Lecco: gli alunni di una 5^ del Grassi indossano la toga in Tribunale per un processo... simulato

Non una recita, bensì una vera e propria riproposizione "ragionata" ed "interpretata" dell'intera istruttoria dibattimentale: nel pomeriggio di ieri l'aula collegiale del Tribunale di Lecco ha ospitato un processo... simulato. Terminata l'attività ordinaria, giudici, pm e avvocati "veri" hanno lasciato il posto ai loro omologhi in erba. Quale momento conclusivo del progetto "Giusto Processo" curato dalla Camera Penale di Como e Lecco, i ragazzi della 5GSA del Liceo Grassi hanno infatti avuto la possibilità di indossare i panni degli attori coinvolti in un procedimento penale, reinterpretando - a partire dagli atti messi loro a disposizione - un caso effettivamente discusso, qualche anno fa, nella medesima aula.

"Con questa classe il programma è cominciato lo scorso anno, prevedendo sei incontri" ha spiegato l'avvocato Marcello Perillo, coordinatore dell'attività. "Gli alunni si sono dimostrati talmente interessati che ci è stato chiesto di proseguire anche per questo anno scolastico.
Da novembre alla scorsa settimana, suddivisi per gruppi, i ragazzi hanno quindi studiato la documentazione messa loro a disposizione. L'avvocato Massimiliano Vivenzio e la collega Mara Ratti hanno preparato i difensori; gli avvocati Caterina Busellu e Elisa Magnani i pubblici ministeri e la parte civile; l'avvocato Giulia Facchini i giudici, fornendo loro solo le "regole", per non svelare nulla relativamente alla causa trattata". Gli altri compagni, poi, hanno interpretato l'imputato e i testimoni, senza dimenticare perfino di "vestire" il cancelliere d'udienza.

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Alla prova generale in classe è così seguita la bella presso il Palazzo di Giustizia, con gli studenti in grado di stupire quanto a grado di attinenza con il reale "protocollo" seguito dalle udienze "vere" nonché per la sagacia dimostrata nel perorare la causa di accusa e difesa.

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Il PM nella propria requisitoria - per esempio - ha addirittura fatto leva sull'atteggiamento di sfida che, a suo dire, in sede di esame avrebbe tenuto l'imputato, dimostrando di aver compreso chiaramente come anche il comportamento processuale vada a incidere sulla valutazione complessiva. Pesante la richiesta di condanna avanzata, ritenuta dimostrata la penale responsabilità dell'uomo in relazione a una rapina aggravata ascritta allo stesso ai danni di un giovanotto appartatosi in attesa dell'arrivo della propria fidanzata.

Riunitisi in camera di consiglio i giudici hanno optato invece per l'assoluzione per insufficienza di prove. Come è finito il processo nella realtà? Assistito dall'avvocato Perillo anche l'imputato vero e proprio è stato sollevato da ogni responsabilità ma con la formula più piena, "perché il fatto non sussiste".
Oltre alle toghe lecchesi coinvolte nel progetto, hanno seguito l'udienza di ieri anche la professoressa Balossi, referente per la scuola, accompagnata da due colleghe nonché l'avvocato Paolo Camporini, presidente della Camera Penale,  il giudice Nora Lisa Passoni e il sostituto procuratore Paolo Del Grosso, uditori d'eccezione. Un sentito grazie è stato espresso al Presidente del Tribunale Ersilio Secchi per aver concesso gli spazi per far vivere ai giovani del Grassi un'esperienza davvero particolare.
A.M.
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