La storia dimenticata della statua di Giuseppe Mazzini, nella piazza omonima della città
E’ ritenuto da non pochi cittadini un monumento poco conosciuto, quasi “dimenticato”, quello posizionato nell’area verde di piazza Mazzini e dedicato ad un protagonista del Risorgimento italiano, quale Giuseppe Mazzini. Il monumento ha una storia che merita di essere ricordata perché quasi sconosciuta, mentre mancano pochi giorni alla data del 2 giugno, Festa della Repubblica, quella Repubblica che era nei progetti, già nell’Ottocento, di Giuseppe Mazzini e che divenne realtà con il referendum popolare del 2 giugno 1946.
La statua di Giuseppe Mazzini
Piazza Mazzini negli anni ‘60
E’ una storia, quella del monumento con busto a Giuseppe Mazzini, che è stata ricostruita grazie all’impegno di Alessio Corti, figlio del compianto vice sindaco di Lecco Italo Corti. Alessio ha avuto l’apporto determinante della responsabile dell’archivio del Comune di Lecco presso il palazzo civico di piazza Diaz, dott.ssa Laura Gilardi e dell’assistente dott.ssa Maria Rosa Frigerio della civica biblioteca “Uberto Pozzoli” di via Bovara.Il 10 maggio 1957, come risulta da documentazione presso l’archivio comunale, Giuseppe Gasparotti, repubblicano storico, già impegnato nel 1943 come rappresentante del PRI nel primo comitato clandestino per la Lotta di Liberazione, faceva pervenire al sindaco di Lecco una lettera (che viene pubblicata integralmente), nella quale comunicava di donare alla città di Lecco un busto di Giuseppe Mazzini da erigere nella piazza omonima. Gasparotti sottolineava nella lettera “Intendo con questo onorare Lecco e la cittadinanza tutta nel nome del Grande Italiano, artefice sommo dell’unità d’Italia, ed umanista e sociologo insigne”.
La lettera di Giuseppe Gasparotti al sindaco Luigi Colombo
La lettera è indirizzata al sindaco di Lecco prof. Luigi Colombo. Il sindaco Colombo, con lettera del 10 maggio 1957, ringraziava per la generosissima ed apprezzatissima donazione, anche a nome dei colleghi di Giunta, ed assicurava che è stato “subito iscritto all’ordine del giorno del Consiglio Comunale, da tenersi il 15 maggio, l’oggetto relativo, ovvero la delibera di accettazione della donazione”. Sarebbe stata poi premura del Comune contattare il protagonista di un gesto “così patriottico e civico, che ulteriormente consacra quella cittadinanza lecchese di adozione” richiamata nella lettera di comunicazione della donazione.La tomba di Giuseppe Gasparotti nel monumentale di via Parini
Il bronzo di Giuseppe Mazzini, opera di Francesco Modena, lo stesso autore della statua di Mario Cermenati nella piazza omonima sul lungolago, venne inaugurato con apposita cerimonia il 6 ottobre 1957. Un corteo di autorità, associazioni e cittadini mosse dal palazzo municipale alle 10.50 per raggiungere piazza Mazzini. Oratore ufficiale è stato l’on.le Giovanni Magrassi, deputato repubblicano di Livorno, noto studioso del pensiero mazziniano.Giuseppe Gasparotti, protagonista della donazione, è stato l’esponente di spicco del PRI nel territorio locale. I lecchesi di una certa età potranno ricordare i funerali di Giuseppe Gasparotti nel febbraio 1963, accompagnati da bandiere verdi e rosse delle sezioni repubblicane di diverse città di Lombardia. Giuseppe Gasparotti è sepolto nel cimitero monumentale di via Parini, con la consorte Marianna Torusso, deceduta nel 1978. Era lo zio di Giorgio Gasparotti, giovane consigliere comunale di Torre Civica nel 1960, a 24 anni, nella lista guidata dall’on.le Ugo Bartesaghi.
Due momenti della visita a Lecco nel 1988 del presidente del senato Giovanni Spadolini
Aloisio Bonfanti