19 maggio 1968: ha inizio a Lecco 'l’era' Morlino

Era il 19 maggio 1968, cinquant’anni fa come oggi, quando i lecchesi, come tutti gli italiani, venivano chiamati alle urne per eleggere il 5° Parlamento (Camera e Senato) della Repubblica. Le precedenti elezioni erano state quelle del 1948, 1953, 1958 e 1963.
Nelle pagine dei maggiori quotidiani, con le inchieste “L’Italia che vota” o “La Lombardia di fronte alle elezioni politiche”, gli inviati speciali colsero subito una singolare “chicca” di novità nella candidatura al Senato, nel Collegio di Lecco, dell’avv. Tommaso Morlino, per la Democrazia Cristiana.

Morlino inaugura la Sagra delle Sagre della Valsassina

Mario Cervi sul Corriere della Sera scriveva: “Il candidato democristiano per il Senato, nel Collegio di Lecco, è l’avv. Tommaso Morlino, del quale il settimanale democristiano di Como tace nelle note biografiche: il luogo di nascita dell’avv. Morlino è nei dintorni di Matera. Non c’è niente di male, naturalmente. Ma i lecchesi non hanno subito accettato con entusiasmo questa designazione che, imposta dalla segreteria nazionale del partito, soffiava il posto, ed un posto pressoché sicuro, ad un esponente locale. Poi, di controvoglia, la candidatura di Morlino che ha una posizione di grande prestigio al vertice nazionale della D.C., è stata accettata. Si tratta di vedere se questo inserimento non possa portar qualche pregiudizio al simbolo dello Scudo Crociato”.

Morlino parla ad un’assemblea dell’Unione Commercianti

Giampaolo Panza, sul quotidiano Il Giorno, scriveva: “Certa nel collegio di Lecco l’elezione del nuovo candidato, l’avv. Tommaso Morlino, 42 anni, membro della direzione nazionale della D.C. ed uomo di grande esperienza e di grosso prestigio”. Giampaolo Panza sottolineava la “stranezza” che era candidato a Lecco un lucano, mentre il lecchese Pasquale Valsecchi si ripresentava per la terza volta nel Collegio di Como. La scelta caduta da Roma si un candidato estraneo al tessuto locale avrebbe portato qualche conseguenza nelle urne? Ciò non avvenne. Morlino venne eletto con numeri intorno al 50% nel Collegio di Lecco che comprendeva le zone non solo della città, ma anche quelle di Oggiono, Barzanò, Merate, Bellano, Valbrona e una porzione della provincia di Bergamo sinoa Cornate d’Adda.
Come si era arrivati alla candidatura Morlino nel Collegio senatoriale di Lecco? Nelle politiche del 28 aprile 1963 era stato riconfermato per la terza volta consecutiva a senatore nel Collegio Piero Amigoni, che, però, morì improvvisamente qualche mese dopo la sua rielezione. Il Collegio era, quindi, scoperto nel 1968 dal candidato eletto nella precedente consultazione. Gli osservatori locali si erano sbizzarriti per cercare un possibile nuovo candidato, principalmente in una quaterna che vedeva i nomi dell’on.le Vittorio Calvetti, nel 1963 eletto deputato a Montecitorio, del dott. Aldo Rossi, già presidente dell’Amministrazione Provinciale, del sindaco di Lecco, Alessandro Rusconi e del dott. Salvatore Bonalumi, assessore a Lecco, vice segretario provinciale D.C., sostenuto dal ministro Mario Martinelli.

Morlino inaugura un’opera pubblica a Merate

La visita alla città di Lecco del febbraio 1968 del presidente del Consiglio Aldo Moro gettò, molto probabilmente, le prime basi di una candidatura Morlino, notoriamente allineato su posizioni morotee, animate da profonda cultura riformatrice. Tommaso Morlino sarà eletto quattro volte al Senato della Repubblica, nel Collegio di Lecco: 1968, 1972, 1976 e 1979. Ebbe importanti incarichi nel Parlamento, nel Governo, come sottosegretario e ministro, e, soprattutto con la presidenza del Senato, quando subentrò nel 1982 ad Amintore Fanfani. Venne stroncato da improvviso malore a Palazzo Giustiniani, in Roma, nel maggio 1983, aveva 57 anni. Agli amici e stretti collaboratori era apparso affaticato dall’incarico di esplorazione politica ricevuto dal presidente della Repubblica, Sandro Pertini, per cercare di evitare la conclusione anticipata della Legislatura.

Morlino ad una mostra d’arte presso villa Manzoni al Caleotto

Un impegno che venne ricordato da Nilde Iotti, presidente della Camera, commemorando Morlino nella seduta del 18 maggio 1983 a Montecitorio. “Morlino – disse Nilde Iotti – ha assolto il suo ultimo impegno per riannodare il dialogo fra le forze politiche capaci di delineare una forza di Governo, impegno svolto con dedizione, affrontato con forte tensione, anche fisica, di cui soltanto oggi abbiamo amara consapevolezza”. Morlino lasciava la consorte Luisa Saraceno, ed i giovanissimi figli Giovanni e Silvia. Nella sua presenza operativa lecchese aveva avuto particolare riferimento nella sezione D.C. del quartiere Maggianico, con il cav. Antonio Beretta. L’ultima opera pubblica inaugurata da Morlino era stata qualche settimana prima della sua scomparsa, la passerella lacustre detta anche del Menaggino, tra il piazzale di Olivedo e la Riva Grande di Varenna. Una passerella divenuta “faro” del boom turistico di Varenna, nel panorama splendido del centro Lario. Anni or sono si era parlato di dedicare al presidente del Senato Tommaso Morlino la passerella di Varenna: poi cadde l’oblio.
Aloisio Bonfanti
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