E’ tornato padre Cristoforo nel convento di Pescarenico

La nuova raffigurazione
Nel cortile dell’ex convento, quasi sotto la lapide che ricorda i soggiorni dell’abate geologo Antonio Stoppani, è stato collocato un padre Cristoforo raffigurato su una lastra d’acciaio, in rigoroso, severo abito conventuale, secondo ispirazioni della “arte nuova”, che ha suscitato sicuramente attenzione, ma anche divergenti commenti.
L’iniziativa di valorizzare l’ex convento attraverso anche questa nuova collocazione si deve al Comune di Lecco, in particolare al vice sindaco ed assessore al turismo, Francesca Bonacina.
L’occasione per presentare ufficialmente il nuovo “cimelio” sarà la tre giorni già annunciata, ma non ancora resa nota nel calendario, dall’8 al 10 giugno, quando verrà inaugurata la sede dell’Associazione storiche barche di legno. Quest’ultima è stata realizzata dalla trasformazione del vecchio lavatoio di Pescarenico, un tempo attiguo al Circolo Risorgimento, ora ristorante Barcaiolo, ed accanto ai dismessi campi di bocce delle “Furie rosse”, la bocciofila locale,animata da Angelo Battazza che ha poi preferito i colori calcistici blucelesti.
La tre giorni sarà anche occasione per fare un bilancio sulla valorizzazione dello storico edificio manzoniano dopo le prime importanti opere di ristrutturazione ed alla vigilia di nuovi interventi, previsti in particolare sull’ala di edificio con la lapide ad Antonio Stoppani, sul vicino angolo delle noci di Frà Galdino.
La realizzazione di questi ulteriori lavori porterà al recupero totale dell’edificio già dei Cappuccini, con finalità culturali e turistiche, salvaguardando, ovviamente, il respiro religioso che richiede la confinante chiesa di San Materno, nella Comunità pastorale Madonna del Rosario, di Lecco.
Si concluderà, così, un lungo cammino avviato oltre 50 anni or sono. L’arch. Gianfranco Donadelli, lecchese di via Como, in quartiere Pescarenico, in un’intervista dell’anno 2003 ebbe a dichiarare “Mi sono interessato per la prima volta dei luoghi manzoniani di Pescarenico nel 1967, dopo l’entusiasmo sollevato dalla prima edizione dei Promessi Sposi, con la regia di Sandro Bolchi e dove il nostro Nino Castelnuovo interpretava Renzo. L’azienda Turismo, con presidente Giacomo De Santis, di via Ghislanzoni, ed Umberto Bianchi, di piazza Era, quindi entrambi conoscitori di Pescarenico, decise di affidare ad un terzetto di architetti un progetto generale di recupero e valorizzazione delle località manzoniane superstiti”. Il terzetto era formato da Giacomo Cereghini, Luigi Dell’Oro e Gianfranco Donadelli. Lo stesso Donadelli rammentò che “venne sistemata piazza Era, con la pavimentazione in porfido, ma rimase incompleto il progetto che riguardava angoli caratteristici del vecchio villaggio dei pescatori sulle rive dell’Adda e, soprattutto, il convento di Pescarenico, dove spuntarono subito difficoltà burocratiche ed immobiliari”. Si riparlò di interventi nel 1973, con le celebrazioni centenarie della scomparsa di Alessandro Manzoni. L’Azienda Turismo, allora presieduta da Nino Lupica, rinnovò l’incarico per il recupero del convento di Pescarenico, affidandolo ad un quartetto di architetti formato da Giacomo Cereghini, Bruno Bianchi, Aldo Paramatti e Gianfranco Donadelli.
Tutto questo serve a ricordare il lungo cammino che sta portando ad una valorizzazione generale e completa di un “sito” dei Promessi Sposi che richiama, come conferma il movimento turistico della corrente primavera, comitive non solo di studenti, ma di circoli culturali, gruppi della Terza Età, parrocchie ed associazioni varie. Dalla tre giorni di giugno si attendono, quindi, altre novità, fermo restando che darà il suo contributo in materia anche la Sagra di Pescarenico, che prenderà il via il 5 luglio.
A.B.