Varenna: l'ing.Valsecchi della Provincia condannato a 6 mesi per l'incidente stradale costato la vita al carabiniere Benfatto

Una foto scattata sul luogo dell'incidente. In alto il Carabiniere Benfatto
E' stato condannato a sei mesi di reclusione, con il beneficio della pena sospesa e della non menzione, Angelo Valsecchi, dirigente del settore viabilità e infrastrutture della Provincia di Lecco, chiamato a rispondere di omicidio colposo per la morte, il 19 aprile 2015, di Luca Giuseppe Benfatto, a seguito di un incidente sulla SP72 all'altezza di Varenna.
Il carabiniere in forze presso la stazione di Brugherio, in provincia di Monza e Brianza, era libero dal servizio e stava effettuando un giro domenicale in sella alla propria motocicletta in compagnia di un collega quando sarebbe caduto rovinosamente sull'asfalto dopo aver perso il controllo della propria due ruote, finendo contro ad un muretto. Un impatto violentissimo che non ha lasciato scampo al militare, deceduto quasi sul colpo a seguito dei traumi riportati.
Dai primi rilievi della polizia stradale effettuati poco dopo il sinistro e dalle testimonianze raccolte nell'immediatezza dei fatti, sarebbe emerso che a causare l'improvvisa caduta del giovane carabiniere sarebbe stata un'anomalia del manto stradale. Da qui l'accusa di omicidio colposo (secondo l'articolo 589 c.p.) contestata all'ingegner Valsecchi, difeso di fiducia dall'avvocato Edoardo Fumagalli del foro di Lecco.
Conclusa lo scorso 20 marzo l'istruttoria con l'avvenuta audizione di tutti i testi citati da accusa e parte civile - rappresentata dall'avvocato Luigi Cuscunà del foro di Catania per conto dei familiari di Benfatto - stamani il giudice monocratico Salvatore Catalano ha dato la parola al pubblico ministero Mattia Mascaro per l'avvio della discussione finale. Nella sua requisitoria, ritenendo raggiunta la prova relativa alla penale responsabilità dell'imputato, il Vpo ha chiesto la condanna dello stesso a un anno di reclusione. Ha invece indicato nelle condizioni dissestate del manto stradale la causa - a suo parere - dell'incidente mortale il legale di parte civile che ha chiesto la condanna dell'imputato e il risarcimento del danno come da richiesta scritta depositata, oltre alle spese di giudizio.
Angelo Valsecchi
Si è invece battuto per l'assoluzione dell'ingegner Valsecchi l'avvocato Fumagalli chiarendo innanzitutto la difficoltà nel ricostruire la dinamica del sinistro, data l'assenza di testimoni diretti. Nessuno avrebbe infatti assistito alla caduta, risultata fatale al giovane carabiniere. ''Quando ha iniziato a sbandare? Era distratto alla guida o è successo dell'altro? Sembrano domande inutili ma che hanno una loro validità'' ha asserito il difensore, sottolineando la presenza di cartelli a indicare il limite di velocità, la presenza di una curva e della successiva galleria di Fiumelatte e ritenendo chiare le condizioni del manto stradale che a suo dire Benfatto avrebbe dovuto conoscere, avendo percorso quella strada già in precedenza. ''Forse l'autopsia, non eseguita, avrebbe fornito maggiori risposte'' ha aggiunto il legale lecchese, asserendo come a suo avviso l'incidente non fosse imputabile alle condizioni dell'arteria. Una tesi sostenuta durante il dibattimento dall'ispettore capo della polizia stradale di Bellano Ezio Ferrante che escusso come testimone aveva parlato di un "sinistro autonomo del motociclista", individuando tre concause. A suo dire Benfatto avrebbe infatti perso il controllo del mezzo mentre stava effettuando una curva sinistrorsa per la non moderata velocità di crociera, per un dislivello -non costante ma variabile, largo circa un metro e profondo tre centimetri- presente nella carreggiata in direzione Lierna, e per la non conformità del pneumatico posteriore. Una posizione diversa rispetto a quanto sostenuto invece dall'ingegner Domenico Romaniello, consulente tecnico della pubblica accusa, che aveva indicato nel manto stradale gravemente sconnesso, del quale non veniva fatta manutenzione da almeno due anni, la principale causa del sinistro.
Ritiratosi in camera di consiglio nel primo pomeriggio, il giudice Catalano ha emesso la propria sentenza condannando l'ingegner Angelo Valsecchi a sei mesi di reclusione, con il beneficio della pena sospesa e della non menzione, oltre al pagamento delle spese legali. Disposto infine il risarcimento delle parti civili con una provvisionale complessiva di 112mila euro ripartita tra i familiari del militare.
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