Malgrate, sui migranti parla Itaca: ''gli appartamenti da smantellare, 50 posti previsti''
Nuovo confronto a Malgrate, dopo il consiglio comunale di luglio, sul tema “accoglienza”: nella serata di martedì 19 settembre si è infatti svolta una commissione ad hoc sulla “questione” richiedenti asilo, in presenza degli amministratori e dei referenti di Progetto Itaca, la cooperativa sociale che – unitamente a “La Croce del Sud”, il cui presidente non ha potuto essere presente – si occupa attualmente della gestione quotidiana dei migranti in paese, presso appartamenti in frazione Porto e nel complesso dell’area ex Moroni a Fabusa.
Come è noto, il Comune malgratese è impegnato in uno “sforzo” non da poco. A fronte di una concentrazione massima di migranti indicata – in base all’accordo territoriale sull’accoglienza diffusa - del tre per mille rispetto alla popolazione residente, infatti, in paese si è arrivati a toccare la soglia del tre per cento (come sottolineato dal consigliere di minoranza Francantonio Corti), con un numero che oscilla tra i 120 e i 130 ospiti stranieri attualmente accolti presso i tre appartamenti del Porto (una 40ina) e l'area ex Moroni (75-80). Una situazione, questa, che non ha mancato di destare malumori nei mesi scorsi tra la popolazione per via dell'eccessiva concentrazione e della vicinanza di un asilo e di strutture ricettive a Fabusa, facendo storcere il naso all'amministrazione per la scelta di collocare in via temporanea nuclei di persone presso i mini appartamenti dell'area ex Moroni, di fatto destinata – in base agli accordi con la Prefettura - ad un’accoglienza di secondo livello nell’ambito del bando Sprar.
Ad alleggerire i timori rispetto al futuro di questa situazione incerta è stata la dottoressa Silvia Rumi, la quale ha spiegato che relativamente al bando Cas e Sprar per l'accoglienza sul territorio di Malgrate la cooperativa Itaca ha fissato un tetto di 50 posti disponibili (40 destinati al Cas e 10 allo Sprar), che dovrebbero essere "operativi" dall'inizio del prossimo anno. “L'obiettivo è quello di smantellare completamente gli appartamenti in zona Porto” ha sottolineato rispondendo ad alcune domande poste dai consiglieri di Obiettivo Persona Francantonio Corti e Ambrogina Maggi.
Come chiarito dalle due referenti della cooperativa Itaca, inoltre, “i migranti rimangono nell’ambito dei Cas fino a quando ottengono il riconoscimento, dopodiché passano all'accoglienza negli Sprar gestita a livello nazionale dal Ministero. A questo livello hanno tempo 12 mesi (sei prorogabili per altri sei) per l'inserimento sul territorio, anche di tipo lavorativo. Il processo di integrazione passa attraverso l'alfabetizzazione (presso il CPIA di Maggianico), corsi di vario genere (meccanica, giardinaggio ecc) e i tirocini lavorativi, per consentire loro – se vorranno rimanere qui – di integrarsi nel tessuto sociale locale”.
A giocare un ruolo importante in una prospettiva di integrazione veramente efficace, inoltre, è anche la possibilità di impiegare il tempo dei richiedenti asilo nei lavori socialmente utili, una possibilità già attuata a Malgrate con la pulizia del lungolago e la collaborazione con gli uffici comunali per l’organizzazione di eventi. “Qualcosa è stato fatto - ha ricordato Flavio Polano- ma servirebbe qualche volontario per coordinare l'attività. Se ci fosse qualcuno disponibile a farlo, come accade in altri Comuni, si potrebbe fare molto di più su questo fronte. Non mi è chiaro perché qui, invece, non ci sia un solo abitante deciso a farsi avanti” si è lamentato il presidente della Provincia. È stato il consigliere di minoranza Francantonio Corti a riportare in commissione alcune lamentele da parte dei residenti: “mi è stato segnalato che c’è un gruppo di questi ragazzi che sosta, beve e disturba nella zona dietro alle Poste. Sono inoltre preoccupato per la pericolosità di Via Sant’Antonino limitrofa alla struttura di Fabusa, dove le vetture arrivano a grande velocità. Il rischio è tangibile, per tutti. Un sopralluogo da parte della Polizia locale sarebbe opportuno”.
Da sinistra il presidente di Progetto Itaca Laura Saruggia, il direttore dei servizi Silvia Rumi e il sindaco Flavio Polano
A Silvia Rumi e Laura Saruggia, rispettivamente direttrice e presidente, è spettato il compito di “fare il punto” sulla situazione attuale, rispondendo a dubbi e perplessità sollevati dai consiglieri.Come è noto, il Comune malgratese è impegnato in uno “sforzo” non da poco. A fronte di una concentrazione massima di migranti indicata – in base all’accordo territoriale sull’accoglienza diffusa - del tre per mille rispetto alla popolazione residente, infatti, in paese si è arrivati a toccare la soglia del tre per cento (come sottolineato dal consigliere di minoranza Francantonio Corti), con un numero che oscilla tra i 120 e i 130 ospiti stranieri attualmente accolti presso i tre appartamenti del Porto (una 40ina) e l'area ex Moroni (75-80). Una situazione, questa, che non ha mancato di destare malumori nei mesi scorsi tra la popolazione per via dell'eccessiva concentrazione e della vicinanza di un asilo e di strutture ricettive a Fabusa, facendo storcere il naso all'amministrazione per la scelta di collocare in via temporanea nuclei di persone presso i mini appartamenti dell'area ex Moroni, di fatto destinata – in base agli accordi con la Prefettura - ad un’accoglienza di secondo livello nell’ambito del bando Sprar.
Da sinistra l'assessore Carmine De Lillo e i consiglieri di minoranza Francantonio Corti e Ambrogina Maggi
“Riteniamo che un’accoglienza gestita male produca risultati negativi sia nei confronti di chi accoglie sia di chi viene accolto. In Italia c'è iniquità nella distribuzione tra Regione e Regione, tra le Provincie e tra gli stessi Comuni” ha ribadito il sindaco manifestando ancora una volta forti perplessità circa la gestione della cosiddetta “accoglienza diffusa”. “La Prefettura ad ogni modo va aiutata: ci sono invece ancora troppi sindaci che voltano la faccia dall'altra parte. Abbiamo 88 paesi nel lecchese, se ognuno ne accogliesse 10 tutto sarebbe più semplice”.Ad alleggerire i timori rispetto al futuro di questa situazione incerta è stata la dottoressa Silvia Rumi, la quale ha spiegato che relativamente al bando Cas e Sprar per l'accoglienza sul territorio di Malgrate la cooperativa Itaca ha fissato un tetto di 50 posti disponibili (40 destinati al Cas e 10 allo Sprar), che dovrebbero essere "operativi" dall'inizio del prossimo anno. “L'obiettivo è quello di smantellare completamente gli appartamenti in zona Porto” ha sottolineato rispondendo ad alcune domande poste dai consiglieri di Obiettivo Persona Francantonio Corti e Ambrogina Maggi.
I consiglieri di maggioranza Angelo Garavelli, Roberto Rauti, Silvia Colombo, il vice sindaco Innocente Vassena
“Le persone oggi presenti in paese non sono nuovi arrivi. In generale prima passano dai nostri centri, strutture in cui si valuta con attenzione il loro percorso e se sono adatti ad una sistemazione in appartamenti con un maggior grado di autonomia. E' chiaro che qualora i soggetti non rispettino le regole o non condividano il nostro progetto educativo, si valutano interventi di tipo disciplinare o spostamenti”.Come chiarito dalle due referenti della cooperativa Itaca, inoltre, “i migranti rimangono nell’ambito dei Cas fino a quando ottengono il riconoscimento, dopodiché passano all'accoglienza negli Sprar gestita a livello nazionale dal Ministero. A questo livello hanno tempo 12 mesi (sei prorogabili per altri sei) per l'inserimento sul territorio, anche di tipo lavorativo. Il processo di integrazione passa attraverso l'alfabetizzazione (presso il CPIA di Maggianico), corsi di vario genere (meccanica, giardinaggio ecc) e i tirocini lavorativi, per consentire loro – se vorranno rimanere qui – di integrarsi nel tessuto sociale locale”.
A giocare un ruolo importante in una prospettiva di integrazione veramente efficace, inoltre, è anche la possibilità di impiegare il tempo dei richiedenti asilo nei lavori socialmente utili, una possibilità già attuata a Malgrate con la pulizia del lungolago e la collaborazione con gli uffici comunali per l’organizzazione di eventi. “Qualcosa è stato fatto - ha ricordato Flavio Polano- ma servirebbe qualche volontario per coordinare l'attività. Se ci fosse qualcuno disponibile a farlo, come accade in altri Comuni, si potrebbe fare molto di più su questo fronte. Non mi è chiaro perché qui, invece, non ci sia un solo abitante deciso a farsi avanti” si è lamentato il presidente della Provincia. È stato il consigliere di minoranza Francantonio Corti a riportare in commissione alcune lamentele da parte dei residenti: “mi è stato segnalato che c’è un gruppo di questi ragazzi che sosta, beve e disturba nella zona dietro alle Poste. Sono inoltre preoccupato per la pericolosità di Via Sant’Antonino limitrofa alla struttura di Fabusa, dove le vetture arrivano a grande velocità. Il rischio è tangibile, per tutti. Un sopralluogo da parte della Polizia locale sarebbe opportuno”.
La commisisone riunitasi in sala consigliare
Alle segnalazioni ha risposto Silvia Rumi, manifestando gratitudine: “questo genere di indicazioni per noi sono preziose, ci consentono di spiegare ai ragazzi cosa possono o non possono fare ed eventualmente intervenire in modo disciplinare”. Sempre sulla questione “decoro” e sicurezza, la direttrice ha assicurato che “i nostri operatori sono reperibili 24 ore su 24 e presenti sia negli appartamenti che nella struttura, permettendoci di intervenire prontamente in caso di necessità”.L'area ex Moroni
Infine, riprendendo il tema delle attività socialmente utili e dando per assodata la mancanza in paese di un volontario coordinatore delle attività, lo stesso Corti ha avanzato la proposta che possa essere proprio un operatore di Itaca, che a breve sposterà la sua sede presso la struttura dell'area ex Moroni, a farsene carico. “Il rapporto operatore-ospite è di 1 a 6. Se uno degli educatori si stacca per seguire un gruppo sul territorio altre attività rischiano di rimanere scoperte” hanno risposto le referenti di Itaca, lasciando tuttavia le porte aperte a nuove soluzioni. “Non volgiamo dire di no a priori, la soluzione potrebbe essere quella di individuare uno di loro - adatto per caratteristiche e per esperienza personale - per fare da "guida" agli altri. Siamo disponibili ad un ulteriore confronto in merito".
G.A.