Lecco, bancarotta 3S-DOT: l'ex sindaco Paolo Mauri condannato a 4 anni

L'ingresso del Tribunale di Lecco
Ex sindaco di Lecco Paolo Mauri è stato quest'oggi condannato a 4 anni di reclusione per bancarotta fraudolenta. La medesima pena è stata irrogata dal collegio giudicante del Tribunale cittadino anche nei confronti di Mario Nava, ritenuto essere l'amministratore di fatto della 3S-DOT, società lariana specializzata nella progettazione, produzione e commercio di apparecchiature di sicurezza per rimorchi, costituita nel marzo del 2008 e dichiarata fallita già nel 2010. 1.3 milioni di euro il passivo accertato, come ricordato anche quest'oggi, in sede di repliche, dall'avvocato Roberta Mandelli, costituitasi parte civile per conto della curatela, con un buco da ben 900.000 euro andato formandosi, a detta del legale, come già sostenuto in sede dibattimentale, a perdita del capitale sociale già avventa.
Ad oltre tre anni dal rinvio a giudizio, nel trarre le proprie conclusioni, il sostituto procuratore Andrea Figoni - subentrato a bocce quasi ferme al collega Nicola Preteroti - aveva chiesto la condanna dei due imputati, indicati rispettivamente quale l'amministratore di diritto e quello di fatto dell'impresa, a due anni. Decisamente più pesante la mano dei giudici - presidente Enrico Manzi, a latere Martina Beggio e Salvatore Catalano - che, all'esito di una veloce camera di consiglio, dopo aver tra l'altro ascoltato anche le puntualizzazioni del PM che, ribattendo alla difesa Nava, ha insistito sul ruolo dell'imprenditore all'interno della 3S-DOT, ha raddoppiato la pena finale, ritenendo colpevoli entrambi della distrazione, tramite prelievi, di una somma pari a 144.000 euro nonché dell'aver appostato delle immobilizzazioni immobiliari per 300.000 euro, a copertura - ritiene la pubblica accusa - delle perdite già dal 2008. Decretato inoltre il non luogo a procedere sia per Mauri (ad oggi consulente di Confindustria e titolare di una sua "piccola società", come egli stessa l'ha definita in sede di esame) sia per Nava per intervenuta prescrizione in relazione ad altre due contestazioni messe nei loro confronti in relazione ad una supposta distrazione di beni e alla mancata tenuta delle scritture contabili. Tra le pene accessorie, stabilita altresì l'interdizione dei due imputati dai pubblici uffici per 5 anni e l'inabilitazione dall'esercizio d'impresa per anni 10. In solido, dovranno poi versare una provvisionale da 250.000 euro in favore del fallimento, in attesa della quantificazione del risarcimento in sede civile. A carico dei due imprenditori, infine, anche le spese processuali e di costituzione di parte civile. Scontato il ricorso in Appello.
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