I lecchesi guardano il monte: c’è ancora l’estate di San Martino?

Panorama di Lecco con il monte San Martino
I lecchesi hanno “sulla porta di casa” il monte San Martino, la montagna maggiormente cara all’abate geologo Antonio Stoppani. Per Antonio Stoppani era la montagna “più bella del mondo”, scriveva nelle pagine de “Il Bel Paese”, cronaca di una conversazione serale di un nonno con i nipotini sulle bellezze d’Italia. “E’ un monte fantastico, vedete, tutto una rupe nuda, aspra, angolosa, degna di campeggiare in un’epopea di giganti. La città di Lecco si appoggia da tramontana a quello stempiato macigno e gli è obbligatissima, che, slanciandosi ritto come un muraglione ciclopico, difenda, se non lei propriamente, almeno il suo ridente territorio dai gelati aquiloni e, riverberandovi i raggi solari, spesso vi anticipi la primavera nel cuore dell’inverno”. Il “Bel Paese” rimane l’opera più famosa di Antonio Stoppani (1824/1891).
Per cultori dello Stoppani, l’abate geologo avrebbe conosciuto ed ammirato il San Martino dalla sua abitazione presso i portici di piazza del Mercato, ora piazza XX Settembre, nel cuore del vecchio borgo di Lecco. E’ una visione possibile, ma abbastanza lontana, per conoscere il monte e scrivere: “Su quella parete a piombo, si alza a scaglioni giganteschi, formando di tratto in tratto pianerottoli e piani inclinati sempre intramezzati da altre pareti a picco. Da mezzodì, ove la montagna è più nuda, sporge innanzi nuda nuda la fronte e nel bel mezzo di questa si apre un antro spaventoso, come una gran cicatrice o come l’occhio di Polifemo: segno probabile, come ce ne ha tanti altri nelle Prealpi, che il mare una volta vi avventava i suoi flutti”.

L’ex seminario di Castello
Diversi riscontri portano, però, a pensare che il San Martino sia stato conosciuto e frequentato da Antonio Stoppani quando era un giovanissimo chierico nel seminario diocesano di Castello, in funzione dal 1795 al 1839. Nel programma di studio e di preghiera dei seminaristi vi era anche spazio per passeggiate, soprattutto il giovedì pomeriggio, nei giorni di bel tempo, lungo i primi sentieri del monte San Martino. Antonio Stoppani è stato per tre anni nel seminario di Castello. E, sicuramente, è stato attento protagonista delle passeggiate montane. L’ex-seminario è ancora ben visibile oggi nelle pagine dell’interessantissima pubblicazione “Immagini di Lecco nei secoli”, uscita nei primi anni del ’60 del Novecento. L’autore, l’arch. Mario Cereghini, deceduto improvvisamente nel 1966 a Madesimo, evidenzia il valore del complesso, scrivendo che l’ampio cortile ed i vasti fabbricati rimasti con il colonnato interno lo fanno qualificare come il più importante complesso architettonico del territorio.
E, allora, cosa possiamo consigliare ai lecchesi, e non solo a loro, per festeggiare l’estate di San Martino? Una visita all’ex-seminario di Castello, sopra Lecco, ora trasformato in residenze private, e poi una passeggiata sulle prime pendici del monte San Martino, menzionato nella pubblicazione “Sulle tracce di Antonio Stoppani”, a cura di Adriana Baruffini. E’ una pubblicazione preziosa per rinfrescare la passione dell’abate per la geologia e la paleontologia, legata all’amore per la montagna ed all’esigenza di divulgarne i contenuti ed i valori: insomma, un modo per ricordare San Martino, oltre il vino, le castagne, gli affitti, ed il trascorrere di sprazzi di tempo sereno con i colori accesi dei boschi in autunno.
A.B.