Lecco: assolti i due medici accusati di non  aver visto un osso d’anatra nell’esofago

Sono stati assolti dal giudice Salvatore Catalano il radiologo in servizio presso la casa di cura Beato Luigi Talamoni e l’otorinolaringoiatra dell’ospedale Manzoni di Lecco accusati di “lesioni personali colpose” (ai sensi dell’articolo 590 del codice penale) a seguito della denuncia presentata da una donna che nel 2011 si era rivolta a loro lamentando un forte fastidio alla gola. La causa di tale sintomo, a quanto ipotizzato dalla stessa paziente, era un ossicino di anatra andato di traverso, che né la radiografia né l’esame medico avevano individuato. La donna, dopo essere stata dimessa con una diagnosi di tracheite, si era rivolta all'ospedale Sant'Anna di Como dove era stata ricoverata d'urgenza e sottoposta ad un intervento chirurgico per rimuovere l'osso, risultato avere una dimensione di 2,5 cm.
Il Vice procuratore onorario Mattia Mascaro stamane ha indicato per i due specialisti la condanna ad una sanzione pecuniaria pari a 309 €.
“Il mio assistito ha mantenuto un atteggiamento conforme alla situazione, seguendo le linee guida mediche previste in queste situazioni. Inoltre ha indicato alla signora di rivolgersi immediatamente al Pronto soccorso se la sensazione di fastidio fosse continuata o peggiorata” ha affermato l’avvocato Edoardo Fumagalli, difensore del radiologo, chiedendo l’assoluzione perché il fatto non sussiste e in subordine per la particolare tenuità del fatto.
L’avvocato Stefano Pelizzari, legale dell’otorinolaringoiatra che fu “interpellato” dal medico del Pronto soccorso lecchese che visitò la donna, ha sottolineato quale fosse la posizione dell’osso, così come emerso dalle testimonianze in aula. “La causa del fastidio perdurante da due giorni, che non è equiparabile ad una malattia, si trovava in una posizione che afferisce all’ambito d’azione del gastroenterologo o del chirurgo, non dell’otorinolaringoiatra” ha specificato l’avvocato, chiedendo per il medico l’assoluzione perché il fatto non sussiste.
Il giudice Catalano ha assolto quest’ultimo per non aver ommesso il fatto, ravvisando per il radiologo la particolare tenuità del fatto.
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