Calolzio: per Aido, Alberto Frigerio racconta in un libro la sua vita da uomo con il cuore traballante e la rinascita post-trapianto
"Mi chiamo Alberto e ho il cuore di un ragazzo napoletano". Schietto, genuino e pregnante: così il calolziese Alberto Frigerio - che deve la sua vita ad un trapianto cardiaco e che sta diventando un "testimonial" d'eccezione per l'AIDO - si è presentato al pubblico accorso per sentire la sua incredibile storia alla serata promossa nei giorni scorsi nel salone dei Volontari del Soccorso di Calolziocorte.
Dopo l'inserimento di un pacemaker iniziale con defibrillatore, "la cui scarica era paragonabile ad una martellata sulle costole", e nel 2014, in seguito ad una crisi cardiaca, l'innesto di un cuore artificiale in grado di pompare sangue direttamente nell'aorta, Alberto si è dovuto mettere in lista per un trapianto.
Durante i cinque mesi trascorsi in ospedale si è cimentato, un po' per svago e un po' per riflessione personale, nella stesura della sua opera biografica: un manoscritto dal titolo "Dalla Guerra di Troia al XXI secolo. La nascita e la rinascita di un uomo dal cuore traballante", in cui - come lui stesso ha affermato - racconta la sua storia, dalla giovinezza all'età adulta, con l'obiettivo di redigere un opuscolo che "possa essere utile a ricordare a chiunque deve affrontare difficoltà durante la sua vita che non ci si deve mai arrendere alla propria condizione".
Dopo la completa ripresa del calolziese, il libro, che ha rappresentato un vero e proprio "inno" alla causa, è stato pubblicato e stampato in collaborazione con le sezioni AIDO di Oggiono e Calolziocorte - alle quali sono andati i proventi del volume - e con l'AIDO provinciale.
In rappresentanza di quest'ultima è intervenuto proprio il Presidente Antonio Sartor, che ha soprattutto espresso la sua ammirazione per il lavoro svolto da Alberto Frigerio nelle scuole, dove il dialogo con gli studenti e il confronto con la propria esperienza di fronte ai giovani ha reso ancora più viva e sentita la missione all'interno dell'Associazione.
"Nel 2016 sono stati effettuati circa 36.000 trapianti in Europa di cui 3.700 in Italia, per un totale di 120.000 trapianti in tutto il mondo, i quali però hanno coperto solo il 10% del fabbisogno mondiale" ha spiegato l'esperto. "In Italia sono in vigore 24 leggi nel campo dei trapianti: se da un lato questo fino ad ora è stato garanzia di sicurezza, dall'altro si è rivelato causa di grande confusione. Il motivo di tutto ciò non è legato ad una sfiducia delle persone nella causa, bensì ad una diffidenza nei confronti del sistema sanitario e politico, che unita al clima di crisi e difficoltà odierne rendono le persone meno disponibili".
Il dottor Martini si è poi soffermato sull'urgenza di aumentare il pool dei donatori, cosa che potrebbe essere agevolata dalla diffusione anche in Italia di modalità di prelievo già utilizzate all'estero, come il trapianto da donatori viventi (che generalmente prevede l'asportazione di un rene o di una parte di fegato da un volontario) o quello dai cosiddetti "donatori samaritani" (i quali offrono un organo alla collettività, e non ad uno specifico ricevente). A Lecco, inoltre, si prevede l'inaugurazione della "donazione di organi a cuore fermo" (DCD), la quale contempla che - dopo l'accertamento di morte con criteri cardiaci e i 20 minuti di no-touch period previsti dalla legge italiana - il cuore del paziente venga fatto ripartire attraverso l'utilizzo di macchine che ricondizionano gli organi permettendo ad essi di riprendere la loro funzione ottimale.
Altro tema affrontato durante l'incontro è stato quello delicato e più che mai attuale relativo agli espianti illegali, i quali sono stati definiti dal medico "una pratica immonda animata da una commercializzazione selvaggia che ancora oggi viene praticata in molti paesi".
Ed è proprio in opposizione a queste pratiche disumane che si leva alta la voce di Alberto e degli altri "uomini dal cuore traballante" che, come lui, hanno provato sulla propria pelle il dono della generosità, della bontà e della tenacia.
Alberto Frigerio
In piedi il Presidente AIDO Calolziocorte, Beppe Bosisio
Affetto da una malattia cardiaca ereditaria, la cardiomiopatia dilatativa, Alberto ha condotto una vita normale fino al 2004, quando in pochissimo tempo la funzionalità del suo cuore è stata compromessa, passando dal 100 al 15%.Dopo l'inserimento di un pacemaker iniziale con defibrillatore, "la cui scarica era paragonabile ad una martellata sulle costole", e nel 2014, in seguito ad una crisi cardiaca, l'innesto di un cuore artificiale in grado di pompare sangue direttamente nell'aorta, Alberto si è dovuto mettere in lista per un trapianto.
Durante i cinque mesi trascorsi in ospedale si è cimentato, un po' per svago e un po' per riflessione personale, nella stesura della sua opera biografica: un manoscritto dal titolo "Dalla Guerra di Troia al XXI secolo. La nascita e la rinascita di un uomo dal cuore traballante", in cui - come lui stesso ha affermato - racconta la sua storia, dalla giovinezza all'età adulta, con l'obiettivo di redigere un opuscolo che "possa essere utile a ricordare a chiunque deve affrontare difficoltà durante la sua vita che non ci si deve mai arrendere alla propria condizione".
Dopo la completa ripresa del calolziese, il libro, che ha rappresentato un vero e proprio "inno" alla causa, è stato pubblicato e stampato in collaborazione con le sezioni AIDO di Oggiono e Calolziocorte - alle quali sono andati i proventi del volume - e con l'AIDO provinciale.
In rappresentanza di quest'ultima è intervenuto proprio il Presidente Antonio Sartor, che ha soprattutto espresso la sua ammirazione per il lavoro svolto da Alberto Frigerio nelle scuole, dove il dialogo con gli studenti e il confronto con la propria esperienza di fronte ai giovani ha reso ancora più viva e sentita la missione all'interno dell'Associazione.
In piedi il dottor Cristiano Martini
In piedi Antonio Sartor
Alla serata organizzata per la 24^ edizione di "AIDO in Festa" è intervenuto anche l'autore della prefazione del libro, il dottor Cristiano Martini, già direttore del dipartimento di neuroscienze, del servizio anestesia e neurorianimazione dell'Ospedale Manzoni di Lecco, nonché Presidente di Nord Italia Transplant e coordinatore locale e regionale dei prelievi d'organo."Nel 2016 sono stati effettuati circa 36.000 trapianti in Europa di cui 3.700 in Italia, per un totale di 120.000 trapianti in tutto il mondo, i quali però hanno coperto solo il 10% del fabbisogno mondiale" ha spiegato l'esperto. "In Italia sono in vigore 24 leggi nel campo dei trapianti: se da un lato questo fino ad ora è stato garanzia di sicurezza, dall'altro si è rivelato causa di grande confusione. Il motivo di tutto ciò non è legato ad una sfiducia delle persone nella causa, bensì ad una diffidenza nei confronti del sistema sanitario e politico, che unita al clima di crisi e difficoltà odierne rendono le persone meno disponibili".
Il dottor Martini si è poi soffermato sull'urgenza di aumentare il pool dei donatori, cosa che potrebbe essere agevolata dalla diffusione anche in Italia di modalità di prelievo già utilizzate all'estero, come il trapianto da donatori viventi (che generalmente prevede l'asportazione di un rene o di una parte di fegato da un volontario) o quello dai cosiddetti "donatori samaritani" (i quali offrono un organo alla collettività, e non ad uno specifico ricevente). A Lecco, inoltre, si prevede l'inaugurazione della "donazione di organi a cuore fermo" (DCD), la quale contempla che - dopo l'accertamento di morte con criteri cardiaci e i 20 minuti di no-touch period previsti dalla legge italiana - il cuore del paziente venga fatto ripartire attraverso l'utilizzo di macchine che ricondizionano gli organi permettendo ad essi di riprendere la loro funzione ottimale.
Altro tema affrontato durante l'incontro è stato quello delicato e più che mai attuale relativo agli espianti illegali, i quali sono stati definiti dal medico "una pratica immonda animata da una commercializzazione selvaggia che ancora oggi viene praticata in molti paesi".
Ed è proprio in opposizione a queste pratiche disumane che si leva alta la voce di Alberto e degli altri "uomini dal cuore traballante" che, come lui, hanno provato sulla propria pelle il dono della generosità, della bontà e della tenacia.
Francesca Amato