Lecco: il profumo di cucina torna a mischiarsi con l'odore di mafia? Quinta interdittiva in sette anni, chiuso il 'Cadorna 20'

Il ristorante di via Cadorna 20
L'amministrazione Brivio ha fatto cinquina. Con l'interdittiva antimafia notificata nei giorni scorsi ai titolare della società Cadorna 20 srl, servono infatti tutte le dita di una mano per contare i provvedimenti del medesimo tipo a cui - dalla prima elezione, risalente a sette anni fa - è stata data esecuzione.
In principio ci fu il "niet", ripetuto due volte, al The Village della famiglia Deluca. Poi venne il turno dell'impresa candidata a gestire i parcheggi a strisce blu della città. Solo due mesi fa la saracinesca è stata fatta (provvisoriamente) abbassare al Caffè di piazza Cermenati con lo stop imposto alla "Laureande srl" - risultata avere quali socie Claudia Marinano e Alexandra Pezzati - subentrata nella gestione del centralissimo bar nel 2013 alla Giucladeb sas di Debora Marinaro, già Giucladeb sas di Giuseppina Coco moglie di Salvatore Marinaro, implicato, così come il fratello Giovanni ed altri conterranei nella celeberrima operazione Wall Street, la prima sull'ndrangheta a Lecco, quella che - per rinfrescare la memoria - portò dietro le sbarre anche Franco Coco Trovato, cugino della signora e di Silvana Coco, amministratore unico della Cadorna 20 srl.
Ecco dunque che, nell'incrociarsi dei rami dell'albero genealogico, l'ambientazione della nuova informativa parrebbe essere la medesima della penultima che poi poco si sposta dalle prime due, con la sola questione dei parcometri cittadini svincolata da legami di parentela più o meno diretti che interconnettono invece le altre quattro vicende, aventi come filo conduttore - elemento non del tutto irrilevante visto l'esperienza della Wall Street stessa o del locale gestito dallo stesso Franco Coco Trovato a Airuno, ora sede di un hub per migranti, considerati lavatrici di denaro sporco - anche il profumo di cucina o comunque di cappuccino e brioches. Sotto la lente degli inquirenti, poi, in relazione agli ultimi due "casi" parrebbero esserci i passaggi di mano delle attività, con le interdittive scattate infatti in occasione di "cambi di gestione" probabilmente non ritenuti così genuini tanto da far scattare quanto previsto dall'articolo 89 del decreto legislativo 159/2011 e dunque il blocco immediato dell'attività (in questo caso di somministrazione di alimenti e bevande) in riferimento a documentati tentativi di infiltrazione mafiosa nel tessuto economico locale disposto dalla Prefettura e demandato, quanto ad esecuzione, all'amministrazione comunale. "La Giunta ha sempre immediatamente provveduto" ha evidenziato sinteticamente il vicesindaco e assessore tanto al commercio quanto alla sicurezza Francesca Bonacina, evidenziando la tempestività, in questo ambito, del raccordo tra Enti, senza però andare oltre in relazione al nuovo provvedimento a carico della Cadorna 20 srl, impresa nell'ambito della ristorazione costituta il 28 giugno 2016 e attiva dal 9 agosto dello scorso anno nella gestione del locale sul lungolago, tra la Malpensata e le Caviate, ancora chiamato Chakra da numerosi lecchesi, rimasti alla precedente denominazione. 10.000 euro il capitale sociale con un 45% delle quote societarie - stando alla visura aggiornata al 3 agosto 2016 - in mano alla già citata Silvana Coco, classe 1967, amministratore unico, un altro 45% a Giovanni Ingemi, classe 1976 (convivente di una delle sorelle Marinaro) e il restate 10% a Marco Sangalli, classe 1968. Otto gli addetti annotati al 3 marzo 2017, tutti a casa in attesa della definizione della situazione. Alla Polizia Locale e alla Questura, già dal pomeriggio di oggi, il compito di verificare l'ottemperanza al provvedimento notificato al legale rappresentante.
A.M.
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