Lecco: l'archeologa Lucia Castagna racconta il ritrovamento di un dente 'vecchio' 50.000 anni
Il suo nome sta facendo il giro del mondo. Del resto non capita tutti i giorni di trovare un reperto storico risalente a 50.000 anni fa. Abbiamo intervistato Lucia Castagna, giovane archeologa originaria del rione Germanedo di Lecco, impegnata in una campagna di scavi nelle grotte Vanguard - Ghoram a Gibilterra che ha portato alla luce un dente di un bambino di Neanderthal.
Lucia, da quanto sei a Gibilterra e come mai, tra i tanti paesi e siti archeologici, è stata questa la tua meta?
Essendomi laureata da qualche mese ho deciso di dedicare la mia estate ad approfondire le conoscenze in preistoria con qualche esperienza sul campo. Le grotte di Gibilterra sono molto conosciute nel settore per conservare le ultime tracce di Neanderthal così, appena ho saputo che stavano cercando dei volontari per un mese di scavi nella Ghoram's cave, mi sono candidata e ho passato le selezioni
Questa è la tua prima esperienza all'estero o ti sei già sperimentata nella pratica?
Sì, ho avuto la fortuna di partecipare anche ad altre missioni: in particolare in Uzbekistan con l'Università di Bologna - ateneo presso cui ha conseguito la laurea - e in Andalusia con un team spagnolo che mi ha trasmesso la passione per la speleologia
Tra le professioni conosciute, sicuramente l'archeologia è una delle più affascinanti, quasi misteriosa, ma il lavoro dell'archeologo è come lo si immagina o come lo si percepisce guardando classici film e documentari? Come si lavora?
L'archeologia ha certamente molti aspetti affascinanti e talvolta le scoperte godono di un eco spettacolare, ma ovviamente le cose sono un po' più complicate. L'obiettivo è quello di creare un'immagine del nostro passato che sia più completa possibile quindi ogni frammento, anche il più piccolo, deve passare attraverso un'attenta analisi e tutto va poi studiato e confrontato. Come se fosse un puzzle, tutto deve quadrare.
Percui sì, l'archeologia è molto lavoro fisico sul campo, ma anche studio in laboratorio. Veniamo ora alla notizia che ha fatto tanto scalpore: cosa hai trovato? Come?
Anche questa ultima sensazionale scoperta e frutto di un lavoro certosino. Tre settimane fa, nella grotta di Vanguard si e aperto un nuovo piccolo settore di scavo. Stavamo procedendo per livelli che non sembravano ancora offrire evidenze di frequentazione umana, ma ogni chilo di terra rimossa veniva comunque setacciato, lavato e vagliato in laboratorio per non perdere un solo frammento di quel puzzle. Lunedì scorso io e una mia collega di Liverpool eravamo di turno al laboratorio per lavare e sminuzzare alcuni blocchi di sabbia concrezionata quando abbiamo notato il tipico luccichio dello smalto di un minuscolo dente. Capita spesso di trovare piccolI denti di animali durante questo processo, ma questa volta eravamo consapevoli di essere davanti a qualcosa di completamente diverso. "Sembra così umano" continuavamo a ripeterci, ma come era possibile? L' abbiamo subito presentato ai responsabili di laboratorio che immediatamente l'hanno fatto esaminare.
Ed il dente era effettivamente umano? Come si sta procedendo ora per appurarne la provenienza?
Al momento tutto quello che gli esperti internazionali hanno annunciato e che si tratta di un canino superiore deciduo di un bambino neandertaliano di 4 o 5 anni vissuto circa 50.000 anni fa. Anche se un dente può sembrare poca cosa, per gli studiosi significa moltissimo: per dirla come D. Joahnson "I vostri denti vi tradiscono - dicono che cosa siete, da dove venite. Non potete farci niente". Con questo piccolo dente infatti si ha traccia di un terzo individuo neandertaliano a Gibilterra: i primi due erano stati scoperti uno nel 1848 e l'altro nel 1926, da allora le ricerche sono state condotte sulle loro tracce e sui loro utensili, ma era da anni che le loro ossa mancavano all' appello. Ora gli studi continueranno.
E come ti senti ora?
Abbastanza frastornata in realtà, ero venuta qui senza alcuna aspettativa chiaramente. Era un'altra esperienza a cui tenevo, ma non mi aspettavo certo tutto questo. Insomma, ho trovato la mia foto sui giornali senza che io sapessi nulla, è stato un po' tutto improvviso. Ora spero arrivino altri dettagli tecnici sul reperto e nel frattempo io e il gruppo festeggeremo la scoperta!
Un altro talento lecchese che ha dimostrato con grande successo le proprie competenze all'estero. La passione di Lucia è travolgente: si dedica con impegno e sacrificio nel suo lavoro, che sia effettivo o anche mero volontariato senza mai peccare di presuntuosità. Ha riconosciuto che la scoperta non è solo frutto del suo operato, ma anche della collaborazione dei colleghi e della compagna di laboratorio, senza cui ora non ci sarebbe stato alcun ritrovamento.
Al ritorno da Gibilterra trascorrerà del tempo con la famiglia e nella sua città di studi, Bologna, in attesa di un'altra nuova avventura.

Lucia Castagna
Essendomi laureata da qualche mese ho deciso di dedicare la mia estate ad approfondire le conoscenze in preistoria con qualche esperienza sul campo. Le grotte di Gibilterra sono molto conosciute nel settore per conservare le ultime tracce di Neanderthal così, appena ho saputo che stavano cercando dei volontari per un mese di scavi nella Ghoram's cave, mi sono candidata e ho passato le selezioni
Questa è la tua prima esperienza all'estero o ti sei già sperimentata nella pratica?
Sì, ho avuto la fortuna di partecipare anche ad altre missioni: in particolare in Uzbekistan con l'Università di Bologna - ateneo presso cui ha conseguito la laurea - e in Andalusia con un team spagnolo che mi ha trasmesso la passione per la speleologia
Tra le professioni conosciute, sicuramente l'archeologia è una delle più affascinanti, quasi misteriosa, ma il lavoro dell'archeologo è come lo si immagina o come lo si percepisce guardando classici film e documentari? Come si lavora?
L'archeologia ha certamente molti aspetti affascinanti e talvolta le scoperte godono di un eco spettacolare, ma ovviamente le cose sono un po' più complicate. L'obiettivo è quello di creare un'immagine del nostro passato che sia più completa possibile quindi ogni frammento, anche il più piccolo, deve passare attraverso un'attenta analisi e tutto va poi studiato e confrontato. Come se fosse un puzzle, tutto deve quadrare.
Percui sì, l'archeologia è molto lavoro fisico sul campo, ma anche studio in laboratorio. Veniamo ora alla notizia che ha fatto tanto scalpore: cosa hai trovato? Come?
Anche questa ultima sensazionale scoperta e frutto di un lavoro certosino. Tre settimane fa, nella grotta di Vanguard si e aperto un nuovo piccolo settore di scavo. Stavamo procedendo per livelli che non sembravano ancora offrire evidenze di frequentazione umana, ma ogni chilo di terra rimossa veniva comunque setacciato, lavato e vagliato in laboratorio per non perdere un solo frammento di quel puzzle. Lunedì scorso io e una mia collega di Liverpool eravamo di turno al laboratorio per lavare e sminuzzare alcuni blocchi di sabbia concrezionata quando abbiamo notato il tipico luccichio dello smalto di un minuscolo dente. Capita spesso di trovare piccolI denti di animali durante questo processo, ma questa volta eravamo consapevoli di essere davanti a qualcosa di completamente diverso. "Sembra così umano" continuavamo a ripeterci, ma come era possibile? L' abbiamo subito presentato ai responsabili di laboratorio che immediatamente l'hanno fatto esaminare.

Le grotte Vanguard - Ghoram a Gibilterra
Al momento tutto quello che gli esperti internazionali hanno annunciato e che si tratta di un canino superiore deciduo di un bambino neandertaliano di 4 o 5 anni vissuto circa 50.000 anni fa. Anche se un dente può sembrare poca cosa, per gli studiosi significa moltissimo: per dirla come D. Joahnson "I vostri denti vi tradiscono - dicono che cosa siete, da dove venite. Non potete farci niente". Con questo piccolo dente infatti si ha traccia di un terzo individuo neandertaliano a Gibilterra: i primi due erano stati scoperti uno nel 1848 e l'altro nel 1926, da allora le ricerche sono state condotte sulle loro tracce e sui loro utensili, ma era da anni che le loro ossa mancavano all' appello. Ora gli studi continueranno.
E come ti senti ora?
Abbastanza frastornata in realtà, ero venuta qui senza alcuna aspettativa chiaramente. Era un'altra esperienza a cui tenevo, ma non mi aspettavo certo tutto questo. Insomma, ho trovato la mia foto sui giornali senza che io sapessi nulla, è stato un po' tutto improvviso. Ora spero arrivino altri dettagli tecnici sul reperto e nel frattempo io e il gruppo festeggeremo la scoperta!
Un altro talento lecchese che ha dimostrato con grande successo le proprie competenze all'estero. La passione di Lucia è travolgente: si dedica con impegno e sacrificio nel suo lavoro, che sia effettivo o anche mero volontariato senza mai peccare di presuntuosità. Ha riconosciuto che la scoperta non è solo frutto del suo operato, ma anche della collaborazione dei colleghi e della compagna di laboratorio, senza cui ora non ci sarebbe stato alcun ritrovamento.
Al ritorno da Gibilterra trascorrerà del tempo con la famiglia e nella sua città di studi, Bologna, in attesa di un'altra nuova avventura.
Angelica Badoni