Mandello celebra i 'primi' 60 anni di nuoto del Caimano del Lago, festa al lido

Un traguardo molto molto speciale quello festeggiato nella serata di ieri nella sala polifunzionale del lido di Mandello. Il celebre nuotatore Leo Calloni ha voluto invitare i suoi amici e sostenitori per spegnere insieme a loro le sue prime 60 candeline di carriera: tanti sono gli anni trascorsi dalla sua prima gara di nuoto. La traversata Onno-Mandello del 3 agosto del 1958. Il dodicenne Leo non avrebbe nemmeno potuto prendere parte alla competizione, perché bisognava avere 15 anni, "ma il ragionier Corbetta - Renato Corbetta - disse che se non mi avessero fatto nuotare non ci sarebbe stata la manifestazione. Così scesi in acqua, c'erano i migliori nuotatori italiani, svizzeri e tedeschi, e mi classificai settimo".

A celebrare questo importante traguardo del nuotatore lariano c'erano tantissimi campioni di Mandello: Giuseppe Moioli, oro olimpico nel "quattro senza" ai Giochi del '48; Carlo Gatti, plurimedagliato nel canottaggio, Valeria Vergani e Riccardo Fasoli, presente anche in qualità di sindaco.
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"Qui è più istituzione Leo di me - ha commentato il primo cittadino - lo ringraziamo in questa occasione per i suoi sessant'anni di nuoto ma anche per essersi dato agli altri, per aver messo il nuoto al servizio di obiettivi ancora più nobili". A portare il proprio saluto anche il vice-sindaco e assessore allo Sport Serenella Alippi, che, davanti ai tanti trofei che Calloni ha esposto in occasione della sua festa - una parte degli oltre 600 - ha lanciato l'idea di creare un museo degli sportivi e delle attività sportive che negli anni hanno dato lustro a Mandello.

Il sindaco Riccardo Fasoli, Giordana Bonacina e Leo Calloni

Tanti gli episodi ricordati, con l'aiuto dell'amica Giordana Bonacina, dalle prime nuotate nel lago di fronte a casa, alla traversata della manica nel '81 dove Calloni ha segnato un record che è rimasto imbattuto per 25 anni, fino alle ultime imprese come la Argenio-Moltrasio affrontata lo scorso anno oppure la Bellano-Gravedona, una sfida con cui Leo ha voluto mettere alla prova se stesso dopo essere guarito dal cancro. Sì perché il nuotatore ha dovuto affrontare anche momenti molto difficili nella sua vita, come quando ad appena dieci anni ha perso il padre, oppure la scomparsa del figlio, morto giovanissimo nel 2000 per un incidente.

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"Non avevo la forza morale e fisica per andare avanti dopo quello che era successo - racconta il Caimano del Lario - ma i padri del Guatemala mi hanno convinto a riprendere e con il nostro lavoro abbiamo costruito una chiesa e una clinica, che portano il nome di Nicola. Questa è la mia più grande vittoria. Se si ha la tenacia e la voglia di fare, si possono anche superare certi momenti tragici della vita".
M.V.
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