Lecco: assolto il sacerdote-insegnante a processo per le frasi rivolte ad un alunno


Si è chiusa con un'assoluzione la vicenda giudiziaria che vedeva coinvolto don Matteo Vasconi, all'epoca dei fatti insegnante di religione presso l'istituto Parini di Lecco. Stamani il giudice monocratico Enrico Manzi, al termine dell'istruttoria dibattimentale, ha ritenuto il sacerdote estraneo ai fatti che gli venivano contestati. Assolto quindi, ''perchè il fatto non sussiste'', per il capo di imputazione relativo all'abuso dei mezzi di correzione o di disciplina e ''perchè il fatto non costituisce reato'' per quel che concerne l'ingiuria, l'altro reato dal quale il giovane religioso era chiamato a difendersi.
Secondo il quadro accusatorio sostenuto nel corso del dibattimento nel gennaio 2014 il docente si sarebbe rivolto ad un suo alunno "invitandolo" a buttarsi dalla finestra dopo che già in una precedente occasione, per pregarlo di darsi una calmata, gli aveva "suggerito" - sempre secondo la tesi dell'accusa - di dedicarsi alla coltivazione di piantine per poi farsi una "canna". Affermazioni che - a detta dei familiari del giovane, costituitisi parte civile tramite l'avvocato Laura Redaelli - avrebbero creato nell'alunno un grave disagio, causandogli attacchi d'ansia e stress. Con la denuncia-querela presentata nei confronti del sacerdote, la vicenda è sfociata in un fascicolo giudiziario approdato nel palazzo di giustizia lecchese. Don Matteo, difeso dagli avvocati Stefano Pelizzari e Alessandra Carsana, doveva quindi rispondere dei reati di ingiuria e abuso dei mezzi di correzione (ai sensi degli articoli 594 e 571 del codice penale).
Ad istruttoria conclusa il vice procuratore onorario Mattia Mascaro, in rappresentanza della pubblica accusa, aveva chiesto l'assoluzione dell'imputato perchè, secondo il suo parere, la condotta del sacerdote sarebbe da ritenersi discutibile dal punto di vista educativo ma le frasi da lui pronunciate, in quel contesto, non sarebbero di rilevanza penale. Una tesi sostenuta anche dall'avvocato Alessandra Carsana, che nella sua arringa aveva messo in evidenza la condotta - decisamente vivace - dell'alunno che aveva provocato una reazione impulsiva da parte del proprio assistito, ma non penalmente rilevante.
Il giudice Enrico Manzi, sulla base di quanto emerso in dibattimento e acquisito il regolamento interno dell'istituto superiore lecchese, ha quest'oggi sentenziato l'assoluzione del sacerdote per entrambi i capi di imputazione.
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