Il 'Manuale di Storia della Chiesa' passa da Mandello del Lario?

Vi è un “timbro” lecchese, lariano, ambrosiano nella monumentale opera di quattro volumi “Manuale di storia della Chiesa”, che sta uscendo con l’Editrice Morcelliana: la presentazione si deve a mons. Cesare Pasini, prefetto della prestigiosa Biblioteca Apostolica Vaticana, situata presso il cortile del Belvedere della città del Vaticano e che annovera una eccezionale presenza di libri antichi e moderni. Mons. Cesare Pasini, milanese di nascita, ha cari ricordi e legami con Olcio di Mandello Lario dove, nel 1974, ha celebrato la sua prima Messa di sacerdote novello della Diocesi di Milano, festeggiato dei coscritti della classe 1950. Lì, nella casetta vicino al lago ed alla parrocchiale, acquistata dal genitore per una serena pensione, arrivano sovente i due fratelli di mons. Pasini con le rispettive famiglie. I coscritti di Olcio del 1950, con Cesare Motta, possono ricordare la festa del giugno 1974, che vide coinvolti anche altri coetanei della sponda lariana vicina. Mons. Cesare Pasini, che dal 2012 è prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, subentrando al cardinale Raffaele Farina, è stato in precedenza tra i dottori della Biblioteca Ambrosiana di Milano e docente nel seminario diocesano di Venegono. Per anni, quando era nel capoluogo lombardo, è stato presente nella parrocchia di San Giuseppe, di Sesto San Giovanni, per le messe festive.



Panorama di Olcio di Mandello Lario

Nel “Manuale di Storia della Chiesa” la prefazione pone la seguente domanda: “A chi si rivolge il nuovo Manuale di storia della Chiesa?”. Mons. Pasini a tale proposito scrive: “E’ stato messo a disposizione un nuovo strumento di studio e di conoscenza che non serve solamente ad un pubblico di professionisti, a breve o a medio termine, quali sono professori, ricercatori, allievi, futuri operatori pastorali od insegnanti in genere, coloro, insomma, che operano in particolare nelle istituzioni di formazioni ecclesiali o religiose, ed anche accademiche, o ricercatori che volessero utilizzare qualche quadro di sintesi su cui riflettere per ulteriori approfondimenti o per collocarvi qualche particolare prospettiva di ricerca o documento recuperato. C’è un altro tipo di pubblico – prosegue Pasini – più largo e vario, cui forse uno strumento come questo, rinnovato nel linguaggio e nelle prospettive, potrebbe fare da utile riferimento. Penso, ad esempio, a tutte le persone che si accostano alla Chiesa per ragioni di semplice curiosità di studente o di interesse interiore più profondo e vogliono conoscerne, in generale, la storia”.
La monumentale pubblicazione è coordinata dai due direttori, Umberto Dell’Orto e Saverio Xeres, che hanno ben distribuito gli interventi tra 11 storici della Chiesa ed un teologo attento alla dimensione storica. L’opera avrà una prima presentazione a Fenegrò, in provincia di Como, nel salone polifunzionale di via Roma 22, la sera del 6 aprile, con l’intervento di docenti ed il ruolo di moderatore affidato alla giornalista del quotidiano La Provincia di Como, Laura D’Incalci. Fenegrò è stata scelta in quanto fa parte, con Lurate Caccivio, della comunità pastorale Madonna della neve, dove è presente come collaboratore parrocchiale il prof. Don Umberto Dell’Orto, uno dei due direttori della pubblicazione.



Mons. Cesare Pasini e don Umberto Dell’Orto

Don Umberto Dell’Orto, nativo di Desio, prete diocesano di Milano dal 1987, laureato in storia ecclesiastica, ha pure riferimenti lecchesi. Nelle ricerche compiute da don Umberto sulla Grande Guerra 1915/1918 e sulla presenza nelle file dell’esercito italiano di numerosi seminaristi, nonché di diversi sacerdoti, non solo cappellani militari, ha rinvenuto lettere di “un ragazzo del ’99”, Luigi Brusa, del Genio Telegrafisti, che è stato dal 1942 al 1960 rettore del Santuario della Vittoria in Lecco, dove è ricordato dalla generazione più anziana. Le missive sono spedite dal fronte, ovviamente non indicando la zona per censura militare, che è comunque riconducibile alla eroica resistenza dell’Esercito Italiano sulla linea del Piave, dopo la tragedia di Caporetto e prima dell’offensiva vittoriosa dell’autunno 1918. Alcune righe delle lettere del militare Luigi Brusa, in quel momento seminarista, divenuto poi sacerdote nel 1925, sono state lette nel corso del Concerto della Vittoria e della Pace, tenutosi la sera del 4 novembre 2017, presso il santuario mariano lecchese di via Azzone Visconti, dove c’è la cripta dei Caduti. Sul campanile suona ogni tramonto, alle 19, la campana della Vittoria e della Pace, inaugurata il 4 novembre 1968, cinquantesimo della conclusione della Grande Guerra. Quest’anno sarà mezzo secolo della campana, "sorella minore" del famoso campanone Maria Dolens di Rovereto. Ma nell’autunno prossimo 2018, il santuario della Vittoria e della Pace celebrerà il centenario della sua storia, con la prima pietra benedetta il 29 settembre 1918 dall’allora arcivescovo di Milano cardinale Andrea Ferrari. Mons. Mario Delpini ha già assicurato la sua presenza a Lecco nel pomeriggio di sabato 29 settembre per la ricorrenza centenaria, che avrà poi altre celebrazioni.
Aloisio Bonfanti
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