Calolzio: la storia della torre medievale di via Portico e della leggenda che nasconde
Il boom economico e il cemento hanno trasformato Calolzio ma non sono riusciti a cancellare le tracce del suo ricco passato.
A saperle trovare, si possono ancora oggi leggere le pagine della sua storia. Sono tanti, infatti, i luoghi nascosti in città che sanno raccontare la Calolzio del Medioevo: storie antiche, fatte di cavalieri, castelli, dame e Signori.
Uno di questi – il più celebre – è sicuramente il bellissimo castello di Rossino che controlla dall’alto la città di cui è diventato uno dei simboli.
Uno di questi si trova a Sala in via Portico: qui, isolata in un terreno privato tra le villette di recente costruzione, si trova un’antica torre di cui in tanti nemmeno conoscono l’esigenza.
Si tratta di un manufatto che riporta le caratteristiche architettoniche dei secoli XII-XIII: con ogni probabilità era una postazione per controllare l’antica via che collegava Caprino (uno dei più importanti centri della Valle) con Calolzio e dunque con Lecco e con il ponte sull’Adda.
Purtroppo oggi la torre porta i segni del tempo che è passato: il tetto è crollato e la struttura deve resistere agli attacchi dei rampicanti che la stanno pian piano “divorando” e dell’urbanizzazione che si è pericolosamente avvicinata.
Le villette moderne la circondano e – purtroppo – tolgono parte del fascino alla fortificazione che, tra le sue pietre, nasconde misteri e leggende.
Se il passaggio esista veramente – e se davvero fu percorso – è uno dei “segreti” che custodiscono le silenziose pietre di via Portico. Chissà se si riuscirà mai a scoprire l’esistenza del cunicolo e chissà se si riuscirà a valorizzare questo tesoro nascosto della storia calolziese che rischia di venire completamente abbandonata e dimenticata.
Una delle più sfortunata si trovava a Foppenico, in località Monastero: venne abbattuta negli anni del boom economico e di essa oggi ci rimangono solo alcune fotografie d’epoca.
Altre torri nei secoli hanno subito cambiamenti e modifiche. Il campanile della chiesa di Santa Brigida a Lorentino originariamente era una torre medievale mutilata e poi ricostruita. E lo stesso di può dire del campanile della chiesa di Calolzio centro, la cui base pare fosse una struttura militare di difesa del borgo antico.
A dominare ancora oggi Calolzio è invece la Torre che si affaccia su piazza Regazzoni che, insieme al palazzo che sorgeva dove oggi si trova la scuola Cittadini, venne probabilmente edificata tra il XIII e il XIV secolo per volere della famiglia Benaglio che dominò il circondario durante la prima metà del XIII secolo.
Più in quota, oltre alle strutture di Lorentino e Rossino cui abbiamo già accennato, si trova anche il castello di Caversano: è proprietà privata ed è uno dei luoghi più ricchi di storia di Calolzio che meriterebbe sicuramente di essere riscoperto. Anzitutto dai calolziesi.
E anche nei paesi vicini non manca(vano) torri e castelli: la torre di Tuzzano Rota a Carenno, il castello di Cisano, la rocca “dell’Innominato” a Vercurago, il castello di Casarola a Torre de’ Busi (Comune che porta il segno di un’antica struttura persino nel suo nome) solo per citare alcune delle fortezze più conosciute.
Angoli di Val San Martino che ci portano indietro nel tempo. E che in alcuni casi - come la Torre di via Portico o il casello di sanità veneto al Pascolo (di cui magari vi racconteremo in un’altra occasione…. – devono oggi lottare contro un nuovo nemico: l’oblio e l’abbandono.
A saperle trovare, si possono ancora oggi leggere le pagine della sua storia. Sono tanti, infatti, i luoghi nascosti in città che sanno raccontare la Calolzio del Medioevo: storie antiche, fatte di cavalieri, castelli, dame e Signori.
Uno di questi – il più celebre – è sicuramente il bellissimo castello di Rossino che controlla dall’alto la città di cui è diventato uno dei simboli.
La torre di via Portico a Calolzio
Uno di questi si trova a Sala in via Portico: qui, isolata in un terreno privato tra le villette di recente costruzione, si trova un’antica torre di cui in tanti nemmeno conoscono l’esigenza.
Si tratta di un manufatto che riporta le caratteristiche architettoniche dei secoli XII-XIII: con ogni probabilità era una postazione per controllare l’antica via che collegava Caprino (uno dei più importanti centri della Valle) con Calolzio e dunque con Lecco e con il ponte sull’Adda.
Vista da via Mandamentale
Vista tra le case
Proprio la via Mandamentale – che da Sala porta verso Monte Marenzo, Favirano, Torre e Caprino – è un luogo perfetto per osservare dall’alto la torre: gli archi a tutto sesto e i muri in pietra ci fanno immaginare come doveva essere in origine. A poca distanza si trova il borgo di “Portico”, anticamente fortificato.Purtroppo oggi la torre porta i segni del tempo che è passato: il tetto è crollato e la struttura deve resistere agli attacchi dei rampicanti che la stanno pian piano “divorando” e dell’urbanizzazione che si è pericolosamente avvicinata.
Le villette moderne la circondano e – purtroppo – tolgono parte del fascino alla fortificazione che, tra le sue pietre, nasconde misteri e leggende.
Se il passaggio esista veramente – e se davvero fu percorso – è uno dei “segreti” che custodiscono le silenziose pietre di via Portico. Chissà se si riuscirà mai a scoprire l’esistenza del cunicolo e chissà se si riuscirà a valorizzare questo tesoro nascosto della storia calolziese che rischia di venire completamente abbandonata e dimenticata.
Una delle più sfortunata si trovava a Foppenico, in località Monastero: venne abbattuta negli anni del boom economico e di essa oggi ci rimangono solo alcune fotografie d’epoca.
Altre torri nei secoli hanno subito cambiamenti e modifiche. Il campanile della chiesa di Santa Brigida a Lorentino originariamente era una torre medievale mutilata e poi ricostruita. E lo stesso di può dire del campanile della chiesa di Calolzio centro, la cui base pare fosse una struttura militare di difesa del borgo antico.
A dominare ancora oggi Calolzio è invece la Torre che si affaccia su piazza Regazzoni che, insieme al palazzo che sorgeva dove oggi si trova la scuola Cittadini, venne probabilmente edificata tra il XIII e il XIV secolo per volere della famiglia Benaglio che dominò il circondario durante la prima metà del XIII secolo.
Più in quota, oltre alle strutture di Lorentino e Rossino cui abbiamo già accennato, si trova anche il castello di Caversano: è proprietà privata ed è uno dei luoghi più ricchi di storia di Calolzio che meriterebbe sicuramente di essere riscoperto. Anzitutto dai calolziesi.
E anche nei paesi vicini non manca(vano) torri e castelli: la torre di Tuzzano Rota a Carenno, il castello di Cisano, la rocca “dell’Innominato” a Vercurago, il castello di Casarola a Torre de’ Busi (Comune che porta il segno di un’antica struttura persino nel suo nome) solo per citare alcune delle fortezze più conosciute.
Angoli di Val San Martino che ci portano indietro nel tempo. E che in alcuni casi - come la Torre di via Portico o il casello di sanità veneto al Pascolo (di cui magari vi racconteremo in un’altra occasione…. – devono oggi lottare contro un nuovo nemico: l’oblio e l’abbandono.
Paolo Valsecchi