Lecco, aree verdi destinate allo sgambamento dei cani: il 'caso Belledo' tiene ancora banco

L'assessore Ezio Venturini e ’architetto comunale Angelo Ricchetti
Ad illustrare i passi fatti fino a qui dall’ultima riunione del 6 luglio dello scorso anno è stato l’architetto comunale Angelo Ricchetti : “Ci siamo dati da fare per trovare delle soluzioni, facendo in primo luogo uno screening di tutte le aree di Lecco che potrebbero essere usate per lo sgambamento di cani. Ci sono diverse zone che potrebbero essere adibite a tale scopo ma ci sono vincoli di natura diversa che non le rendono facilmente utilizzabili”. Le zone prese in esame dagli uffici sono l’area al confine con la caserma dei Vigili del fuoco, quella in via Calatafimi, la zona vicino al Media Word, una in via Redipuglia, l’area confinante col cimitero di Castello, quella di via Fra Gandino vicino all’asilo. Ma ognuna di esse ha qualche caratteristica che la rende non idonea. “Quella maggiormente papabile - prosegue Ricchetti - è l’area verde in via Cimabue, ma c’è un problema di fascia di rispetto di dieci metri dal torrente Bione che rende più complicato il percorso, inoltre sul suolo insiste un fabbricato di proprietà Anas e la situazione va approfondita”. “In ogni caso - sottolinea l’assessore - La soluzione potrebbe essere quella di fare un progetto per sistemare l’area di via Cimabue e utilizzarla per lo sgambamento dei cani”.

Il pubblico in sala
Tantissime le questioni sul tavolo e l’assessore Venturini ha tentato di affrontarle con ordine: “Per quanto riguarda i fondi abbiamo stanziato a bilancio per il prossimo anno una somma per sistemare tutti i parchi cittadini”, quindi quello delle risorse economiche non dovrebbe essere un problema. “Nei miei sopralluoghi ho notato anche io che l’area è effettivamente più pulita e che quindi il cattivo odore potrebbe essere un problema di svuotamento dei cestini. Chiederemo a Silea di passare più spesso, anche se col nuovo contratto i cestini dovrebbero essere svuotati tutti i giorni”. A dimostrazione che l’Amministrazione sta affrontando il problema Venturini ha fatto presente che “I cani a Lecco sono 6450, una enorme popolazione, quindi è giusto sistemare i parchi che già ci sono, ma dobbiamo anche pensare al futuro”. La proposta di Proparco non è forse praticabile, o comunque non abbatterebbe, se questo era lo scopo, i tempi tecnici che ha il Comune per realizzare delle opere del genere; stesso ragionamento per il parco frequentato dai bambini: se sull’erba e la pulizia si può provare ad intervenire, non è così immediato per i servizi.
A prendere la parola anche un paio di esponenti del gruppo di abitanti di via monsignor Polvara che non vorrebbe i cani nel parco: “È mai stato chiesto un parere tecnico sulla distanza che dovrebbe esserci tra un parco per i cani e le abitazioni? Perché non si segnala mai che quel parchetto è nato come giardino, che solo in seguito è stato adibito ad area di sgambamento per i cani, ma tutt’oggi in Comune è registrato come giardino?”, ha chesto un cittadino. Mentre un altro intervento ha sottolineato come in fondo “a 6mila cani non ci si è arrivati in un giorno e si sarebbe dovuto pensare prima al fatto che la situazione sarebbe degenerata”. Dal fronte di chi è contrario ai cani a Belledo, è arrivata poi la proposta di adibire ad area sgambamento la zona verde vicino all’ospedale, sottolineando come in fondo il parchetto di via Polvara è un’area molto sacrificata e inadatta in primis proprio per gli amici a quattro zampe.
Un confronto molto ricco, con tante polemiche sterili ma anche diversi spunti di riflessione, dal quale è emerso che il tema dell’aree verde in città, sia destinate ai cani sia per i cittadini, è un problema centrale che non può più essere rimandato.
M.V.