
Franco Coco Trovato
Dottore. Dottore in legge. Franco Coco Trovato ha nei giorni scorsi conseguito la laurea magistrale in Giurisprudenza. La notizia trapela dal carcere di massima sicurezza di Terni dove il boss calabrese trapiantato a Lecco sta scontando i quattro ergastoli irrogati nei suoi confronti nell’ambito dell’inchiesta Wall Street, la prima sull’’ndrangheta in città. A diffonderla – previa autorizzazione del cliente – è direttamente l’avvocato Marcello Perillo che da anni segue Coco e che lo scorso mese di agosto ha depositato in nome e per conto del proprio assistito, sottoposto al regime di carcere duro dall’arresto operato nel 1992 proprio all’interno della pizzeria di via Belfiore che ha dato il nome all’operazione, ricorso alla Corte Europea per i diritti dell’uomo in relazione al trattamento inumano previsto dal 41 bis applicato per un periodo di tempo così lungo. Tale regime – è già stato evidenziato dalla Cedu – non può essere considerato inumano in sé ma, ha argomentato il penalista lecchese, la Corte stessa si è riservata la possibilità di valutare nel singolo caso se il lasso di tempo per cui lo stesso viene applicato può o meno violare il principio della dignità umana. Un tema, questo, che lo stesso Franco Coco Trovato conosce molto bene, non solo per la sua lunga permanenza dietro le sbarre con tutte le restrizioni previste dal già citato articolo della legge 354 del 1975: il 41bis è stato studiato infatti dal calabrese, classe 1947, anche sui libri (entrati nella sua cella dopo aver superato il vaglio della censura, come previsto, per l’appunto dal carcere duro) tanto da diventare tema della sua tesi di laurea, discussa il 20 ottobre in videoconferenza con la commissione esaminatrice dell’Università di Perugia. Ora non resta altro che attendere il verdetto della Corte, con il ricorso che dovrà essere dichiarato ricevibile per poi venire valutato nel merito. I tempi non saranno certamente rapidi.