Lecco: era il 22 giugno 1948 quando il borgo divenne città

Era il 22 giugno 1848, quando il Governo provvisorio di Lombardia, scaturito dagli eventi insurrezionali delle Cinque Giornate di Milano, decretava la promozione del borgo di Lecco con un provvedimento nel quale si sottolineava i “servigi resi dai prodi lecchesi alla Patria”.

La cappella al Monumentale dei cinque fratelli Garibaldini Torri Tarelli e
manifestazione patriottica presso il vecchio municipio di Via Roma

    Lecco divenuta città in quel 1848 era un borgo che non superava i 6000 abitanti e “correva”, con il suo territorio, dalle Caviate a Pescarenico. Aveva circa 1200 nuclei familiari e si limitava al vecchio borgo, al nucleo di Pescarenico, sulle rive dell’Adda, ed alcune località sparse nel verde e lontane dal centro, come Caviate, Spirola, Malpensata, Caleotto, Fiandra, Lazzaretto, Ca’ Foppa, Guado e Bione.
    La piazza XX Settembre, divenuta tale il 20 settembre 1895 (venticinque anni dopo la breccia di Porta Pia) era la vecchia piazza del Mercato, dove avvennero i primi raduni popolari, nei giorni della sommossa anti austriaca.
    Lecco aveva già fornito volontari a Milano insorta contro gli austriaci e, sotto il portichetto della chiesa di Santa Marta, si raccoglievano le adesioni per altri volontari con colonne di rinforzo verso l’alta Valtellina, in particolare Bormio ed il Passo dello Stelvio.

Omaggio alla cappella dei Torri Tarelli (foto d'archivio)

    La ricorrenza del borgo elevato a città nel 1848 è stata sottolineata, in precedenti anniversari, con omaggi a monumenti e lapidi. L’omaggio principale era reso alla cappella nel Monumentale di Via Parini ai cinque fratelli garibaldini Torri Tarelli. Sono ricordati anche da una lapide in Contrada Maddalena, vicino al lungolago del monumento all’abate Antonio Stoppani. Il poeta delle Alpi, Giovanni Bertacchi, nativo di Chiavenna, nel comporre il testo della lapide ha scritto: “Belli di gloria e di morte per la storia d’Italia”.
A.B.
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