Lecco: ottenere uno sgrassatore green dall'olio di frittura esausto? In classe nasce 'Fiocchi di Pulito'

"Credetemi, qui dentro ne ho viste di tutti i colori, di belle e di brutte. L'Istituto Fiocchi è una scuola strana, mi aspettavo di tutto ma questi ragazzi sono riusciti a sorprendermi, non ci volevo credere". E' un tipo schietto il professor Claudio Lanfranconi, non le manda certo a dire. Ma ieri sera, le parole del preside hanno tradito un gran senso di orgoglio. Del resto è innegabile: la 4^A - indirizzo chimico - del plesso lecchese probabilmente più "bistrattato" della città ha messo in campo un "esperimento" in grado di coniugare business e ecologia, lanciando non un prototipo ma arrivando a dare vita ad una vera e propria impresa (seppur al momento solo simulata) che, in pochi mesi, è riuscita - ancora in fase di start up - a incrementare il valore delle proprie azioni del 33%, "beffando" così idealmente anche le società più blasonate sul mercato.

I ragazzi della 4^A con il professor Liberato e la professoressa Sala

Lo sgrassatore prodotto dalla "Fiocchi di Pulito"

Nel corso dell'anno scolastico ormai volto al termine, affiancati dal professor Francesco Liberato e supportati anche da altri docenti - tutti presenti a tributare loro il meritato applauso - i futuri "piccoli chimici" dell'Istituto hanno non messo a punto in laboratorio una sgrassatore "green" occupandosi poi - tramite la loro "Fiocchi di Pulito" - di seguire in house tutte le fasi della commercializzazione dell'innovativo prodotto, dal packaging - con l'aiuto dei "colleghi" grafici della classe 5^R - alla scelta del prezzo di vendita (3 euro a dose) dopo aver effettuato un'analisi di mercato, intervistando direttamente i lecchesi.

La consegna degli attestati alla presenza del direttore di Silea Marco Peverelli,
del presidente Mauro Colombo e del dirigente scolastico Claudio Lanfranconi

"E' stato un lungo lavoro, non è stato assolutamente uno scherzo" ha tenuto a sottolineare il dirigente Lanfranconi, intervenuto come i rappresentanti dell'amministrazione comunale di Lecco e di due società che hanno collaborato con i ragazzi, all'assemblea generale della società simulata creata dai ragazzi che, stando allo statuto, ha approvato il bilancio e lo scioglimento dell'impresa stessa, augurandosi però che l'avventura possa continuare, senza lasciar cadere un'idea che ha tutte le carte in regola per essere vincente anche fuori dai confini scolastici. "Il nostro sgrassatore nasce da uno scarto comune: l'olio di frittura esausto" ha spiegato Francesco Scaccabarozzi, amministratore delegato della "Fiocchi di Pulito". "Abbiamo pensato di utilizzare questo materiale quale elemento di partenza partendo dall'analisi di un duplice problema: da un lato sul nostro territorio ci sono pochi centri di stoccaggio e smaltimento, dall'altro i cittadino è naturalmente portato a buttare negli scarichi l'olio usato non interessandosi delle conseguenze di tale comportamento, in termini di inquinamento e di danni potenziali per i sistemi di depurazione".

Dopo aver preso contatto con Silea, la società valmadrerese che si occupa del ciclo rifiuto per quasi tutti i comuni lecchesi, si sono chiusi in laboratorio "brevettando" la ricetta per ottenere uno sgrassatore - effettivamente efficace - ecologico filtrando dai residui di cibo l'olio vegetale per poi riscaldarlo, aggiungendo soda caustica. Due settimane di riposo completano il processo di saponificazione con il prodotto sodo che viene poi sciolto, in percentuali ben definite, in acqua con l'aggiunta di acido citrico. Pochi "ingredienti", dunque, per un qualcosa di "rivoluzionario" come sostenuto dall'assessore all'Ambiente Ezio Venturini, presente all'assemblea con il collega Salvatore Rizzolino, delegato all'Istruzione. Quest'ultimo ha posto l'accento sul "fare scuola in maniera originale" e dunque sulle potenzialità che l'alternanza-scuola lavoro sta esprimendo, attraverso anche progetti come quello portato avanti dall'Istituto Fiocchi assolutamente di valore, capace di trasformare un gruppo classe in un una società, all'interno della quale ognuno ha specifici settori di competenza.

Matteo Albano si è stato nominato infatti "manager finanziario", vendendo tra l'altro incaricato di esporre in seduta plenaria i dati economici dell'impresa che, da marzo a maggio, ha ottenuto ricavi per 630 euro, frutto della vendita di 210 flaconi di sgrassatore con il valore delle singole azioni cresciuto da 10 a 13.34 euro. E ancora, Alberto Colombo ha incarnato il responsabile marketing, Michel Riva ha gestito in prima persona le risorse umane, Mauro Scalise la produzione e a Teodora Ciobotano, unica "quota rosa" dalla classe, è stata affidata la questione sostenibilità.
"Hanno trovato un modo straordinariamente intelligente di fare business e far del bene all'ambiente" ha aggiunto il preside, affiancato dal professor Liberato che - altrettanto orgoglioso - ha altresì ricordato come il percorso intrapreso sia stato illustrato presso la vetrina offerta a Milano dalla competizione "Green Jobs". "Il nostro progetto è piaciuto, ci siamo classificati tra le prime 10 posizioni a livello regionale e siamo stati tra i 4 chiamati a partecipare ad altra iniziativa".

Il sapone solido ottenuto dall'olio esausto, usato poi come base per lo sgrassatore

Ed ora? Sciolta - sulla carta - la società virtuale, gli alunni hanno già in mente di non fermarsi. "Per il futuro immaginiamo di portare il nostro business anche nel campo della cura del corpo, con la produzione di saponette". "Non lasciate cadere la cosa" l'appello rivolto ai ragazzi da tutti i convenuti. E "buona grigliata": l'assemblea ha deliberato infatti di liquidare un dividendo pari a 11 euro, trattenendo la differenza - secondo il regolamento JA - per una bella mangiata di classe. Del resto son ragazzi e... il prodotto per pulire la piastra non gli manca!
A.M.
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.