Venticinque anni fa la scomparsa del grande Gianni Brera
Venticinque anni sono trascorsi da quel 19 dicembre 1992, quando moriva Gianni Brera indimenticabile giornalista, ma anche scrittore, con un passato di tennista. Aveva nel cuore l’alta Brianza, la riva orientale del lago di Pusiano il “vago Eupili”, dove tornava sovente per soggiorni di riposo, per scrivere i suoi libri, per andare a pescare con gli amici e per osservare il caratteristico monte Resegone. Brera era nato in provincia di Pavia, a San Zenone Po, l’8 settembre 1919, “padano di riva e di golena”, come lui stesso si definiva; è morto in un incidente stradale nel dicembre 1992, a Codogno, in provincia di Lodi.
Nel decennale della scomparsa il Consiglio Comunale di Milano deliberò, con voto unanime, l’intitolazione a Gianni Brera della storica, napoleonica e civica, arena di Milano. Gianni Brera fu più volte nella tribuna stampa dello stadio Rigamonti, quando con il Lecco arrivavano gli squadroni blasonati, nei tre campionati di serie A disputati dai blucelesti di Mario Ceppi. Tra le singolarità di Gianni Brera c’era quella di essere un appassionato lombardo, che non amava troppo Alessandro Manzoni e che tifava per il Genoa. A tale proposito si può ricordare quanto avvenne allo stadio Marassi di Genova in occasione dell’incontro Genoa-Lecco, concluso in parità 1 a 1; era domenica 17 settemnre 1967, arbitrava Gonella di Torino. Il Lecco aveva segnato nel primo tempo con Azzimonti; i rossoblu del Genova pareggiarono nella ripresa con Mascheroni. Era allenatore dei blucelesti il due volte mondiale Eraldo Monzeglio, che fu però alla guida del Lecco solo per un breve e non felice periodo nell’autunno 1967. Il secondo tempo della partita venne trasmesso dalla RAI TV, in quanto era fermo il campionato di serie A. All’inizio dell’incontro il Lecco scese in campo a Marassi, accompagnato da Renzo e Lucia in abiti dei Promessi Sposi dei Firlinfeu di San Giovanni. Gianni Brera non apprezzò questa folcloristica passerella e scrisse: “i burini sul Lario”. Qualcuno ricordò, però, che sui laghi dell’Alta Lombardia Gianni Brera cercava la solitudine e il paesaggio che ispirano i poeti: Di Gianni Brera si è parlato ultimamente anche a Valmadrera, in occasione della presentazione di un libro di composizioni poetiche dilettali (dette bosinate) del compianto Achille Dell’oro, cultore di storia locale. Il fratello di Achille, Peppino, e l’amico Vincenzo Dell’Oro, sistemando l’armadio del tinello di casa, hanno ritrovato oltre alle composizioni dialettali ed altro materiale, un carteggio di corrispondenza fra Gianni Brera ed Achille Dell’Oro, risalente al periodo 1955/1960.
Alcune lettere sono su carta intestata di capo servizio della redazione sportiva de’ “Il Giorno”, ed altre su quella del periodico “Sport Giallo”. Sarebbe interessante approfondire le ricerche su tale carteggio, che faceva riferimento a vari argomenti di attualità, prendendo sempre lo spunto dai servizi giornalistici firmati da Giuan Brera. In merito alla partita Lecco-Genoa del settembre 1967, la telecronaca era stata dalla quasi leggendaria “voce del calcio”, il radiocronista, poi telecronista Nicolò Carosio. Deceduto nel 1984, Carosio ebbe anche un riconoscimento eccezionale in occasione del centenario della nascita (2007), quando venne emesso un francobollo con Carosio davanti ad un microfono d’epoca sullo sfondo di un campo di calcio e dei cerchi che rappresentano le onde radio. Ebbene c’era la domanda se Nicolò Carosio fosse stato presente qualche volta al Rigamonti, negli anni migliori dei blucelesti, come è avvenuto per Gianni Brera. La conferma avviene dalla pubblicazione sul settimanale locale, il 27 aprile 1964, del tabellino classifica del rendimento dei giocatori blucelesti della partita Lecco-Cagliari in serie B, vinta dal Lecco per 2 a 0. Era un recupero in quanto la precedente partita aveva dovuto essere rinviata per nevicata.
Il tabellino della votazione elenca i giornalisti che giudicarono i blucelesti: erano Nicolò Carosio, Giorgio Gnecchi, Giacomo De Santis, Ugo Bertini, Luigi Spreafico e Sergio Frigerio. Nicolò Carosio quel giorno arrivò al Rigamonti come semplice sportivo e curioso; dichiarò “Volevo conoscere questa bella cittadina che ha portato la sua squadra in serie A, con il piccolo stadio che, ho letto, salta in aria ad ogni marcatura dei blucelesti”. Tutti ricordi di glorie passate.
Gianni Brera
Nel decennale della scomparsa il Consiglio Comunale di Milano deliberò, con voto unanime, l’intitolazione a Gianni Brera della storica, napoleonica e civica, arena di Milano. Gianni Brera fu più volte nella tribuna stampa dello stadio Rigamonti, quando con il Lecco arrivavano gli squadroni blasonati, nei tre campionati di serie A disputati dai blucelesti di Mario Ceppi. Tra le singolarità di Gianni Brera c’era quella di essere un appassionato lombardo, che non amava troppo Alessandro Manzoni e che tifava per il Genoa. A tale proposito si può ricordare quanto avvenne allo stadio Marassi di Genova in occasione dell’incontro Genoa-Lecco, concluso in parità 1 a 1; era domenica 17 settemnre 1967, arbitrava Gonella di Torino. Il Lecco aveva segnato nel primo tempo con Azzimonti; i rossoblu del Genova pareggiarono nella ripresa con Mascheroni. Era allenatore dei blucelesti il due volte mondiale Eraldo Monzeglio, che fu però alla guida del Lecco solo per un breve e non felice periodo nell’autunno 1967. Il secondo tempo della partita venne trasmesso dalla RAI TV, in quanto era fermo il campionato di serie A. All’inizio dell’incontro il Lecco scese in campo a Marassi, accompagnato da Renzo e Lucia in abiti dei Promessi Sposi dei Firlinfeu di San Giovanni. Gianni Brera non apprezzò questa folcloristica passerella e scrisse: “i burini sul Lario”. Qualcuno ricordò, però, che sui laghi dell’Alta Lombardia Gianni Brera cercava la solitudine e il paesaggio che ispirano i poeti: Di Gianni Brera si è parlato ultimamente anche a Valmadrera, in occasione della presentazione di un libro di composizioni poetiche dilettali (dette bosinate) del compianto Achille Dell’oro, cultore di storia locale. Il fratello di Achille, Peppino, e l’amico Vincenzo Dell’Oro, sistemando l’armadio del tinello di casa, hanno ritrovato oltre alle composizioni dialettali ed altro materiale, un carteggio di corrispondenza fra Gianni Brera ed Achille Dell’Oro, risalente al periodo 1955/1960.
Nicolò Carosio
Alcune lettere sono su carta intestata di capo servizio della redazione sportiva de’ “Il Giorno”, ed altre su quella del periodico “Sport Giallo”. Sarebbe interessante approfondire le ricerche su tale carteggio, che faceva riferimento a vari argomenti di attualità, prendendo sempre lo spunto dai servizi giornalistici firmati da Giuan Brera. In merito alla partita Lecco-Genoa del settembre 1967, la telecronaca era stata dalla quasi leggendaria “voce del calcio”, il radiocronista, poi telecronista Nicolò Carosio. Deceduto nel 1984, Carosio ebbe anche un riconoscimento eccezionale in occasione del centenario della nascita (2007), quando venne emesso un francobollo con Carosio davanti ad un microfono d’epoca sullo sfondo di un campo di calcio e dei cerchi che rappresentano le onde radio. Ebbene c’era la domanda se Nicolò Carosio fosse stato presente qualche volta al Rigamonti, negli anni migliori dei blucelesti, come è avvenuto per Gianni Brera. La conferma avviene dalla pubblicazione sul settimanale locale, il 27 aprile 1964, del tabellino classifica del rendimento dei giocatori blucelesti della partita Lecco-Cagliari in serie B, vinta dal Lecco per 2 a 0. Era un recupero in quanto la precedente partita aveva dovuto essere rinviata per nevicata.
Achille Dell'oro
Il tabellino della votazione elenca i giornalisti che giudicarono i blucelesti: erano Nicolò Carosio, Giorgio Gnecchi, Giacomo De Santis, Ugo Bertini, Luigi Spreafico e Sergio Frigerio. Nicolò Carosio quel giorno arrivò al Rigamonti come semplice sportivo e curioso; dichiarò “Volevo conoscere questa bella cittadina che ha portato la sua squadra in serie A, con il piccolo stadio che, ho letto, salta in aria ad ogni marcatura dei blucelesti”. Tutti ricordi di glorie passate.
A.B.