Pescate: Redaelli affronta De Capitani per la palestra, causa della 'rottura' nel gruppo
Finalmente faccia a faccia: dopo tanta attesa, nella serata di ieri, venerdì 17 novembre, il sindaco di Pescate Dante De Capitani ha potuto affrontare a viso aperto il consigliere Roberto Redaelli, ormai ex capogruppo della sua maggioranza. Seduto al suo solito posto, tra Marco Molteni e il suo “successore” Carlo Aldeghi, quest’ultimo ha letto per la prima volta pubblicamente la “famosa” interrogazione che, poco più di un mese fa, avrebbe costituito il “casus belli” con i suoi compagni di schieramento, nonché la motivazione alla base della sua conseguente uscita dal gruppo, rappresentando – per citare il borgomastro – “la causa scatenante di una tempesta in un bicchiere d’acqua”. Terminata la lettura, Redaelli era già in procinto di abbandonare l’aula, “per non scatenare le ire” del primo cittadino, a suo dire “palesemente irritato” di fronte alle sue esternazioni. De Capitani, però, non c’è stato: ha voluto a tutti i costi che il suo ex “braccio destro” ascoltasse tutte le sue repliche, “cercando di recuperare una serenità evidentemente perduta”.
“È incomprensibile il tuo accanimento: non hai mai indietreggiato di un millimetro, con una determinazione tanto ammirevole quanto inutile. Qual era il tuo fine? Far cadere la nostra Giunta? Sfidarmi alle prossime elezioni? Per entrare nel merito della tua interpellanza, la nostra è una palestra comunale, non di certo un palazzetto sportivo, che è a disposizione in primis degli alunni delle scuole: è stato proprio per soddisfare una loro esigenza che ho deciso di spostare l’ora di ginnastica dolce per gli anziani dalle 16 alle 17 del giovedì invece che dalle 15 alle 16, sfruttando una “casella” del calendario che ormai era vuota da anni. Il Gruppo Sportivo ha sempre iniziato le sue attività dalle 18, non prima: in ogni caso, non poteva pretendere l’utilizzo esclusivo della palestra, tanto meno presentando una richiesta il 25 settembre, quando ormai giorni e orari erano stati stabiliti da tempo per tutti. Io non sono qui per tutelare gli interessi del GS, bensì quelli di tutti i pescatesi, anziani compresi, che hanno il diritto, come chiunque altro, di fare attività sportiva. Continuo a credere, comunque, che stiamo discutendo di facezie: il nostro gruppo è stato scosso per un nonnulla, ma ad annegare in un bicchiere d’acqua sei stato solo tu”.
“Alla lettera di chiarimenti del Gruppo Sportivo ha fatto seguito uno scritto del Comune che non ho assolutamente condiviso, frutto probabilmente di una scrittura impulsiva, dettata dalla rabbia del momento” ha affermato Roberto Redaelli, spiegando le ragioni della sua interrogazione. “Negli ultimi sei anni abbiamo sempre lavorato molto bene insieme, ma in questa occasione sentivo che era mio dovere intervenire per far notare al mio gruppo un errore palese e cercare di risolverlo instaurando un dialogo con il Gruppo Sportivo, che invece non c’è mai stato. Purtroppo, però, a conti fatti, non ho potuto che dare ragione a loro, con la convinzione che la vicenda era stata gestita nel peggiore dei modi: di certo non c’è stato un confronto democratico, perché gli atleti non hanno mai avuto modo di provare a modificare la situazione a proprio favore. Credo che non sia un caso che il Gruppo abbia replicato anche alla seconda lettera del Comune – risalente al 16 ottobre e altrettanto piena di giustificazioni pretestuose e inesattezze – apponendo peraltro, simbolicamente, ben nove firme, piuttosto che limitarsi alla sola del presidente Carlo Negri. Il loro nervosismo non era immotivato, evidentemente un po’ di ragione l’avevano. Naturalmente non sono soddisfatto delle risposte fornitemi questa sera: in me resta un grande disappunto e una forte delusione per la piega inaspettatamente presa dalle cose”.
“Confrontandomi anche con altri pescatesi, sono giunto alla conclusione che la battaglia di Roberto a favore del Gruppo Sportivo sia stata dettata anche da una serie di interessi puramente personali: non è di certo un segreto che la madre, la moglie e la suocera, nonché il figlio e la cognata facciano parte, a diverso titolo, di tale sodalizio” ha dichiarato. “Peraltro, non mi risulta che Redaelli si sia mai infervorato a tal punto per difendere altre realtà che, per varie ragioni, negli anni scorsi sono state penalizzate in maniera simile, come la squadra di basket. Siamo sicuri che abbia perorato la causa dei bambini e non un interesse personale?”.
L’assise consiliare
“Di fronte alle tue parole non posso fare a meno di chiedermi, ancora una volta, che cosa volessi ottenere con questo tuo intervento così spropositato per una questione banalissima (l’interrogazione di Redaelli – datata 11 ottobre – verteva infatti sulla concessione della palestra comunale, per un’ora alla settimana, agli anziani iscritti al corso di ginnastica dolce piuttosto che ai piccoli atleti del Gruppo Sportivo di Pescate, ndr.)” ha esordito il sindaco.“È incomprensibile il tuo accanimento: non hai mai indietreggiato di un millimetro, con una determinazione tanto ammirevole quanto inutile. Qual era il tuo fine? Far cadere la nostra Giunta? Sfidarmi alle prossime elezioni? Per entrare nel merito della tua interpellanza, la nostra è una palestra comunale, non di certo un palazzetto sportivo, che è a disposizione in primis degli alunni delle scuole: è stato proprio per soddisfare una loro esigenza che ho deciso di spostare l’ora di ginnastica dolce per gli anziani dalle 16 alle 17 del giovedì invece che dalle 15 alle 16, sfruttando una “casella” del calendario che ormai era vuota da anni. Il Gruppo Sportivo ha sempre iniziato le sue attività dalle 18, non prima: in ogni caso, non poteva pretendere l’utilizzo esclusivo della palestra, tanto meno presentando una richiesta il 25 settembre, quando ormai giorni e orari erano stati stabiliti da tempo per tutti. Io non sono qui per tutelare gli interessi del GS, bensì quelli di tutti i pescatesi, anziani compresi, che hanno il diritto, come chiunque altro, di fare attività sportiva. Continuo a credere, comunque, che stiamo discutendo di facezie: il nostro gruppo è stato scosso per un nonnulla, ma ad annegare in un bicchiere d’acqua sei stato solo tu”.
Da sinistra: Martina Torchio, Marco Molteni, Roberto Redaelli, Carlo Aldeghi
Il sindaco Dante De Capitani e il vice Miriam Lombardi
Usando dei toni chiaramente più concilianti rispetto alle sue ultime uscite, forse in un tentativo di riappacificarsi con il suo “amico” Dante, Redaelli ha però ribadito con fermezza le sue convinzioni.“Alla lettera di chiarimenti del Gruppo Sportivo ha fatto seguito uno scritto del Comune che non ho assolutamente condiviso, frutto probabilmente di una scrittura impulsiva, dettata dalla rabbia del momento” ha affermato Roberto Redaelli, spiegando le ragioni della sua interrogazione. “Negli ultimi sei anni abbiamo sempre lavorato molto bene insieme, ma in questa occasione sentivo che era mio dovere intervenire per far notare al mio gruppo un errore palese e cercare di risolverlo instaurando un dialogo con il Gruppo Sportivo, che invece non c’è mai stato. Purtroppo, però, a conti fatti, non ho potuto che dare ragione a loro, con la convinzione che la vicenda era stata gestita nel peggiore dei modi: di certo non c’è stato un confronto democratico, perché gli atleti non hanno mai avuto modo di provare a modificare la situazione a proprio favore. Credo che non sia un caso che il Gruppo abbia replicato anche alla seconda lettera del Comune – risalente al 16 ottobre e altrettanto piena di giustificazioni pretestuose e inesattezze – apponendo peraltro, simbolicamente, ben nove firme, piuttosto che limitarsi alla sola del presidente Carlo Negri. Il loro nervosismo non era immotivato, evidentemente un po’ di ragione l’avevano. Naturalmente non sono soddisfatto delle risposte fornitemi questa sera: in me resta un grande disappunto e una forte delusione per la piega inaspettatamente presa dalle cose”.
Roberto Redaelli
Roberto Redaelli in procinto di lasciare l’aula dopo la lettura dell’interrogazione
Prima di terminare la seduta di consiglio comunale – chiusa con l’invito esteso da Redaelli al primo cittadino “a discutere nuovamente della questione davanti a una birra” – ha preso la parola anche Carlo Aldeghi, il nuovo capogruppo della compagine di maggioranza.“Confrontandomi anche con altri pescatesi, sono giunto alla conclusione che la battaglia di Roberto a favore del Gruppo Sportivo sia stata dettata anche da una serie di interessi puramente personali: non è di certo un segreto che la madre, la moglie e la suocera, nonché il figlio e la cognata facciano parte, a diverso titolo, di tale sodalizio” ha dichiarato. “Peraltro, non mi risulta che Redaelli si sia mai infervorato a tal punto per difendere altre realtà che, per varie ragioni, negli anni scorsi sono state penalizzate in maniera simile, come la squadra di basket. Siamo sicuri che abbia perorato la causa dei bambini e non un interesse personale?”.
B.P.