altro inquinante è l'ossido di azoto NOX per il quale abbiamo un limite di 110 mg/Nm3: è molto stringente e attualmente sforiamo a 125, per questo entro giugno installeremo un ulteriore catalizzatore per diminuire il valore".
La commissione
I fumi sono costantemente monitorati da un sistema i cui dati sono "blindati" e che analizza le emissioni dell'impianto, attivo circa 360 giorni all'anno."I monitoraggi ci permettono di sapere se dobbiamo fare interventi migliorativi nei processi di abbattimento degli inquinanti e nei filtri" ha continuato Bolis. "La centrale brucia esclusivamente legname cippato, derivante dal taglio dei boschi o anche dalla cura delle piante nei centri abitati. Ci è assolutamente vietato usare legno trattato o quello non trattato ma derivante da mobilifici o simili".
In via Mazzini confluiscono ogni giorno almeno 4 rimorchi carichi di materiale per tenere accesa la maxi caldaia. Arrivano soprattutto dal San Genesio, dal triangolo lariano e dalla Valsassina.
In futuro si vorrebbe facilitare il conferimento anche da parte di agricoltori e proprietari terrieri del circondario ma finora questa strada è ancora poco battuta in particolare per la difficoltà dei "piccoli" di cippare gli scarti legnosi. L'autorizzazione all'impianto è stata subordinata anche ad alcuni importanti interventi di compensazione ambientale, come la futura costruzione di un nuovo ingresso alla cartiera da viale De Gasperi e non più da via Mazzini con un nuovo parcheggio.
La centrale a biomasse
Tra le novità emerse anche la possibilità di agganciare la centrale a un sistema di teleriscaldamento che porti acqua calda nelle abitazioni private dei calolziesi."Non toccherebbe a noi realizzarlo ma ad un altro soggetto, magari pubblico. Ma certamente questa possibilità c'è: il teleriscaldamento è formato da un impianto di produzione e da una rete di distribuzione. In questo caso la prima parte già c'è: la centrale fornisce calore alla cartiera che comunque restituisce alla fine del ciclo acqua calda a quasi 100° e che potrebbe dunque essere convogliata tramite una rete verso abitazioni ed edifici pubblici, magari verso alcune zone densamente abitate di Calolzio" ha continuato l'esperto.
La possibilità è quantomeno aperta. Per la realizzazione bisognerebbe anzitutto trovare qualcuno interessato all'investimento. I permessi da ottenere sarebbero quelli più prettamente tecnici legati alla posa delle tubazioni visto che il via libera ambientale al funzionamento della caldaia e dunque alle emissioni ad essa legate già c'è. Cresce comunque l'attenzione sull'impianto. La Casa delle Sinistre ha già espresso forti critiche per le possibili conseguenze dell'inquinamento e in particolare per l'aumento delle polveri sottili liberate nell'aria, in una zona residenziale e a qualche centinaio di metri di distanza dalle scuole primaria e materna del Pascolo.
A breve potrebbe anche venire organizzato un incontro pubblico sul tema.
P.V.