Colico: 'tetto' e 'cuore' a Villatico per uno dei 10 siriani arrestati nell'operazione che porta dritta ai gruppi terroristici

Passa anche da Villatico di Colico l'inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia sfociata nell'esecuzione di dieci ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse a carico di altrettanti soggetti di nazionalità siriana, facenti parte - secondo gli inquirenti - di un'associazione a delinquere di carattere transnazionale dedita ai reati di riciclaggio, autoriciclaggio e abusiva attività di prestazione di servizi di pagamento, con condotte - ascritte ad alcuni di loro - finalizzate al finanziamento di gruppi terroristici di natura islamica.

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Uno dei fermi è avvenuto nella frazione: Subhi Chdid, domiciliato formalmente in Turchia, è stato tratto in arresto sul Lago con perquisizione estesa all'abitazione condivisa con una donna italiana, Cristina Agretti individuata quale presunta "corriere e custode del denaro" movimentanto dal marito ed accorrentata  - sostengono gli investigatori -  dell'attività illecita ascritta allo stesso. E sempre la donna, indicata quale sua seconda moglie, madre di due suoi figli, per il tramite dell'uomo, era sicuramente venuta in contatto anche con altri membri alla supposta associazione, raggiunti dai provvedimenti autorizzati dal Gip bresciano ed eseguiti quest'oggi dal locale Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, spalla dei colleghi del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma: classe 1976, Cristina Agretti, per conto di una propria società avrebbe infatti in un recente passato presentato una domanda di "emersione" in favore proprio di un cittadino siriano, poi respinta, facendosi accompagnare per il disbrigo delle pratiche da quattro connazionali del "prescelto", per tre dei quali si sono quest'oggi aperte le porte del carcere. Un dettaglio forse ininfluente, ma fino ad un certo punto. L'inchiesta delle Fiamme Gialle muove infatti da una doppia premessa: da una parte l'analisi - dal 2015 - dei flussi finanziari intercorsi attraverso il circuito dei money trasfert del Nord Italia verso Paesi etichettati come "a rischio" e dall'altro dai riscontri frutto di indagini delegate alla DIGOS di Como con l'interessamento anche di quella lecchese, sull'esistenza di una struttura criminale di origine islamica stanziata in Brianza ed attiva nel favoreggiamento dell'immigrazione clandestina in Europa. Non a caso, un altro dei siriani fermati quest'oggi, tale Ayoub Chaddad, sarebbe a più riprese stato attenzionato quale presunto "fattorino" dedito al trasferimento da Milano verso l'Austria di stranieri, con controlli effettuati a tal proposito anche nel meratese, dopo un "insolito" cambio di tratta rilevato dalle forze dell'ordine con passaggio lungo la tangenziale est anziché lungo la ss36 nella "risalita" dal capoluogo meneghino.
L'incessante attività di raccolta e trasferimento di denaro - anche attraverso il canale non convenzionale "Hawala" - addebitata ai membri dell'associazione raggiunti dall'ordinanza, con il supporto di altri soggetti al momento solo indagati - si innesterebbe dunque in questo contesto, con gli affari legati al traffico di essere umani nel Mediterraneo ed in Europa, ancora una volta strettamente interconnessi al finanziamento del terrorismo: superano i 2 milioni di euro le movimentazioni ricostruite in fase d'indagini, con parte della somma destinata al sostegno di gruppi vicini alla organizzazione "Al - Nusra" e dunque ai ribelli siriani antigovernativi, contigui ad ambienti terroristici. In questo senso, il "colichese" Subhi Chdid - detto "Abou Ali" - viene indicato quale il braccio operativo, insieme ai "comaschi" Hamoud Chadid (suo fratello) ed a Abdulrahman Abou Daher di Anwar Daadoue, alias Abou Murad, gestore dell'attività di trasferimento del denaro, dalla Svezia, sua terra d'adozione.
Ha trovato casa invece in Ungheria, Salmo Bazzka detto "Abou Mahmoud", leader del supposto secondo "cartello" di siriani in attività sempre nella spedizione di denaro cash. Con lui, secondo gli inquirenti, collaboravano poi Alaa Bazkka , Ahmed Harim e Rabi Haidara, in contatto con l'altra supposta consorteria criminale per il tramite di Mouayad Said Ahmad alias "Abou Hamze", uomo di fiducia del "nostro" Subhi Chdid ed in collegamento con vari personaggi in Siria tra cui il fratello impegnato personalmente nel conflitto civile.
Come ricostruito anche grazie ad un infiltrato che è riuscito a avvicinare Ayoub Chaddad, carpendone la fiducia e inserendosi quindi nell'organizzazione, era stata creata una consolidata rete di money transfer illegali, attraverso i quali veniva garantito un canale sicuro per il riciclaggio del denaro, derivante da diverse attività illecite, in diversi Paesi dell'Unione Europea ed extraeuropei, nonché per raccogliere fondi destinati ad alimentare organizzazioni terroristiche operanti in Medio Oriente. "L'operazione - si legge in una nota delle Fiamme Gialle - di conseguenza, ha di fatto disarticolato un'organizzazione criminale di matrice siriana che si era radicata in Italia, ma godeva di ramificazioni diversi Stati, in grado di creare uno stabile reticolo di connivenze idoneo ad assicurare la capacità di garantire lo spostamento di ingenti importi in contanti, completamente al di fuori dei canali legali, che sono soggetti alla vigilanza antiriciclaggio. Poiché tra i promotori ed organizzatori di tale rete illecita erano infiltrati personaggi organici ad associazioni di matrice terroristica siriana , il sistema inevitabilmente è stato utilizzato anche per il trasferimento di danaro finalizzato a sostentare e finanziare tali organizzazioni, come emerso dalle indagini grazie anche alla sempre più fattiva collaborazione tra Guardia di Finanza ed Organismi d'Intelligence, proprio nello specifico settore del contrasto alle attività di finanziamento al terrorismo".
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