Lecco: al ‘Parini’ il campione Antonio Rossi dà il ‘benvenuto’ agli studenti dalla Spagna
È stata una mattinata decisamente speciale quella vissuta oggi, lunedì 15 maggio, dai ragazzi di quarta dell’Istituto Parini di Lecco, che soltanto pochi giorni fa hanno dato il benvenuto a un gruppo di coetanei giunti direttamente dalla Spagna, ospiti per una settimana della scuola e delle loro famiglie per uno scambio linguistico e culturale: poco dopo le ore 8, infatti, gli studenti hanno accolto in aula magna il grande canoista lecchese Antonio Rossi, pluricampione ai Giochi Olimpici, ai quali ha vinto ben cinque medaglie in una carriera quasi trentennale che lo ha portato ai vertici internazionali nella sua specialità. Tante le domande rivolte all’atleta dai ragazzi del Parini, che hanno anche potuto mettersi alla prova con la lingua spagnola attraverso la traduzione simultanea di quesiti, risposte e commenti con l’aiuto della loro insegnante, Monserrat Comesana.
Una bella occasione per parlare di sport, così come del nostro territorio, per la cui promozione lo stesso Antonio Rossi è impegnato da alcuni anni anche in virtù della sua attuale carica di assessore regionale allo sport, seguita a un precedente incarico a livello provinciale.

Antonio Rossi con Beatrice Anderis, giovane canoista della Canottieri, e l’insegnante Monserrat Comesana
“Lecco è indubbiamente la città perfetta per praticare attività fisica: qui abbiamo il lago, le montagne e tanti angoli completamente immersi nella natura” ha affermato l’atleta, classe 1968.
“Io, ad esempio, ho iniziato molto presto a sciare, mentre la passione per la canoa è nata qualche anno dopo, quando mi sono avvicinato insieme ai miei fratelli al mondo della Canottieri, una società che con il passare del tempo è diventata la mia seconda casa: ho imbracciato per la prima volta un remo all’età di 12 anni, ma il mio fisico esile non sembrava promettere nulla di buono. I primi risultati non sono stati di certo esaltanti, ma poco alla volta – attraverso il duro lavoro – ho cominciato a migliorare, allenandomi ogni giorno sul lago, ma anche in montagna e in palestra”.


Antonio Rossi
“Alla fatica ci si abitua, e poi io non ho mai avuto l’ossessione della vittoria, anche se ovviamente le mie ambizioni sono sempre state molto alte” ha proseguito Antonio Rossi.
“Per colmare il “gap” fisico con i miei avversari ho sempre puntato molto sul lavoro, allenandomi anche 7 ore al giorno tra corsa, nuoto e attività aerobica in palestra. Più che agli esordi o ai tempi dell’adolescenza, il peso di questi sacrifici ha iniziato a farsi sentire quando ormai ero già un atleta consolidato, dopo la nascita dei miei due figli, quando andare in ritiro all’estero – magari anche molto lontano da casa, in California e in Australia – diventava davvero difficile. Il momento più duro della mia carriera, però, è arrivato nel 2000, dopo la scomparsa di mio padre e la nascita della mia bambina: la tentazione di mollare tutto è stata davvero forte, soprattutto per il mio desiderio di avere una vita più “normale”, concentrata soltanto sul lavoro e sulla famiglia. La passione per lo sport e per la mia canoa, però, ha prevalso su tutto: l’adrenalina della gara, ogni volta diversa, e l’emozione di salire sul podio non hanno prezzo”.

La “chiacchierata” con gli studenti del Parini si è poi spostata su un tema di più stretta attualità, ovvero la necessità – sempre più evidente – di invogliare i giovani a praticare attività sportiva.
“Purtroppo diversi studi hanno dimostrato che, in Italia, dopo i 14 anni i ragazzi smettono di fare sport: la colpa non è solo di Internet e delle nuove tecnologie, ma sicuramente anche della possibilità di cimentarsi in attività diverse, soltanto a livello amatoriale, e delle alte aspettative di vittoria, che spesso vengono deluse” ha commentato l’ospite di giornata.

Antonio Rossi con il dirigente scolastico Carla Cazzaniga
“Con la Regione abbiamo avviato un percorso nelle scuole primarie, con l’obiettivo di promuovere la cultura dello sport già tra i più piccoli, ma il lavoro da fare è ancora tanto”.
Pare invece essersi un po’ “arenato” il cosiddetto “Progetto di Rete”, che negli ultimi anni ha visto coinvolti gli studenti delle scuole superiori della Provincia di Lecco in una serie di attività sportive extra-scolastiche un po’ diverse dal solito: canoa, wind-surfing, tiro con l’arco, yoga… “Beh certo – hanno detto alcuni insegnanti intervenuti – la Provincia non ha più soldi! E a dirla tutta nemmeno le strutture adeguate, basta guardare il Bione…”.

Gli insegnanti spagnoli e italiani in posa con Antonio Rossi

Ma che cosa è rimasto dell’atleta nell’uomo Antonio Rossi?
“Indubbiamente la necessità di allenarmi, soprattutto per la mia salute, più che per il senso di competizione. Lo sport è davvero una fonte di valori importanti per la vita quotidiana, tutti coloro che lo praticano a buoni livelli hanno un valore aggiunto. Ormai non vado più in canoa, purtroppo mi manca il tempo per farlo, ma in ogni caso mio figlio mi batterebbe e la sconfitta sarebbe dura da sopportare” ha concluso Antonio Rossi con un sorriso.
“Per vincere bisogna curare ogni dettaglio, a partire dall’alimentazione: il mio medico federale, ad esempio, mi ha avviato alla dieta mediterranea, sconsigliandomi di mangiare i dolci al cucchiaio. Ho sempre rispettato le sue indicazioni, persino nei momenti di maggiore difficoltà: nei casi più disperati, gustavo il tiramisù… con la forchetta”.

Decisamente attenti ed emozionati, gli studenti del Parini non hanno perso l’occasione per scattare una foto con Antonio Rossi, a cui il dirigente scolastico Carlo Cazzaniga ha anche regalato una speciale t-shirt dell’Istituto. Una mattinata indimenticabile per tutti, quella di oggi, anche per i loro amici spagnoli, che in questi giorni stanno andando alla scoperta del nostro territorio: dopo la visita a Milano, i pic-nic sul lungolago di Pescarenico e la salita sul “matitone”, infatti, nella giornata di ieri il gruppo è andato in gita nella splendida Bellagio, mentre oggi pomeriggio si sposterà a Bellano e Varenna. Appuntamento per domani, poi, all’Osservatorio Alpinistico di Lecco, l’ultima tappa del “tour” nella città dei Promessi Sposi, che – ce lo hanno confermato – li ha davvero lasciati senza fiato.
Una bella occasione per parlare di sport, così come del nostro territorio, per la cui promozione lo stesso Antonio Rossi è impegnato da alcuni anni anche in virtù della sua attuale carica di assessore regionale allo sport, seguita a un precedente incarico a livello provinciale.

Antonio Rossi con Beatrice Anderis, giovane canoista della Canottieri, e l’insegnante Monserrat Comesana
“Lecco è indubbiamente la città perfetta per praticare attività fisica: qui abbiamo il lago, le montagne e tanti angoli completamente immersi nella natura” ha affermato l’atleta, classe 1968.
“Io, ad esempio, ho iniziato molto presto a sciare, mentre la passione per la canoa è nata qualche anno dopo, quando mi sono avvicinato insieme ai miei fratelli al mondo della Canottieri, una società che con il passare del tempo è diventata la mia seconda casa: ho imbracciato per la prima volta un remo all’età di 12 anni, ma il mio fisico esile non sembrava promettere nulla di buono. I primi risultati non sono stati di certo esaltanti, ma poco alla volta – attraverso il duro lavoro – ho cominciato a migliorare, allenandomi ogni giorno sul lago, ma anche in montagna e in palestra”.

Membro del gruppo sportivo della Guardia di Finanza dall’età di 20 anni, quando si è iscritto alla facoltà di Economia e Commercio al termine degli studi al Liceo Scientifico, Rossi ha vinto il suo primo titolo italiano con la Canottieri (“l’inizio del sogno”) mentre frequentava il secondo anno di scuola superiore, iniziando a vestire la maglia azzurra della Nazionale Italiana nel 1989 e partecipando a ben cinque edizioni dei Giochi Olimpici (Barcellona, Atlanta, Sidney, Atene e Pechino, dove è stato scelto dal CONI come portabandiera): una vita dura, piena di sacrifici, tutti però “ampiamente ripagati dai numerosi trionfi, tutti speciali allo stesso modo, per la loro storia”.

Antonio Rossi
“Alla fatica ci si abitua, e poi io non ho mai avuto l’ossessione della vittoria, anche se ovviamente le mie ambizioni sono sempre state molto alte” ha proseguito Antonio Rossi.
“Per colmare il “gap” fisico con i miei avversari ho sempre puntato molto sul lavoro, allenandomi anche 7 ore al giorno tra corsa, nuoto e attività aerobica in palestra. Più che agli esordi o ai tempi dell’adolescenza, il peso di questi sacrifici ha iniziato a farsi sentire quando ormai ero già un atleta consolidato, dopo la nascita dei miei due figli, quando andare in ritiro all’estero – magari anche molto lontano da casa, in California e in Australia – diventava davvero difficile. Il momento più duro della mia carriera, però, è arrivato nel 2000, dopo la scomparsa di mio padre e la nascita della mia bambina: la tentazione di mollare tutto è stata davvero forte, soprattutto per il mio desiderio di avere una vita più “normale”, concentrata soltanto sul lavoro e sulla famiglia. La passione per lo sport e per la mia canoa, però, ha prevalso su tutto: l’adrenalina della gara, ogni volta diversa, e l’emozione di salire sul podio non hanno prezzo”.

La “chiacchierata” con gli studenti del Parini si è poi spostata su un tema di più stretta attualità, ovvero la necessità – sempre più evidente – di invogliare i giovani a praticare attività sportiva.
“Purtroppo diversi studi hanno dimostrato che, in Italia, dopo i 14 anni i ragazzi smettono di fare sport: la colpa non è solo di Internet e delle nuove tecnologie, ma sicuramente anche della possibilità di cimentarsi in attività diverse, soltanto a livello amatoriale, e delle alte aspettative di vittoria, che spesso vengono deluse” ha commentato l’ospite di giornata.

Antonio Rossi con il dirigente scolastico Carla Cazzaniga
“Con la Regione abbiamo avviato un percorso nelle scuole primarie, con l’obiettivo di promuovere la cultura dello sport già tra i più piccoli, ma il lavoro da fare è ancora tanto”.
Pare invece essersi un po’ “arenato” il cosiddetto “Progetto di Rete”, che negli ultimi anni ha visto coinvolti gli studenti delle scuole superiori della Provincia di Lecco in una serie di attività sportive extra-scolastiche un po’ diverse dal solito: canoa, wind-surfing, tiro con l’arco, yoga… “Beh certo – hanno detto alcuni insegnanti intervenuti – la Provincia non ha più soldi! E a dirla tutta nemmeno le strutture adeguate, basta guardare il Bione…”.

Gli insegnanti spagnoli e italiani in posa con Antonio Rossi

Ma che cosa è rimasto dell’atleta nell’uomo Antonio Rossi?
“Indubbiamente la necessità di allenarmi, soprattutto per la mia salute, più che per il senso di competizione. Lo sport è davvero una fonte di valori importanti per la vita quotidiana, tutti coloro che lo praticano a buoni livelli hanno un valore aggiunto. Ormai non vado più in canoa, purtroppo mi manca il tempo per farlo, ma in ogni caso mio figlio mi batterebbe e la sconfitta sarebbe dura da sopportare” ha concluso Antonio Rossi con un sorriso.
“Per vincere bisogna curare ogni dettaglio, a partire dall’alimentazione: il mio medico federale, ad esempio, mi ha avviato alla dieta mediterranea, sconsigliandomi di mangiare i dolci al cucchiaio. Ho sempre rispettato le sue indicazioni, persino nei momenti di maggiore difficoltà: nei casi più disperati, gustavo il tiramisù… con la forchetta”.

Decisamente attenti ed emozionati, gli studenti del Parini non hanno perso l’occasione per scattare una foto con Antonio Rossi, a cui il dirigente scolastico Carlo Cazzaniga ha anche regalato una speciale t-shirt dell’Istituto. Una mattinata indimenticabile per tutti, quella di oggi, anche per i loro amici spagnoli, che in questi giorni stanno andando alla scoperta del nostro territorio: dopo la visita a Milano, i pic-nic sul lungolago di Pescarenico e la salita sul “matitone”, infatti, nella giornata di ieri il gruppo è andato in gita nella splendida Bellagio, mentre oggi pomeriggio si sposterà a Bellano e Varenna. Appuntamento per domani, poi, all’Osservatorio Alpinistico di Lecco, l’ultima tappa del “tour” nella città dei Promessi Sposi, che – ce lo hanno confermato – li ha davvero lasciati senza fiato.
B.P.